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lunedì 2 ottobre 2017
Lettera delle tute blu di Pomigliano a Di Maio: "Vieni in fabbrica e confrontati con noi". Camusso: "Dimostra ignoranza e arroganza"
controlacrisi
“Il candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio dimostra ignoranza e arroganza". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso ha commentato le dichiarazioni sui sindacati da parte del vicepresidente della Camera che ieri ha parlato della necessità di un’autoriforma pena un intervento autoritario da parte del governo.
“Se non si riformeranno – ha detto Di Maio – quando saremo al governo, interverremo noi”. Susanna Camusso gli ha risposto ai microfoni di Radio Articolo1, a margine della manifestazione contro la violenza sulle donne, e ha parlato di "linguaggio autoritario e insopportabile". Nel merito Camusso osserva che "non è il primo che lo dice, ce n'è stato un altro prima di lui, che poi ha fatto il Jobs Act". Di Maio, comunque "dimostra analfabetismo sulla Costituzione, dice cose che non sa, non sa neppure che il sindacato è un'associazione libera che cambia in continuazione perché' radicata nei luoghi di lavoro".
Susanna Camusso non è certo sola nella risposta agli attacchi contro il sindacato. Sul Mattino di Napoli di oggi una lettera della Fiom a Di Maio dagli stabilimenti di Pomigliano: “Fiat, i sindacati sfidano Di Maio: confrontati in fabbrica con noi” (p.10). “Riformare il sindacato? Visto che è candidato premier e che ha già ascoltato gli imprenditori a Cernobbio venga qui da noi a spiegarci come dobbiamo risolvere i gravi problemi della fabbrica». A giudicare dal tono dell'invito sembra che qualcosa si sia allentato nel rapporto fino a qualche tempo fa quasi idilliaco tra Luigi Di Maio e i 19 operai della Fiat di Pomigliano iscritti alla Fiom, militanti sindacali protagonisti di un famoso braccio di ferro con l'amministratore delegato Sergio Marchionne. I metalmeccanici della Cgil nel 2010 furono messi alla porta dello stabilimento per non aver firmato l'accordo Panda, che ritenevano un accordo capestro propedeutico alla cancellazione del contratto nazionale di lavoro in tutto il gruppo automobilistico (revoca che poi effettivamente si verificò). Ma nel 2013, grazie a una serie di battaglie di piazza soprattutto pervia di un'importante sentenza della Corte Costituzionale, l'azienda fu costretta a reintegrarli definitivamente al lavoro. Durante quel periodo il M5s fu molto vicino ai 19 e al loro sindacato. Lo stesso Di Maio da vicepresidente della Camera tuonò contro Marchionne e contro Renzi a causa dell'abolizione dell'articolo 18….
Sui giornali di ieri le prime reazioni a Di Maio. Su Repubblica (che ha pubblicato un commento molto critico di Roberto Mania) ha parlato il segretario confederale della Cgil, Maurizio Landini: “Un solo governo è intervenuto dall’alto. Ed era quello del regime fascista” (intervista di Monica Rubino, p. 6). Su La Stampa di ieri l’intervista alla segretaria generale della Cisl, Anna Maria Furlan: Oltre alle notizie di cronaca La Stampa ha proposto infatti una intervista alla segretaria: “Che parole inutili, dica piuttosto come creare lavoro. Le priorità sono altre, investire in infrastrutture, creare un fisco più amico dell’occupazione” (Nicola Lillo a pagina 6).
Su Facebook è intervenuto ieri anche il segretario generale della Filctem Cgil, Emilio Miceli: " Di Maio va preso sul serio. Le battute sarebbero fin troppo scontate ed il catalogo sulla persona promette di essere infinito. Berlusconi ha cercato pervicacemente di isolare la Cgil; Renzi ha cambiato il segno del diritto del lavoro. Di Maio no. Lui ha passato le colonne d’ercole della democrazia. Lui vuole una legge per disegnare il sindacato che ha in mente. Se il fascismo ha disegnato un modello sindacale e la Costituzione invece ne ha esaltato la sovranità e l’indipendenza, Di Maio torna indietro di una casella. È semplicemente un’idea autoritaria: fascista. Ovviamente, se andasse al governo con queste premesse il paese sarebbe sottoposto ad uno stress non secondario. Nessuno può pensare che il sindacato se ne stia con le mani in mano. Ma quella che adesso mi importa davvero è un’altra questione: se sei di sinistra, per quanto incazzato con il mondo, e soprattutto con quello in cui hai creduto, non puoi stare insieme a quelli lì. Vietato. Non ci sono scuse nè attenuanti. Nessun flirt con quel mondo. Almeno per chi è di sinistra”.
Sempre tramite Facebook anche il commento del segretario generale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti: Bisognerebbe aver lavorato almeno un giorno nella propria vita per poter dire cosa deve fare il Sindacato. Bisognerebbe conoscere le cose e sapere di che cosa si parla. Ma a Di Maio, che si candida a governare il paese, evidentemente non interessa. Oltretutto non è molto originale. Già altri nel recente passato si erano espressi così. E direi che non gli è andata benissimo”.
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