Galoppa, galoppa,
in punta di
lancia
ma mentre galoppa
ha fitte alla pancia.
L'Amico
del Sole
che gli sta accanto,
gli chiede: - Fa male?
-
E lui: pure tanto!
- Fermiamoci allora
al Vecchio
Mulino,
io penso all'abbacchio
e tu versa il vino.
Appena
bevuto
il primo goccio
appare un nanetto
Gli Amici
sorpresi
gli fanno: - Compare,
mangia con noi
se ti fa
piacere...
Dicci di te,
del tempo ch'è andato,
com'era
il drago
che t'ha trasformato?
- Son sempre
stato
quest'essere qua,
somiglio alla mamma
e tanto a
papà.
- E come mai
sei triste e abbattuto,
t'hanno
picchiato
o sei caduto?
- Ero il principe
di
Schiattacuore,
la mia tristezza
la debbo
all'amore.
Comparve Favilla,
la Fata di Pera,
mi vide,
la vidi,
non venne più sera.
Perdemmo il senso,
del
giorno e dell'ora,
il Vecchio Mulino
la nostra dimora.
Fu
neve e sole,
rugiada in giardino,
cielo stellato,
fiori
al mattino.
Furono rose,
garofani e gigli,
il mondo
incantato
ma, vennero i figli.
Vennero i figli
del
Vecchio Mugnaio
scomparso nel secolo
scorso, in
gennaio.
Dissero: - Mamma,
il Mulino è nostro
e per
favore,
caccia via il mostro!
Guardai la Fata,
vidi
il suo cuore
svanire nel nulla
come il tepore.
E come
è finita?
- disse al nanetto -
l'Amico del Sole
bevendo
un goccetto.
Preparai un dolce
di pere cotte,
finsi
d'andare
ma tornai la notte.
Sbarrai le finestre,
uscii
dalla porta,
chiusi con l'ultima
chiave di scorta.
Passai
alla chiesa,
fissai la croce,
e li
lasciai
tutti
in santa pace.
- E adesso che fai
qui solo
soletto?
Mi godo la vita!
- disse il nanetto -
Aspetto
chi viaggia
lungo la via
e s'è gentile,
lo lascio
andar via.
- E se
è scortese?...
- A me non importa:
dolce alle pere
e
chiudo la porta.
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