martedì 23 maggio 2017

La banca islamica senza interessi.


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Nel Nome di Allah, il Clemente, il Misericordioso
O voi che credete, non cibatevi dell’usura che aumenta di doppio in doppio.
E temete Allah, affinché possiate prosperare
( Corano III. Al-’Imran, 130 )

La proibizione dell’interesse nell’Islam.

Nonostante i suoi alti e bassi la finanza dei paesi occidentali è vista da molti come l’unico sistema funzionante, ma il sistema basato sull’interesse, sul risk-free, sulle derivate, sui bond, sulla speculazione, sull’arbitraggio etc… non è l’unica opzione disponibile,e i paesi islamici ne sono la prova.
Infatti la religione risolve la questione della finanza attenendosi al Corano, e ai cinque pilastri dell’Islam. La cosiddetta finanza islamica gira attorno al valore del fare le cose volontariamente per il “Bene” rispettando gli infiniti doni di Allah ( gloria a Lui l'Altissimo ). Ciò implica che gli investitori devono accertarsi di dove i loro soldi sono diretti, e che non vengano usati per scopi non etici come droghe o pornografia.
Cosi facendo i musulmani si assicurano che i propri investimenti siano socialmente responsabili e che non vengano usati per l’adempimento di azioni in contrasto con le leggi del Corano. Un altro aspetto attorno al quale gira il sistema finanziario islamico e specialmente quello bancario, è l’assenza di tassi d’interesse bancari di ogni tipo.

Per questa ragione azioni o bond detti risk-free sono considerati usura ( riba ), perché in assenza di rischio il tasso d’interesse non è giudicato come una ricompensa ma semplicemente un pagamento ingiusto per dei capitali immobili.
Ad esempio se una persona decide di pagare una macchina a rate, e sommando la rata di ogni mese, vede che il risultato finale supera l’ammontare che avrebbe pagato se avesse deciso di pagare la vettura interamente il giorno dell’acquisto, questo comportamento è tradotto come usura nel mondo islamico.
La religione vieta ogni tipo di tasso d’interesse su qualsiasi somma di denaro in quanto giudicata come un guadagno ingiusto e all’origine di sfruttamento.
La riba'
Nel sacro Corano e negli hadith l'interesse ( RIBA'), è espressamente vietato.
L’etimologia del termine RIBA’ deriva dalla radice araba RaBâ che vuol dire aumentare.
Vi sono due tipi principali di RIBA’:
1- Riba’ an-Nasîah (chiamata anche Riba’ al-Qur’an, la riba’ del Corano).
L’etimologia del termine Nasiah si riferisce alla radice NaSiYa, che vuol dire differire, rinviare. Quindi, questo tipo di Riba’ si riferisce al pagamento differito maggiorato al principale prestatore; cioè riconosce un tempo-valore per il denaro.
Questo genere di Riba’ è strettamente proibito nel Corano, ed è uno dei peccati più gravi.
2- Riba’ al-Fadl (chiamata anche Riba’ as-Sunnah, la riba’ che viene proibita dalla Tradizione del Profeta( pace e benedizione su di lui ) perché ‘giustificherebbe’ la più grave Riba’ an-Nasiah, conducendo ad essa.

L'interesse è vietato non solo nella religione islamica..

C'è da dire che la proibizione dell'interesse e dell'usura non è un’innovazione propria della religione islamica rispetto alle tradizioni precedenti: tale divieto si trova in tutte le precedenti forme di rivelazione date da Dio a tutti i profeti.
Nel Vecchio Testamento troviamo:
Se presti denaro al mio popolo, all’afflitto accanto a te, non devi divenire verso di lui come un usuraio. Non gli dovete imporre interesse (ESODO 22,25) E nel caso che tuo fratello divenga povero e sia dunque economicamente debole accanto a te, lo devi anche sostenere. Come residente forestiero e avventizio, deve rimanere in vita con te. Non prendere da lui interesse e usura, ma devi aver timore del tuo Dio; e il tuo fratello deve rimanere in vita con te. Non gli devi dare il tuo denaro a interesse, e non devi dare il tuo cibo a usura (LEVITICO 25, 35-37)E nel Nuovo Testamento troviamo:E se prestate a coloro dai quali sperate di ricevere, quale merito ne avete? Anche i peccatori prestano ai peccatori per ricevere altrettanto. Al contrario, continuate ad amare i vostri nemici e a fare il bene e a prestare, senza sperare nulla in cambio… (LUCA 6, 34-35)La prima banca senza interesse della storia fu istituita prima della nascita del profeta Muhammad e si chiamava Agibi, venne aperta a Babilonia intorno al 700 a.C., e funzionava esclusivamente su basi d’equità.
Nel Corano
Il primo versetto del Corano a menzionare la riba’ venne rivelato alla Mecca, e non aboliva la pratica, ma si limitava a denunciarne la sua negatività spirituale:Nel nome di Allah, il Cemente, il Misericordioso.
Ciò che concedete in usura, affinché aumenti a detrimento dei beni altrui, non li aumenta affatto presso Allah.
Quello che invece date in elemosina bramando il volto di Allah, ecco quel che raddoppierà
( Corano XXX. Ar-Rum (I Romani), 39 )
Successivamente, dopo l’emigrazione a Medina, vi fu la rivelazione di un altro versetto, più severo:Nel nome di Allah, il Cemente, il Misericordioso.
O voi che credete, non cibatevi dell’usura che aumenta di doppio in doppio.
E temete Allah, affinché possiate prosperare
( Corano III. Al-’Imran (La famiglia di ‘Imran), 130 )
Infine, tra gli ultimi versetti del Corano ad essere rivelati, vi sono i seguenti, che inequivocabilmente proibiscono totalmente la pratica del prestito ad interesse:Nel nome di Allah, il Cemente, il Misericordioso.
Coloro invece che si nutrono di usura resusciteranno come chi sia stato toccato da Satana.
E questo perché dicono: “Il commercio è come l’usura!”.
Ma Allah ha permesso il commercio e ha proibito l’usura.
Chi desiste dopo che gli è giunto il monito del suo Signore, tenga per sé quello che ha e il suo caso dipende da Allah.
Quanto a chi persiste, ecco i compagni del Fuoco. Vi rimarranno in perpetuo.
Allah vanifica l’usura e fa decuplicare l’elemosina. Allah non ama nessun ingrato peccatore. ( Corano II. Al-Baqara, 275-276 )
Nel nome di Allah, il Cemente, il Misericordioso.
O voi che credete, temete Allah e rinunciate ai profitti dell’usura se siete credenti.
Se non lo farete vi è dichiarata guerra da parte di Allah e del Suo Messaggero; se vi pentirete, conserverete il vostro patrimonio. Non fate torto e non subirete torto.
( Corano II. Al-Baqara, 278-279 )
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