Il reddito minimo garantito è una forma di sostegno alle persone in difficoltà economica, da non confondere con il concetto di salario minimo e di reddito di base, ovvero il reddito di cittadinanza universale disposto a prescindere dalla condizione economica del singolo. Il Parlamento europeo, con l’approvazione di questo documento, intende fare pressione sulla Commissione Europea affinché affronti l’argomento. Strasburgo in questo modo ha proposto ai Paesi membri di fissare una cifra minima di reddito, basandosi sulla soglia del rischio di povertà e su altri indicatori Eurostat. Ad aiutare le persone più fragili deve essere lo Stato, che deve intervenire garantendo l’accesso ad alloggio, assistenza sanitaria e istruzione, nonché sostegno ai bambini, ai disoccupati, alle famiglie monoparentali e ai senzatetto. Non solo bonus economici, dunque, ma anche un accesso più semplice ai servizi. Il Parlamento Ue ha anche spronato i Paesi a garantire un finanziamento pubblico adeguato a queste misure e a rivedere i requisiti per garantire che siano coperti tutti quelli che ne hanno bisogno.
Secondo i dati dell’Eurostat, nel 2015 erano quasi 120 milioni le persone a rischio povertà ed esclusione sociale. L’obiettivo dell’Ue è quello di ridurre di 20 milioni il numero di persone a rischio entro il 2020. La maggior parte dei Paesi Ue già dispone di programmi simili, osserva l’Europarlamento, ma non tutti forniscono sufficiente sostegno a coloro che ne hanno bisogno.
Esultano i rappresentanti del Movimento 5 Stelle eletti a Bruxelles: “Finalmente abbiamo lo strumento giusto per permettere alla Commissione europea di affrontare la questione del reddito minimo di cittadinanza – ha dichiaro Laura Agea, capo delegazione grillina a Bruxelles – Puntiamo a promuovere una direttiva vincolante e valida per tutti, le istituzioni europee non potranno più voltarsi dall’altra parta quando sentiranno parlare di cittadini in difficoltà. L’unica speranza per abbattere la povertà è l’adozione di un reddito minimo di cittadinanza”. Sul tema è intervenuto anche il rappresentante di Campo Progressista Marco Furfaro: “Non possiamo perdere altro tempo. Chiediamo al governo Gentiloni e a tutte le forze politiche di fare urgentemente quanto necessario per istituire al più presto un sistema che non sia solamente una formula salva-povertà ma anche una formazione di attivazione per le persone, per uscire dalla ricattabilità della precarietà e per garantire continuità di reddito nei momenti di non lavoro”.