domenica 24 dicembre 2017

Acqua Pubblica. 410 Riallaccia il nasone, la campagna virale per riaprire le fontane di Roma

Un esercito di piccoli idraulici capitanato da un supereroe armato di chiave inglese, pronto a difendere il bene più prezioso. A Garbatella dei minuscoli Super Mario, nella tipica salopette blu, e con tanto di cappellino rosso, hanno risposto in maniera del tutto originale alla campagna Riallaccia il nasone. Una missione speciale quella che, da un lato all'altro della Capitale, nelle ultime settimane sta calamitando l'attenzione e le energie dei cittadini: riaprire le fontanelle - patrimonio di Roma e della sua storia millenaria -  ormai chiuse da quest'estate .



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Riallaccia il nasone, la campagna virale per riaprire le fontane di Roma

Distacchi decisi "con la 'scusa' dell'emergenza idrica", commenta Paolo Carsetti, del Coordinamento romano per l'acqua pubblica (Crap) che promuove la campagna: "La quantità di acqua che fuoriesce dai nasoni - spiega - equivale ad appena lo 0,9% di tutta quella che arriva a Roma. In questi pochi mesi si sarebbe dovuta risolvere la situazione secondo la giunta Raggi: ma ci è stata raccontata una favola. Serve riparare le perdite delle condotte, che sprecano il 40% dell'acqua distribuita in città: una percentuale che Acea, azienda con oltre 60 milioni di utili l'anno, dice di avere ridotto di appena cinque punti in tre mesi, con interventi scarsi e tardivi". Ma cosa più importante, sottolinea Carsetti, "serve avviare un serio percorso di ripubblicizzazione dell'azienda idrica romana, di fronte a una gestione privata fallimentare".
Il Coordinamento, insieme ad altre associazioni come Terra! Onlus, è compatto nel chiedere la riapertura totale delle 2.800 fontane disseminate per la città, risorsa per cittadini, turisti e soggetti più vulnerabili come senzatetto, bambini e anziani: "Una soluzione potrebbe essere quella di installare rubinetti con pulsanti, meno soggetti alle azioni dei vandali, e dai costi decisamente irrisori, se comparati ai dividendi di Acea", aggiunge Carsetti.  L'approccio ludico-comunicativo adottato dal Crap è riuscito ad attirare l'attenzione sui social, dove Riallaccia il nasone ha riscosso un vero successo: l'appello della campagna è rivolto al gestore del servizio idrico ma anche all'amministrazione comunale e invita gli utenti ad attivarsi apponendo dei cartelli (scaricabili online) sulle fontane chiuse, o a lavorare di fantasia producendo delle rime proprie, accompagnate dall'hashtag #riallacciailnasone, da postare o twittare sui profili dei presidenti dei Municipi, della sindaca Virginia Raggi e dell'assessora all'Ambiente Pinuccia Montanari.

Ma, com'è accaduto in queste settimane, la campagna sconfina oltre il virtuale con iniziative di singoli o di gruppi di cittadini che decidono di riaprire da sé le fontanelle: riallacciati i nasoni nei pressi di molti mercati rionali e tra Tor Marancia e Garbatella, dove i bambini della scuola materna "La casa dei Bimbi" si sono dati appuntamento al nasone davanti al cancello dell'istituto per chiedere con disegni e filastrocche la sua riapertura: "Se la riaprite, giuringiuretto, chiudiamo sempre il rubinetto!", recitano i cartelli affissi per l'occasione.

Gli amministratori dell'hinterland, racconta Carsetti, sono ugualmente esasperati dalle spese ingenti cui hanno dovuto far fronte per sopperire al razionamento dell'acqua che ha interessato i loro Comuni. E se il tavolo di ripubblicizzazione di AceaAto2 approvato dai sindaci di Roma e provincia fa ben sperare, conclude, non bisogna abbassare la guardia. Dopo campagne e flashmob, il Coordinamento è già pronto a mettere in campo nuove iniziative, partendo dal coinvolgimento dei presidenti dei Municipi.

Specie in vista della primavera
 che, non troppo lontana, preoccupa per la situazione di stallo: "I cambiamenti climatici ci mandano un segnalo chiaro", dicono i membri del Crap. "Quello che tutti noi ci chiediamo - commenta ancora Carsetti -  è come sia possibile che nella Capitale d'Italia, famosa in tutto il mondo per la sua ricchezza di acqua, si sia arrivati a questo punto. Per i romani è inaccettabile e chi è responsabile ha il dovere di fornire risposte e soluzioni". 

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