domenica 21 maggio 2017

Canapa. La canapa sfamerà il mondo: la Nasa crede in tre bresciani.

La coltura diffusa fino agli anni Quaranta, sta tornando nella Bassa e anche la Nasa ci crede. Con una spesa di soli 15 euro si possono coltivare mille metri quadri di terreno.

Una pianta di canapa salverà il pianeta. Perché per produrla non servono i pesticidi ed i concimi necessari per i cereali (mais in primis). Ed il raccolto ha un’incredibile duttilità: farina, olio, ma anche mattoni, tessuti, bioplastiche (compresi i cruscotti delle automobili). Lo sapevano bene i nostri trisavoli, che l’hanno coltivata per secoli nella Bassa, fino agli anni Quaranta (e all’arrivo delle fibre sintetiche). Ora nel solco di quel «ritorno alla terra» in cui credeva il filosofo enogastronomo Luigi Veronelli, la canapa sativa (da non confondere con la cannabis indica, ad alto thc e con forte potenziale di sballo) sta ritornando anche nel Bresciano.
I vantaggi della coltivazione di canapa
Nelle potenzialità di questa pianta crede anche la Nasa, che ha valutato positivamente il progetto presentato al primo «Hackaton spaceapps challenge» tenutosi a Vicenza a fine aprile. Tre giovani bresciani (Chiara Chiesa, Stefano Chen Sipeng e Federico Cremonini, proprietario di Agricanapa) hanno partecipato alla sfida proponendo una soluzione per migliorare la vita sulla terra e nello spazio (esplicativo il nome della sezione tematica: Earth and us: what’s for dinner?). «Abbiamo proposto un progetto di coltura di canapa in Africa - spiega Chiesa -. Con una spesa di soli 15 euro si possono coltivare mille metri quadri di terreno. Non servono concimi e diserbanti. E con sole due piogge l’anno si possono ottenere 3 chili di farina al mese ma anche semi da cui ottenere olio ed un succo iperproteico. Cibi da usare anche in caso di carestie e guerre. E con la paglia abbiamo proposto la realizzazione di un piccolo magazzino». Se fosse inserita nel ciclo delle culture locali, arricchirebbe l’alimentazione di molte tribù oggi costrette a cibarsi solo di polenta di mais: «La canapa contiene omega 3 e 6 al pari dell’olio di merluzzo» chiude Chiesa, che si sta organizzando per far arrivare a Brescia la prossima Spaceapps challenge. Una sfida, quella dei tre bresciani, che prosegue idealmente il tema clou di Expo 2015 (Nutrire il pianeta).
La produzione di Agricanapa
Una sfida raccolta da Agricanapa di Cremonini che dal 2014 nella Bassa (la sede è a Bagnolo Mella) coordina 70 ettari di coltivazioni di canapa. Il rapporto costi benefici, in tempi di diversificazione colturale imposta dalla nuova Pac, è molto vantaggioso. Oltre ai contributi Ue ( da 100 a 450 euro per ettaro) si producono mediamente 130 quintali di bacchetta secca per ettaro, che venduti a 15 euro al quintale fruttano ricavi di 1.950 euro l’ettaro (info su agricanapa.com). Poi ci sono le coltivazioni da seme. Perché della canapa non si butta nulla. È destinata a diventare il «maiale» del terzo millennio.
pgorlani@rcs.it

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