Già consigliere nazionale di Pax
Christi, da anni impegnato con Attac e nei movimenti per l’acqua
e contro le trivellazioni, Antonio De Lellis vive a Termoli, in Molise,
ed è il curatore del volume Il muro invisibile. Come demolire la narrazione del debito (Bordeaux).
Quella che soltanto qualche anno fa sembrava una lotta dei paesi del
sud del mondo contro i Piani di aggiustamento strutturale e il debito
imposto dal Nord del mondo, è oggi diventata una battaglia di movimenti
sociali ed ecclesiali anche nei paesi ricchi. Abbiamo chiesto ad Antonio
De Lellis lo scenario di fondo da cui è nato il libro.
comune-info.net Antonio De Lellis*
Il libro Il muro invisibile. Come demolire la narrazione del debito (Bordeaux) è il frutto di un lavoro durato quindici anni all’interno di esperienze di lotta che vedono i movimenti ecclesiali e sociali stretti da alleanze inedite.
Il libro attraversa un periodo ampio, ma si concentra su come sia
possibile individuare nel “debito”, un modello economico, finanziario,
giuridico, politico, sociale, ambientale, storico e religioso. Il debito
come paradigma su cui ragionare e dalla cui conoscenza partire, per
costruire percorsi di aggregazione che possano cambiare le sorti
dell’umanità sofferente e del pianeta, per riportarlo su binari di
convivialità, giustizia, sostenibilità, uguaglianza e pace, affinché ci
sia per tutti terra, casa e lavoro.
Chiunque
si accinga a leggere queste pagine spero venga investito dalla contro
narrazione che del debito tenteremo di fare. Spero sia un tuffo salutare per non sentirsi più debitori e colpevoli, ma creditori e affrancati da un potere che ci vuole ignoranti, afflitti e obbedienti e al quale dovremmo rispondere con il nostro contropotere fatto di conoscenze, gioia e autorganizzazione.
I
contributi offerti da prestigiosi docenti, attivisti e pensatori che ho
incontrato sulla strada, ai quali va la mia profonda gratitudine,
lasciano sul terreno le preoccupazioni per un periodo ricco di
incognite. Queste ultime generate, ad esempio, dalla recente avanzata di
leader politici “divisivi” o falsamente moderati subalterni ai poteri finanziari,
che assurgono a rappresentanti di quote significative di popolazioni
stanche, rancorose e impoverite, non solo economicamente. Leader che
propongono soluzioni che appartengono ad un passato fallimentare, con
evidenti arretramenti storici, piuttosto che inedite forme di
superamento del grande cambiamento d’epoca che stiamo vivendo,
caratterizzato da una metamorfosi culturale dell’Occidente dagli esiti
imprevedibili. Ma la realtà
probabilmente è che coloro che soffiano sull’odio o urlano alla pancia
della gente, vittima della crisi economica, colgono il consenso solo in
un primo tempo, perché poi si trasformano, essi stessi, in “veicoli
politici” di quegli stessi poteri che hanno causato le crisi e che
animano la rabbia frustrante, generando ulteriori illusioni, le quali, nel frattempo, lasciano sul terreno squarci sociali dilanianti.
Le
grandi forze sociali che sembrano scontrarsi sono animate, da una
parte, dalla rabbia e dalla paura, espressione dell’istinto disperato, e
dall’altra, dal coraggio e dalla lungimiranza, espressioni della
coscienza. Dinanzi alle sventure che stiamo vivendo come umanità
avvertiamo il bisogno di una coscienza che superi l’istinto: di una nuova sapienza.
Oltre ai muri materiali e mentali esiste un muro invisibile che ci
divide molto di più ed in profondità: quello della povertà, delle
disuguaglianze e della scomparsa di un orizzonte di opportunità, fiducia
e speranza. Ci proponiamo di coinvolgere tutte le realtà ed i soggetti
che considerano il debito pubblico, a partire da quello italiano, e non
solo, un tema centrale per affrontare le questioni del lavoro, della
terra, del futuro dei giovani, della valorizzazione dei beni comuni
dentro modelli sociali alternativi che, guardando al presente e al
futuro, sia attento al recupero e al ritorno di principi comuni e
universali di convivenza conviviale.
L’analisi dei processi internazionali e la messa in discussione di un sistema economico innervato dalla “teologia del denaro” fanno da sfondo ad una necessaria campagna antropologica contro uno sviluppo estrattivista e proteso ad una crescita suicida.
La lunga crisi che stiamo vivendo è in realtà l’effetto di diverse
fasi. Oggi si presenta anche come modello di domanda animato nuovamente
dal debito privato. Il nuovo motore della tanto agognata crescita sembra
essere ormai solo il debito che rappresenta non un elemento a sé, isolabile dal contesto. Esso è caratterizzato da una riduzione di spese sociali, una contrazione di investimenti ed un aumento di spese militari.
Il
debito, come elemento caratterizzante una visione del mondo, può essere
uno strumento al servizio del popolo e delle masse diseredate o
diventare strumento di violenza contro di esse. Tutto dipende dall’uso
politico che se ne fa! I trattati europei che invece hanno costruito la
narrazione dominante della competitività, dell’efficientismo e della
colpa del debito sono il risultato della costituzionalizzazione delle
politiche neoliberali. Quando il Fiscal Compact entrerà nel trattato
europeo (previsto per la fine dell’anno) il quadro sarà completato. Solo
per dodici anni (dal 1980 al 1992) ci sono state spese in eccesso. Nel
1992 siamo entrati in austerità. Da allora solo nel 2010 non abbiamo
avuto un avanzo primario. Da allora il nostro debito è passato da 850 a
2270 miliardi di euro nonostante 768 miliardi di risparmi. È
semplicemente successo che su una somma complessiva di 2038 miliardi di interessi, 1270 sono stati pagati a debito (leggi anche Il debito pubblico è come il colesterolo di Francesco Gesualdi).
Se il debito è una leva macroeconomica, usata per pochi, l’audit (indagine sul debito) è un processo politico al liberismo.
Il debito è la cifra del capitalismo contemporaneo. Parlare di
abolizione di debito illegittimo significa parlare di abolizione del
capitalismo. Se l’unico orizzonte è il debito allora lavoriamo per
l’abolizione del debito!
.
Ha aderito alla campagna 2017 di Comune Un mondo nuovo comincia da qui.
Rete per l'Autorganizzazione Popolare - http://campagnano-rap.blogspot.it
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venerdì 7 luglio 2017
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