Il “” all’indipendenza della Catalogna ha vinto con il 90% dei voti nel referendum che si è svolto domenica tra le cariche e gli spari della polizia inviata da Madrid per fermare la consultazione “illegale”. Al “no”, il 7,87% dei voti. Hanno votato 2,26 milioni di persone (42,3%), secondo quanto ha reso noto il portavoce del governo locale, Jordi Turull. “In questa giornata di speranza e sofferenza i cittadini della Catalogna hanno vinto il diritto a uno Stato indipendente in forma di repubblica”, ha dichiarato il leader della Catalogna, Carles Puigdemont, in un intervento alla televisione. “Nei prossimi giorni il mio governo invierà i risultati del voto al parlamento catalano, dove risiede la sovranità della nostra gente, in modo che possa agire secondo quanto previsto della legge sul referendum”, ha aggiunto, sottolineando che l’Unione europea “non può continuare a guardare dall’altra parte”.

Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha convocato per lunedì una riunione con i leader di tutti i partiti spagnoli per “riflettere sul futuro”. In particolare, si legge sul sito di El Mundo, il premier spagnolo intenderebbe discutere un piano per “ristabilire la normalità istituzionale” in Catalogna. Nella conferenza stampa di questa notte, Rajoy ha parlato di un referendum che “non è mai esistito” e lo ha definito una “messa in scena“, difendendo l’intervento delle forze dell’ordine grazie al quale “ha prevalso la democrazia perché si è rispettata la Costituzione”.
Nel frattempo, per martedì è stato proclamato, da oltre 40 sigle sindacali, uno sciopero “per la grave violazione del diritto e delle libertà”. Oltre 800 persone sono rimaste ferite negli scontri con le forze spagnole in Catalogna, ha denunciato il governo locale. Madrid ha invece parlato di 12 agenti di polizia feriti e di tre persone arrestate. Un totale di 92 seggi sono stati chiusi, ha reso noto il governo spagnolo. Mentre le autorità catalane denunciano che sono stati chiusi 319 seggi sui 2.300 aperti in tutta la regione. A Girona la polizia ha fatto irruzione nel seggio in cui avrebbe dovuto votare Puigdemont che ha poi deposto la sua scheda in un altro edificio, dopo aver depistato la polizia fermandosi sotto un ponte per cambiare auto.
Al voto tra gli scontri – La polizia nazionale e la guardia civil sono intervenute domenica per bloccare il referendum per l’indipendenza della Catalogna. Gli agenti hanno caricato i cittadini concentrati a protezione delle scuole e degli edifici. Una volta entrati nei seggi, hanno sequestrato le urne e cercato di impedire il voto. In alcune zone ci sono stati scontri e la folla è stata spostata con la forza. A Barcellona alcuni video mostrano come la polizia abbia persino sparato contro le persone usando proiettili di gomma. Una persona è stata colpita a un occhio e un’anziana è rimasta ferita. La polizia ha inoltre caricato una folla di civili usando anche i lacrimogeni in un comune vicino a Girona, Aguiviva, riferisce T3. In immagini diffuse dall’emittente la guardia civil in tenuta antisommossa attacca a manganellate decine di persone fra cui persone anziane pacificamente sedute per terra in difesa del seggio. Caricato con i manganelli anche un gruppo di vigili del fuoco catalani, in divisa e con il casco, che stavano presidiando un seggio in cui si votava per il referendum catalano. “Porteremo la Spagna davanti ai tribunali internazionali”, ha affermato oggi il portavoce del governo catalano.