Eurostop si definisce come un “movimento sociale e politico cui aderiscono persone e partecipano organizzazioni sindacali e politiche, movimenti civili, sociali, ambientali, che agiscono sulla base della democrazia e del consenso, in coerenza con gli obiettivi, i principi e i valori di questa Carta e delle regole condivise”.
I punti dirimenti per l’adesione sono quelli definiti all’inizio del suo percorso: “Eurostop si batte per l’abbandono dell’Euro e la rottura della UE e della NATO, passaggio indispensabile per rovesciare le politiche di austerità e la globalizzazione liberista che hanno distrutto diritti e conquiste sociali di decenni in Europa e ora minacciano la democrazia e le costituzioni antifasciste. La rottura è altresì necessaria per fermare la politica di guerra permanente scatenata dagli USA e dai loro principali alleati”.
La scelta sulla rottura dell’Unione Europea resta dunque quella decisiva da cui discende il programma politico e il programma d’azione. “Le lotte ed i movimenti sociali non hanno mai assunto coerentemente sinora questi tre NO, a EURO -UE -NATO, a volte dandoli per scontati come premessa o come conseguenza dei conflitti, ma senza mai dichiararli apertamente. Questa rimozione, in alcuni casi diventata un vero e proprio tabù, ha reso più deboli tutte le domande sociali di fronte ai ricatti e alle minacce del potere” è scritto nel documento politico che definisce identità e programma di Eurostop e rivendica l’Ital/Exit dalla gabbia Ue/Euro/Nato come passaggio ineludibile per il cambiamento politico e sociale del paese.
E’ evidente come questo impianto politico confligga apertamente con il contemporaneo appuntamento a Roma e con l’ipotesi di Pisapia e del Campo progressista messo in piedi dai transfughi del Pd renziano. In pratica i nostalgici dei “bei tempi” del centro-sinistra, ossia quello decisivo nel massacro sociale seguito all’obbedienza ai Trattati Europei. In quel campo l’ipotesi di totale subalternità all’Unione Europea e a ciò che ne deriva è totale, anzi è fisiologica.
Nell’assemblea di sabato 1 Luglio, Eurostop discuterà e voterà i documenti preparati dai tre gruppi di lavoro nei mesi scorsi. Il programma riassume le questioni centrali del conflitto di classe nella dimensione europea e propone alcune campagne coerenti con esso: le nazionalizzazioni di banche e aziende strategiche; la richiesta di referendum sui Trattati Europei; l’abrogazione dell’81 (obbligo di pareggio di bilancio) imposto in Costituzione dalla Bce con il governo Monti (e votato dal Parlamento da molti che oggi stanno con Pisapia); l’abrogazione della Legge Minniti-Orlando e del complesso di misure repressive che stanno configurando un vero e proprio Stato di polizia.
Ad Eurostop l’adesione sarà individuale e le organizzazioni politiche, sociali e sindacali partecipano come tali, senza perdere identità e autonomia. Si tratta dunque di una sperimentazione concreta – inedita per l’Italia – di un fronte politico e sociale intorno ad un programma condiviso. Una esperienza che comincia a essere guardata con interesse anche in altri paesi europei, come Germania e Spagna. Un articolato messaggio di saluto è già arrivato dalla Plataforma Salir dall’euro spagnola.
L’assemblea nazionale di Eurostop si terrà come è ormai abitudine nella periferia di Roma, nella popolare zona Tiburtina (centro sociale Intifada, via Casalbruciato 15) dalle 10.00 alle 18.00. La votazione sui documenti sarà nel pomeriggio dopo la presentazione e la discussione.
I documenti politici (programma, campagne, organizzazione) sono disponibili sul sito di Eurostop.info:
1) Identità e programma
http://www.eurostop.info/wp-co
2) Organizzazione e campagne http://www.eurostop.info/docum
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