Un attivista impertinente intervista un esercente riluttante sull’Arcipelago SCEC di R@P51
Quella che segue è
un’intervista immaginaria che un attivista dell’Arcipelago SCEC
potrebbe fare a qualunque esercente/artigiano/professionista sulle
motivazioni economiche e sociali per entrare o non entrare nel
circuito SCEC.
Attivista:
Caro esercente, ha mai pensato di entrare attivamente nel circuito
SCEC e quindi iniziare ad utilizzare la moneta complementare?
Esercente:
Non so cosa sia la moneta complementare né cosa sia il circuito
SCEC? Se me lo spiega!?
Attivista:
Immagino che, di solito, lei applichi degli sconti ai clienti
affezionati? Diciamo dal 10% al 20%
Esercente:
Certamente, è una tecnica consolidata di fidelizzazione del cliente
che in questo modo è indotto a tornare a fare acquisti nella mia
attività.
Attivista:
Questo sconto, ipotizziamo del 15%, per lei è una perdita, un
mancato incasso!
Esercente: Si, ma con la concorrenza spietata
della grande distribuzione è preferibile incassare un po' meno che
chiudere l’attività, come è successo a molti esercizi commerciali
di prossimità.
Attivista:
Bene, con l’introduzione dello SCEC, che è una moneta
complementare, usata come pagamento dello sconto, lei perde più il
15% in euro ma incassa il 15% in SCEC. Le ricordo che 1 scec equivale
a 1 euro.
Esercente:
Bella trovata! io perdo il 15% in euro, come prima, incasso il 15% in
SCEC, e poi cosa ci faccio con questi SCEC?
Attivista: Li
spende come sconto percentuale presso un altro esercente, come ha
fatto il cliente che ha pagato lo sconto in SCEC a lei.
Esercente: Ho
capito, ma ai clienti chi glieli da questi SCEC? Li compra? Quanto
costano?
Attivista: A
tutti quelli che si iscrivono al circuito SCEC, commercianti o
consumatori, è indifferente, viene aperto un conto corrente online
in SCEC e vengono depositati 100 SCEC.
Esercente: E
quanto costa iscriversi a questo circuito?
Attivista:
Niente! Né per gli esercenti, né per i consumatori. Non ci sono
quote associative da pagare, anche se sono ben accette donazioni in
euro per permettere all’associazione di pagare le spese vive anche
perché il personale che gestisce il circuito è tutto volontario e
non retribuito.
Esercente:
C’è qualcosa che non mi torna. Questa associazione crea questa
moneta complementare dal nulla? Qual’è la copertura degli SCEC
creati. E soprattutto è legale?
Attivista: E’
dal 15 agosto del 1971 che tutti i paesi del mondo creano moneta dal
nulla. Da quando Nixon ha sganciato la copertura del dollaro dal
corrispondente deposito in oro. Quindi la copertura dello SCEC è la
stessa identica copertura dell’Euro o del dollaro: IL NULLA!
Esercente: Mi
sta dicendo che la BCE crea gli euro allo scoperto, dal nulla, senza
alcuna copertura?
Attivista:
Esattamente! Tanto è vero, per capire meglio, che la somma di tutto
il denaro, reale e virtuale, esistente sul pianeta terra equivale a
circa 15 volte il PIL mondiale. Non c’è alcun rapporto tra il
denaro creato e circolante e l’economia reale.
Esercente: Va
bene, la BCE crea denaro dal nulla, ma l’associazione Arcipelago
SCE non è la Banca Centrale Europea! Lo può fare?
Attivista:
Sulla legittimità di questa operazione c’è stata un’indagine
della Guardia di Finanza che ha presentato un quesito alla Agenzia
delle Entrate la quale ha sentenziato lo SCEC può essere sicuramente
utilizzato come forma di sconto incondizionato. Di più: non fa parte
dell’imponibile nello scontrino e non ci si pagano le tasse come
l’IVA o l’IRPEG.
Esercente: La
faccenda si fa interessante! Ma supponiamo che io entri nel circuito,
i miei clienti si iscrivono, ricevono 100 SCEC e vengono ad
acquistare da me 1000 euro di merce con uno sconto del 10% che mi
pagano in SCEC e quindi mi danno 900 euro e 100 SCEC. Ho capito bene?
Attivista:
Perfettamente
Esercente: Si
ma a questo punto il gioco è finito, dove li prendono altri SCEC per
continuare questo processo? Per fare altri acquisti?
Attivista:
Quando i suoi clienti avranno finito i primi 100 SCEC, ne riceveranno
altri o automaticamente, secondo un calendario ancora da definire, o
semplicemente facendone richiesta all’Associazione per e-mail o
contattando un punto scec. Il ciclo non si interrompe mai.
Esercente: E’
una meraviglia! Però non capisco una cosa. Ai clienti che si
iscrivono viene aperto un conto corrente con un primo deposito di 100
SCEC e poi su richiesta gli vengono depositati altri SCEC, E’ così?
Attivista:
Esattamente!
Esercente: E
come fa il cliente a consegnarmi gli SCEC di carta?
Attivista:
Tutti i clienti di un conto corrente scec, come qualunque
correntista, può fare delle transazioni online o ritirare gli SCEC
di carta.
Esercente:
Come un normale conto corrente bancario?
Attivista:
Certamente. Potrebbe, per esempio, versarle suo conto gli SCEC dal
proprio conto con un bonifico tramite il computer oppure potrebbe
versarle sul conto gli SCEC semplicemente fotografando il suo QR code
tramite uno smartphone oppure può semplicemente recarsi presso un
punto scec a ritirare gli SCEC di carta. Ce ne è almeno uno in ogni
comune.
Esercente:
Esistono dei punti scec che operano come degli sportelli bancari?
Attivista:
Sì, e non applicano alcuna commissione, né interessi. Sono gestirti
da attivisti volontari.
Esercente: Mi
ha quasi convinto! Ma l’introduzione di questa moneta complementare
nell’economia reale non rischia di generare inflazione?
Attivista:
Praticamente no! Primo perché si tratta di una piccola percentuale
del costo del bene o servizio, secondo perché quando aumenta la
domanda è sufficiente aumentare l’offerta per azzerare
l’inflazione.
Esercente: mi
può riassumere brevemente perché dovrei aderire al circuito SCEC?
Attivista:
per tre motivi:
1° perché questo
sistema aumenta il reddito disponibile e spendibile dai consumatori
in percentuale pari allo sconto che lei applica sui sui prodotti,
2° perché lei in
questo modo recupera lo sconto applicato incassando scec e quindi lo
sconto non è più una perdita secca,
3° perché in
questo modo recuperiamo un po' di soldi che la grande distribuzione
succhia dal territorio e lo manda all’estero, permettendo così di
reinvestire quanto recuperato nella comunità locale. Statisticamente
il 90% della spesa di ciascuna famiglia viene fatta nei grandi
supermercati, questo significa che il 90% della ricchezza di un
territorio viene aspirato e pompato all’estero.
Esercente: Ma
se è così, perché non si sono associati tutti gli esercenti,
artigiani e professionisti?
Attivista:
bella domanda!
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