venerdì 27 ottobre 2017

SPAGNA. Il Parlamento della Catalogna vota sì all'indipendenza e festeggia in piazza. Rajoy: "Tornerà la legittimità".

Il Senato spagnolo approva l'attivazione dell'articolo 155. "Via Puigdemont, elezioni in 6 mesi”. Tusk: "Spagna è nostro unico interlocutore".


Durerà poco, ma indipendenza è. Il Parlamento catalano ha approvato a scrutinio segreto la risoluzione che dichiara l'indipendenza dalla Spagna e la costituzione della Repubblica catalana. Migliaia di persone festeggiano in piazza Sant Jaume, davanti al palazzo della Generalità. La festa della proclamazione della Repubblica è stata convocata dalle grandi organizzazioni della società civile indipendentista, Anc e Omnium, i cui presidenti Jordi Sanchez e Jordi Cuixart sono detenuti da due settimane a Madrid.
La dichiarazione d'indipendenza è passata con 70 voti a favore, dieci contrari e due schede bianche. I deputati indipendentisti hanno salutato il risultato cantando in piedi l'inno Les Segadores; i partiti unionisti avevano lasciato l'aula prima del voto. A Barcellona migliaia di persone riunite davanti al Parlament hanno accolto la notizia con un boato di gioia. "Un atto criminale e contro la legge", ha tuonato il premier spagnolo Mariano Rajoy, annunciando che "il governo prenderà le misure necessarie per ripristinare la legalità", dopo aver ottenuto l'ok da parte del Senato ad attivare l'articolo 155 della Costituzione.  

Ue e Stati Uniti hanno espresso il loro sostegno a Madrid. 


"La Spagna resta il nostro unico interlocutore", è la risposta di Bruxelles. "L'Ue non ha bisogno di altre crepe", ha dichiarato il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker. Netta anche la posizione dell'Italia: "L'Italia - ha dichiarato il ministro degli Esteri, Angelino Alfano - non riconosce e non riconoscerà la dichiarazione di unilaterale di indipendenza".
In una breve cerimonia solenne nell'atrio del Parlament il presidente catalano Carles Puigdemont ha invitato il popolo della Catalogna a difendere il paese "nelle ore che vengono" restando "sul terreno della pace, del civismo e della dignità. Come è sempre stato e continuerà a essere". "Sì. Abbiamo guadagnato la libertà di costruire un nuovo paese", ha esultato su Twitter il vicepresidente catalano Oriol Junqueras. In tv, intanto, scorrono le immagini dei quasi 650 sindaci catalani riuniti di fronte alla Generalidad che agitano i rispettivi 'bastoni del comando', simbolo del potere municipale come la fascia tricolore italiana.
Si materializza così lo scontro frontale tra Barcellona e Madrid. Su richiesta del premier Rajoy, il Senato ha approvato l'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione che permette all'esecutivo di sospendere il governo autonomo catalano e commissariare di fatto la regione, in attesa di nuove elezioni. "Chiedo tranquillità a tutti gli spagnoli. Lo Stato di diritto ripristinerà la legalità in Catalogna", ha assicurato via Twitter Rajoy subito dopo il voto del Parlamento catalano. Il premier ha convocato un consiglio dei ministri straordinario per le 18 di questa sera. Fonti dell'esecutivo citate da Efe riferiscono che il governo ricorrerà alla Corte costituzionale contro il voto del Parlament. Le stesse fonti hanno aggiunto che nel momento in cui il Senato approverà le misure previste dall'articolo 155 della Costituzione, queste saranno applicate in maniera immediata.
Alla fine, dopo mille tentennamenti, il presidente catalano Carles Puigdemont si è deciso ad andare fino in fondo, anche se la mossa di oggi potrebbe costargli il carcere: la procura generale spagnola, infatti, ha fatto sapere di essere pronta a chiedere la sua incriminazione per "ribellione", un reato che comporta pene fino a trent'anni di reclusione.
"Per l'Ue non cambia nulla. La Spagna resta il nostro unico interlocutore", ha commentato via Twitter il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, aggiungendo di sperare "che il governo spagnolo favorisca la forza dell'argomentazione all'argomento della forza". Il dipartimento di Stato americano ha dichiarato che "la Catalogna è parte integrante della Spagna", e che il governo di Washington appoggia "le misure costituzionali" adottate dall'esecutivo di Madrid per mantenere la nazione "forte e unita".
"Non c'è alternativa" all'applicazione dell'articolo 155: "bisogna ricorrere alla legge per fare rispettare la legge", ha detto Rajoy nel suo intervento davanti al Senato, sottolineando che in Catalogna si è verificata "una violazione evidente delle leggi" e quindi "della democrazia e dei diritti di tutti". La prima mossa sarà destituire il presidente catalano e tutti i membri del Govern. Poi ci sarà la convocazione di nuove elezioni in Catalogna "il più presto possibile", entro sei mesi, dopo il commissariamento della regione ribelle che sarà autorizzato oggi dalla Camera alta.
Rajoy ha ricordato che il governo di Madrid ha dato per due volte l'opportunità a Puigdemont di chiarire se avesse dichiarato o meno l'indipendenza nel Parlament catalano, lo scorso 10 ottobre. Ma Puigdemont "non ha voluto" rispondere e in tal modo è stato lui stesso che ha "scelto" che venga attivato l'articolo 155: "lui e solo lui", ha rincarato Rajoy, aggiungendo che nessun governo democratico avrebbe potuto rimanere "impassibile come se no fosse successo nulla" di fronte alla sfida indipendentista catalana.
Effetto Catalogna sulle banche. Chiude in negativo, a -1,45%, la Borsa di Madrid, maglia nera in Europa. Si allargano gli spread dei bonos spagnoli sul bund tedesco, con un aumento del differenziale di 7 punti base a oltre quota 118. I rendimenti sono aumentati di 6,7 punti base a quasi l'1,59%. Cadono i titoli di tutte le banche spagnole e in particolare degli istituti più esposti nella regione. . Banco sabadell cede il 5,7% mentre caixabank arretra del 5,2%. Nell'ultimo mese, segnato dal referendum catalano dell'1 ottobre, le due banche hanno perso rispettivamente il 13% e il 14%. Quanto agli altri istituti, bbva cede il 3%, bankia il 2,7%, santander l'1,9%. L'ibex35 della borsa spagnola segna -1,6% dopo aver raggiunto anche -2% dopo la proclamazione dell'indipendenza.
Questo il testo della risoluzione approvata dal Parlamento catalano che decide di:
- "Costituire la Repubblica catalana, come Stato indipendente e sovrano di diritto democratico e sociale;
- Disporre l'entrata in vigore della legge di transizione giuridica e di fondazione della Repubblica;
- Iniziare il processo costituente, democratico di base e cittadino, trasversale, partecipativo e vincolante;
- Affermare la volontà di aprire negoziati con lo Stato spagnolo, senza precondizioni, per stabilire un regime di collaborazione a beneficio delle due parti. I negoziati dovranno essere necessariamente su base di parità;
- Porre a conoscenza della comunità internazionale e delle autorità dell'Unione Europea la costituzione della Repubblica catalana e la proposta di negoziato con lo stato spagnolo".

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