lunedì 15 maggio 2017

Un attivista impertinente intervista un esercente riluttante sull’Arcipelago SCEC di R@P51

isola 0 ridottaQuella che segue è un’intervista immaginaria che un attivista dell’Arcipelago SCEC potrebbe fare a qualunque esercente/artigiano/professionista sulle motivazioni economiche e sociali per entrare o non entrare nel circuito SCEC.


Attivista: Caro esercente, ha mai pensato di entrare attivamente nel circuito SCEC e quindi iniziare ad utilizzare la moneta complementare?

Esercente: Non so cosa sia la moneta complementare né cosa sia il circuito SCEC? Se me lo spiega!?

Attivista: Immagino che, di solito, lei applichi degli sconti ai clienti affezionati? Diciamo dal 10% al 20%

Esercente: Certamente, è una tecnica consolidata di fidelizzazione del cliente che in questo modo è indotto a tornare a fare acquisti nella mia attività.

Attivista: Questo sconto, ipotizziamo del 15%, per lei è una perdita, un mancato incasso!

Esercente: Si, ma con la concorrenza spietata della grande distribuzione è preferibile incassare un po' meno che chiudere l’attività, come è successo a molti esercizi commerciali di prossimità.

Attivista: Bene, con l’introduzione dello SCEC, che è una moneta complementare, usata come pagamento dello sconto, lei perde più il 15% in euro ma incassa il 15% in SCEC. Le ricordo che 1 scec equivale a 1 euro.

Esercente: Bella trovata! io perdo il 15% in euro, come prima, incasso il 15% in SCEC, e poi cosa ci faccio con questi SCEC?

Attivista: Li spende come sconto percentuale presso un altro esercente, come ha fatto il cliente che ha pagato lo sconto in SCEC a lei.

Esercente: Ho capito, ma ai clienti chi glieli da questi SCEC? Li compra? Quanto costano?

Attivista: A tutti quelli che si iscrivono al circuito SCEC, commercianti o consumatori, è indifferente, viene aperto un conto corrente online in SCEC e vengono depositati 100 SCEC.

Esercente: E quanto costa iscriversi a questo circuito?

Attivista: Niente! Né per gli esercenti, né per i consumatori. Non ci sono quote associative da pagare, anche se sono ben accette donazioni in euro per permettere all’associazione di pagare le spese vive anche perché il personale che gestisce il circuito è tutto volontario e non retribuito.

Esercente: C’è qualcosa che non mi torna. Questa associazione crea questa moneta complementare dal nulla? Qual’è la copertura degli SCEC creati. E soprattutto è legale?

Attivista: E’ dal 15 agosto del 1971 che tutti i paesi del mondo creano moneta dal nulla. Da quando Nixon ha sganciato la copertura del dollaro dal corrispondente deposito in oro. Quindi la copertura dello SCEC è la stessa identica copertura dell’Euro o del dollaro: IL NULLA!

Esercente: Mi sta dicendo che la BCE crea gli euro allo scoperto, dal nulla, senza alcuna copertura?

Attivista: Esattamente! Tanto è vero, per capire meglio, che la somma di tutto il denaro, reale e virtuale, esistente sul pianeta terra equivale a circa 15 volte il PIL mondiale. Non c’è alcun rapporto tra il denaro creato e circolante e l’economia reale.

Esercente: Va bene, la BCE crea denaro dal nulla, ma l’associazione Arcipelago SCE non è la Banca Centrale Europea! Lo può fare?

Attivista: Sulla legittimità di questa operazione c’è stata un’indagine della Guardia di Finanza che ha presentato un quesito alla Agenzia delle Entrate la quale ha sentenziato lo SCEC può essere sicuramente utilizzato come forma di sconto incondizionato. Di più: non fa parte dell’imponibile nello scontrino e non ci si pagano le tasse come l’IVA o l’IRPEG.

Esercente: La faccenda si fa interessante! Ma supponiamo che io entri nel circuito, i miei clienti si iscrivono, ricevono 100 SCEC e vengono ad acquistare da me 1000 euro di merce con uno sconto del 10% che mi pagano in SCEC e quindi mi danno 900 euro e 100 SCEC. Ho capito bene?

Attivista: Perfettamente

Esercente: Si ma a questo punto il gioco è finito, dove li prendono altri SCEC per continuare questo processo? Per fare altri acquisti?

Attivista: Quando i suoi clienti avranno finito i primi 100 SCEC, ne riceveranno altri o automaticamente, secondo un calendario ancora da definire, o semplicemente facendone richiesta all’Associazione per e-mail o contattando un punto scec. Il ciclo non si interrompe mai.

Esercente: E’ una meraviglia! Però non capisco una cosa. Ai clienti che si iscrivono viene aperto un conto corrente con un primo deposito di 100 SCEC e poi su richiesta gli vengono depositati altri SCEC, E’ così?

Attivista: Esattamente!

Esercente: E come fa il cliente a consegnarmi gli SCEC di carta?

Attivista: Tutti i clienti di un conto corrente scec, come qualunque correntista, può fare delle transazioni online o ritirare gli SCEC di carta.

Esercente: Come un normale conto corrente bancario?

Attivista: Certamente. Potrebbe, per esempio, versarle suo conto gli SCEC dal proprio conto con un bonifico tramite il computer oppure potrebbe versarle sul conto gli SCEC semplicemente fotografando il suo QR code tramite uno smartphone oppure può semplicemente recarsi presso un punto scec a ritirare gli SCEC di carta. Ce ne è almeno uno in ogni comune.

Esercente: Esistono dei punti scec che operano come degli sportelli bancari?

Attivista: Sì, e non applicano alcuna commissione, né interessi. Sono gestirti da attivisti volontari.

Esercente: Mi ha quasi convinto! Ma l’introduzione di questa moneta complementare nell’economia reale non rischia di generare inflazione?

Attivista: Praticamente no! Primo perché si tratta di una piccola percentuale del costo del bene o servizio, secondo perché quando aumenta la domanda è sufficiente aumentare l’offerta per azzerare l’inflazione.

Esercente: mi può riassumere brevemente perché dovrei aderire al circuito SCEC?
Attivista: per tre motivi:

1° perché questo sistema aumenta il reddito disponibile e spendibile dai consumatori in percentuale pari allo sconto che lei applica sui sui prodotti,

2° perché lei in questo modo recupera lo sconto applicato incassando scec e quindi lo sconto non è più una perdita secca,

3° perché in questo modo recuperiamo un po' di soldi che la grande distribuzione succhia dal territorio e lo manda all’estero, permettendo così di reinvestire quanto recuperato nella comunità locale. Statisticamente il 90% della spesa di ciascuna famiglia viene fatta nei grandi supermercati, questo significa che il 90% della ricchezza di un territorio viene aspirato e pompato all’estero.

Esercente: Ma se è così, perché non si sono associati tutti gli esercenti, artigiani e professionisti?

Attivista: bella domanda!

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