martedì 30 maggio 2017

Voucher, il Governo continua per la sua strada, confortato dalla Cisl. E la Cgil annuncia una manifestazione il 17 giugno. Tra le più accese sostenitrici dei nuovi buoni-lavoro un ex cgiellina





controlacrisi  fabrizio salvatori
Si apre oggi una settimana decisiva per il governo Gentiloni. La questione voucher è ormai ad alta tensione politica. La Cgil ha subito bocciato l’emendamento presentato sabato e ora annuncia battaglia, mentre sul fronte della politica non si allentano le polemiche interne al Pd, anche se c’è chi frena sulla crisi di governo. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per esempio, ha escluso che si possa aprire una crisi di Governo sui buoni lavoro, anche se poi i deputati “orlandiani” non hanno partecipato al voto in commissione e solo i voti di Forza Italia hanno permesso all'emendamento di governo di essere approvato. Il testo dell'esecutivo prevede, al posto dei vecchi voucher, l'introduzione del Libretto famiglia per i lavoretti domestici e del contratto di prestazione occasionale per le microimprese sotto i 5 dipendenti. Orlando chiede che la norma sia cambiata con l'auspicio di "trovare uno strumento che tenga conto delle esigenze delle imprese ma che sia concordato con le parti sociali". Gli ex bersaniani di Mdp continuano a dirsi contrari alla nuova versione dei buoni lavoro immaginata dal governo e hanno annunciato che non sosterranno la manovra anche se verrà messa la fiducia. Domani è in programma una conferenza stampa di Pippo Civati e Nicola Fratoianni, rispettivamente leader di Possibile e segretario di Sinistra italiana.

I ministri del Governo, a vario titolo, continuano a difendere l'emendamento a spada tratta. E in campo sono scesi anche alcuni parlamentari di maggioranza, come Titti Di Salvo (vice-presidente gruppo Pd alla Camera), curiosamente ex-cgiellini di pluridecennale militanza. "I nuovi contratti coprono - spiega - innanzitutto un vuoto normativo sul lavoro occasionale, evidenziato dalla Cassazione, segnalato dagli Odg di tutte le forze politiche presentati a marzo in occasione del decreto di soppressione dei voucher, tema su cui il presidente consiglio si era impegnato per una soluzione entro l'estate. Le modalita' per l'utilizzo costituiscono, poi, un'altra novita': viene introdotta la totale tracciabilita' dell'utilizzo e del pagamento, che non potra' avvenire in contanti. E' percio' un manifesto contro l'illegalita', il lavoro nero e il lavoro grigio. Le regole, infatti, aiutano i piu'
deboli, i piu' esposti al ricatto del lavoro purche' sia e aiutano anche le imprese sane esposte alla concorrenza sleale di altre. Si tratta, dunque, di uno strumento contrattuale utile per le famiglie e le imprese; che potra' essere utilizzato entro precisi limiti, in modo che sia effettivamente destinato al lavoro occasionale". I limiti sono economici, per non piu' di 5000 euro l'anno
e altri limiti sono normativi, attraverso l'esclusione delle imprese con piu' di 5 dipendenti e di alcuni settori produttivi". Quanto al rapporto con le parti sociali, il ministro Poletti ha detto di averle incontrate separatamente.

Susanna Camusso, leader della Cgil, non si dice per niente convinta. "Non so se Poletti ha fatto un corso di fantasia applicata... Non so di cosa parli... Hanno fatto una legge che abrogava i voucher poi hanno reintrodotto una cosa di cui l'unica cosa diversa e' il nome, usando un veicolo che imbarazza a tutti. Sono esattamente quella cosa li'", ha detto oggi arrivando ad un convegno del sindacato europeo. Poletti ha detto che con le nuove norme inserite in manovra i voucher non tornano. Per Camusso e' addirittura "tecnicamente possibile" che che il Presidente della Repubblica possa non firmare il testo in quanto "detentore della Costituzione" e comunque "puo' usare moral suasion per spiegare cosa e' coerente e cosa no". Per la Cgil siamo di fronte alla "violazione dell'articolo 75 della Costituzione" e il decreto 'manovrina', conclude Camusso e' diventato "un testo omnibus".

Intanto, il 17 giugno la Cgil ha messo in campo una manifestazione in piazza San Giovanni. "Il 17 giugno intendiamo riempire piazza San Giovanni a Roma di lavoratori e di cittadini che manifestano per difendere la Costituzione, lo facciamo non per dividere ma per unire questo Paese partendo dalla convinzione, sancita nella nostra Carta, che attraverso il lavoro si afferma il diritto e la possibilità di vivere con dignità: la democrazia è sotto attacco", dice Maurizio Landini in una intervista sul "Fatto Quotidiano".

Dalla Cisl, che non si è mai appassionata a questa battaglia, intanto non arrivano segnali incoraggianti. "Riteniamo i voucher- sottolinea Anna Maria Furlan, leader della Cisl - molto utili per le famiglie e le onlus, e possibilmente se detassati; mentre non
ci convincono cosi' come sono per l'agricoltura perche' non riguardano solo il momento del raccolto o della vendemmia. Va
ristretto il loro utilizzo in agricoltura. Tuttavia il tema dei voucher rappresenta lo 0,1% del mondo del lavoro eppure rischia di far cadere il governo. Cio' dimostra come il dibattito politico si soffermi su questioni accessorie, piuttosto che su quelle fondamentali e sulle scelte strategiche per rilanciare il Paese".

Oggi in commissione Bilancio alla Camera verranno votati gli ultimi emendamenti prima dell'approdo in aula della manovra che dovrebbe avvenire domani. Diversi i punti importanti ancora da approvare: la norma per salvare i 5 direttori dei musei sospesi dopo una sentenza del Tar, quelle che ripristinano i poteri dell'Anac cancellati con le correzioni al Codice appalti, il decreto su Alitalia con il prestito ponte da 600 milioni dello Stato alla compagnia, l'esclusione dei fondi pensione dal bail in. Secondo molti osservatori, se il governo dovesse porre la questione di fiducia, si aprirebbe un doppio problema politico. In primo luogo la maggioranza sarebbe a rischio che Mdp non intende votare sì alla reintroduzione dei voucher. Nello stesso tempo si fermerebbero i lavori parlamentari e, di conseguenza, anche la discussione sulla legge elettorale, anche se nelle ultime ore sono in tanti a cercare di tirare la volata ad una riforma elettorale modello tedesco. Il presidente Mattarella chiede un impegno per blindare la manovra, poi si andrebbe alle urne con la nuova legge elettorale. Anche da Grillo e dal movimento delle Cinque Stelle il via libero al modello tedesco.

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