mercoledì 24 maggio 2017

Sentenza Consiglio di Stato: ora basta con i “giochi” sull’acqua pubblica


Acqua-democrazia
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Con sentenza del 16 maggio il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dei Sindaci resistenti di Arsoli, Agosta, Canale Monterano, Civitavecchia, Ladispoli, Marano Equo e Roviano contro la Regione Lazio per l'annullamento della nota 141497 del 13/03/2015, con la quale si diffidavano i comuni ad affidare le infrastrutture idriche ad ACEA ATO2 S.p.A, gestore del Servizio Idrico Integrato.
D’altra parte lo stesso Consiglio di Stato ha sancito che le spese di lite “possono essere compensate con riguardo alla Regione Lazio, sussistendo giusti motivi”. Ha rilevato quindi che essa, non ottemperando a una puntuale gestione dell’acqua, non ha dato seguito alle proprie Leggi.


E’ grave poi che la Citta Metropolitana di Roma Capitale e Acea Ato2 S.p.A., nella costituzione in giudizio abbiano, di fatto, prospettato al Consiglio di Stato una situazione che non risponde alla realtà poiché Acea Ato2 S.p.A. non è “una società a integrale partecipazione pubblica”, infatti solo una piccola parte della società è proprietà dei Comuni mentre il 95% appartiene ad ACEA S.p.A società mista, quotata in borsa, con il 49% delle quote azionarie saldamente in mano ai privati; quegli stessi privati di cui anche questa nuova Amministrazione capitolina pentastellata continua e difendere gli interessi, come pubblicamente espresso dalla Sindaca Virginia Raggi e dal Presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito in occasione del recente rinnovo del CdA.

E’ triste constatare, nonostante i proclami, la volontà unanime delle forze politiche in campo di ignorare l’esito referendario e persistere nel non voler eliminare i profitti dall’acqua come chiaramente sancito dal voto di 27 milioni di cittadini nel giugno 2011.

Non lo fa la Regione Lazio che, in aperta contraddizione con sé stessa, da due anni lascia ‘dormire nel cassetto’ la proposta di Legge 238/2015, attuativa della Legge 5/2014 “Tutela, Governo e Gestione Pubblica delle Acque” (votata all’unanimità dal Consiglio Regionale).

Non lo fa l’Amministrazione Capitolina che avrebbe potuto astenersi dal giudizio ma invece va apertamente contro i Comuni dell’Area Metropolitana che essa stessa governa, costretti, da un sistema di voto penalizzante e antidemocratico, a subire passivamente una gestione dell’Acqua essenzialmente romanocentrica.

A questi giochetti delle parti non ci stiamo!

Chiediamo:
  • a Zingaretti di uscire dall’immobilismo e dare avvio al percorso di approvazione della proposta di Legge 238/2015, depositata in Regione dai Comitati dell’Acqua Pubblica, affinché si arrivi al più presto alla ridefinizione dei nuovi ABI (gli ambiti di gestione del Servizio Idrico) e sia attuata la nuova Convenzione di Cooperazione che prevede la partecipazione fattiva di comuni, cittadini e lavoratori;
  • alla Sindaca Raggi di dare avvio al percorso di ripubblicizzazione dell’Acqua a partire da ACEA ATO2, dando seguito al mandato avuto dai cittadini romani sulla base del suo programma elettorale.
22 Maggio 2017.
 
#AcquaPubblicaOra, #AceaPubblicaOra
Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio

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