controlacrisi Autore:
fabrizio salvatori
Un’alleanza
trasversale per difendere il Made in Italy di allevatori, agricoltori,
consumatori, sindacalisti, ambientalisti, rappresentanti della societa'
civile e anche qualche soggetto politico come Prc e SI. E’ il profilo di
fondo della bella e grande iniziativa che si è tenuta ieri sotto le
finestnre di Montecitorio.
Il 25 luglio si voterà al Senato: il governo ha forzato la calendarizzazione, nonostante le proteste e le voci di dissenso che ormai emergono anche all’interno della maggioranza parlamentare, a un paio di sedute dall’interruzione estiva dei lavori.
A giungere dalle diverse regioni a Roma insieme a sindaci, assessori, presidenti di Regione e parlamentari di tutti gli schieramenti politici sono stati innanzitutto gli agricoltori della Coldiretti, che si sono mobilitati inmassa. E nelle parole di Roberto Moncalvo, il presidente, contro l'accordo di libero cambio tra Unione Europea e Canada, c’è addirittura l’annuncio di una “mobilitazione permanente” per fare pressing anche con email bombing e tweetstorm sui parlamentari che dovranno votare sulla ratifica del trattato nelle prossime settimane al Senato e alla Camera.
"Una iniziativa di sollecitazione – dice - delle forze politiche e di trasparenza per far conoscere agli italiani i comportamenti di voto dei singoli parlamentari del loro territorio su un tema destinato ad avere un pesante impatto economia, lavoro, salute e ambiente". Un programma di protesta che vedrà la partecipazione di un ampio gruppo di altre organizzazioni (Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch).
A sostenere la mobilitazione degli agricoltori della Coldiretti in piazza sono intervenuti i deputati Giuseppe De Cristofaro (si-sel), Giulio Marcon (Si-Sel), Adriano Zaccagnini (Mdp), Massimiliano Fedriga (capogruppo Lega nord alla camera, Francesco La Forgia (capogruppo Mdp), Alfredo Dattorre (Mdp), Basilio Catanoso (FI), Oreste Pastorelli (Misto-Psi-Pli), Nicola Fratoianni (Si-Sel), Nicodemo Oliverio (Pd), Franco Bordo (Art.1-Mpd), Colomba Mongiello (Pd) e Giorgia Meloni (FdI-An) ed i senatori Giulio Tremonti (Gal), Monica Cirinna' (PdD), Elena Fattori (M5S), Stefano Fassina (SI-Sel) e
Loredana De Petris (Si-Sel). Ma dal palco della Coldiretti hanno parlato anche Gianni Alemanno, gia' ministro delle Politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, gia' ministro delle Politiche agricole, presidente Fondazione Univerde. Susanna Camusso, segretaria generale Cgil, Rossella Muroni, presidente Legambiente, Federica Ferrario di Greenpeace, Cinzia Scaffidi Slow food internazionale, Monica di Sisto di Fair Watch, Elio Lannutti di Adusbef, il presidente di Federconsumatori Emilio Viafora, Luca Zaia, presidente Regione Veneto, l'Assessore all'agricoltura della Regione Lazio Carlo Hausmann e quello della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero e del Molise Vittorino Facciolla, conclude la Coldiretti. "Il movimento no-Ceta cresce nella sensibilita' delle persone che vogliono salvaguardare cio' che in questo paese e in Europa abbiamo conquistato", ha sottolineato la leader della Cgil Susanna Camusso. "Noi- precisa- non siamo certo contro i trattati internazionali, sappiamo di essere in un mondo globalizzato ma vogliamo difendere la nostra cultura e le nostre regole, per cui ai parlamentari diciamo: non abbiate fretta, prendetevi tempo e ascoltate le nostre ragioni".
La sindacalista si rivolge al Parlamento: "Votate no a questo trattato, per determinare le condizioni per una discussione su base diverse". E porta l'esempio della Francia dove c'e' una commissione che ne sta discutendo. Il Ceta, conclude Camusso, "fa male al nostro paese, noi difendiamo il lavoro, il made in Italy e i diritti dei cittadini".
Rosa Rinaldi della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea, anche lei presente all’iniziativa, ha dichiarato: “Il Ceta, il trattato di libero scambio tra UE e Canada è un rischio per la nostra agricoltura, è un favore alle multinazionali, che danneggerà l’economia agricola e non solo del nostro Paese, con gravi conseguenze sia sul versante occupazionale sia su quello della sicurezza e della qualità dei prodotti. Al Parlamento Europeo sia i popolari che i socialisti hanno votato a favore del Ceta, in Italia il Pd, Forza Italia e altri gruppi sono a favore del Ceta e con l’accelerazione imposta ai tempi di discussione operano un vero e proprio scippo di democrazia e trasparenza”. Il Prc si augura che visti i tanti tra deputati e forze politiche hanno affollato il palco per dichiarare la contrarietà al Ceta, arrivino “conseguenti i loro voti in Parlamento, e che non si assentino, all’ultimo momento, come è già accaduto con i senatori di Mdp”.
Il 25 luglio si voterà al Senato: il governo ha forzato la calendarizzazione, nonostante le proteste e le voci di dissenso che ormai emergono anche all’interno della maggioranza parlamentare, a un paio di sedute dall’interruzione estiva dei lavori.
A giungere dalle diverse regioni a Roma insieme a sindaci, assessori, presidenti di Regione e parlamentari di tutti gli schieramenti politici sono stati innanzitutto gli agricoltori della Coldiretti, che si sono mobilitati inmassa. E nelle parole di Roberto Moncalvo, il presidente, contro l'accordo di libero cambio tra Unione Europea e Canada, c’è addirittura l’annuncio di una “mobilitazione permanente” per fare pressing anche con email bombing e tweetstorm sui parlamentari che dovranno votare sulla ratifica del trattato nelle prossime settimane al Senato e alla Camera.
"Una iniziativa di sollecitazione – dice - delle forze politiche e di trasparenza per far conoscere agli italiani i comportamenti di voto dei singoli parlamentari del loro territorio su un tema destinato ad avere un pesante impatto economia, lavoro, salute e ambiente". Un programma di protesta che vedrà la partecipazione di un ampio gruppo di altre organizzazioni (Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch).
A sostenere la mobilitazione degli agricoltori della Coldiretti in piazza sono intervenuti i deputati Giuseppe De Cristofaro (si-sel), Giulio Marcon (Si-Sel), Adriano Zaccagnini (Mdp), Massimiliano Fedriga (capogruppo Lega nord alla camera, Francesco La Forgia (capogruppo Mdp), Alfredo Dattorre (Mdp), Basilio Catanoso (FI), Oreste Pastorelli (Misto-Psi-Pli), Nicola Fratoianni (Si-Sel), Nicodemo Oliverio (Pd), Franco Bordo (Art.1-Mpd), Colomba Mongiello (Pd) e Giorgia Meloni (FdI-An) ed i senatori Giulio Tremonti (Gal), Monica Cirinna' (PdD), Elena Fattori (M5S), Stefano Fassina (SI-Sel) e
Loredana De Petris (Si-Sel). Ma dal palco della Coldiretti hanno parlato anche Gianni Alemanno, gia' ministro delle Politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, gia' ministro delle Politiche agricole, presidente Fondazione Univerde. Susanna Camusso, segretaria generale Cgil, Rossella Muroni, presidente Legambiente, Federica Ferrario di Greenpeace, Cinzia Scaffidi Slow food internazionale, Monica di Sisto di Fair Watch, Elio Lannutti di Adusbef, il presidente di Federconsumatori Emilio Viafora, Luca Zaia, presidente Regione Veneto, l'Assessore all'agricoltura della Regione Lazio Carlo Hausmann e quello della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero e del Molise Vittorino Facciolla, conclude la Coldiretti. "Il movimento no-Ceta cresce nella sensibilita' delle persone che vogliono salvaguardare cio' che in questo paese e in Europa abbiamo conquistato", ha sottolineato la leader della Cgil Susanna Camusso. "Noi- precisa- non siamo certo contro i trattati internazionali, sappiamo di essere in un mondo globalizzato ma vogliamo difendere la nostra cultura e le nostre regole, per cui ai parlamentari diciamo: non abbiate fretta, prendetevi tempo e ascoltate le nostre ragioni".
La sindacalista si rivolge al Parlamento: "Votate no a questo trattato, per determinare le condizioni per una discussione su base diverse". E porta l'esempio della Francia dove c'e' una commissione che ne sta discutendo. Il Ceta, conclude Camusso, "fa male al nostro paese, noi difendiamo il lavoro, il made in Italy e i diritti dei cittadini".
Rosa Rinaldi della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea, anche lei presente all’iniziativa, ha dichiarato: “Il Ceta, il trattato di libero scambio tra UE e Canada è un rischio per la nostra agricoltura, è un favore alle multinazionali, che danneggerà l’economia agricola e non solo del nostro Paese, con gravi conseguenze sia sul versante occupazionale sia su quello della sicurezza e della qualità dei prodotti. Al Parlamento Europeo sia i popolari che i socialisti hanno votato a favore del Ceta, in Italia il Pd, Forza Italia e altri gruppi sono a favore del Ceta e con l’accelerazione imposta ai tempi di discussione operano un vero e proprio scippo di democrazia e trasparenza”. Il Prc si augura che visti i tanti tra deputati e forze politiche hanno affollato il palco per dichiarare la contrarietà al Ceta, arrivino “conseguenti i loro voti in Parlamento, e che non si assentino, all’ultimo momento, come è già accaduto con i senatori di Mdp”.
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