lunedì 22 maggio 2017

Conti pubblici, in nove anni mille miliardi tondi tondi spillati ai contribuenti. La rapina travestita da austerità di un'Europa che di fatto sta fallendo.

Negli ultimi 9 anni sono state varate manovre sui conti pubblici per complessivi 960 miliardi di euro. Si tratta di risorse finanziarie sparse in 52 provvedimenti normativi e 1.099 nuove voci di entrate nelle finanze statali e locali. Questi i risultati principali di una ricerca del Centro studi di Unimpresa, che ha incrociato gli effetti di tutti le misure di spesa e di entrata approvate tra il 2008 e il 2017.
Secondo la ricerca, l'indebitamento netto e' cresciuto di 175 miliardi, con il fisco italiano che continua a essere il peggiore d'Europa.
L'analisi dell'associazione, poi - basata su dati della Corte dei conti, del Tesoro e dell'Ocse - si focalizza sul confronto internazionale e in particolare sui problemi del sistema tributario italiano. L'economia sommersa in Italia e' pari al 21,1% del prodotto interno lordo rispetto alla media dell'Unione europea del 14,4%. L'evasione complessiva in Italia e' al 24% del pil, mentre la media europea e' inferiore al 20%. In particolare, l'evasione dell'Imposta sul valore aggiunto (Iva) ha raggiunto la quota del 30,2% (sempre rispetto al pil), da confrontare col 17% della media europea. Il tasso di riscossione e' pari ad appena l'1,13%, molto meno rispetto al 17,1% medio in questo caso dei Paesi Ocse.

Quanto alla pressione fiscale complessiva, tenendo conti sia del carico tributario sia di quello contributivo, il tasso in Italia raggiunge il 64,8% rispetto al 40,6% del livello medio riscontrato in Europa. Anche dal punto di vista del lavoratore, il confronto e' impietoso: il cuneo fiscale e' pari in Italia al 49% mentre in Ue non arriva al 39%: si tratta della differenza fra il costo del lavoro a carico dell'imprenditore e la busta paga netta. I costi della burocrazia, parametrati sugli obblighi fiscali, sono pari a 269 giorni lavorativi in italia e a 173 giorni in media in Ue.

"Sono stata fatte tante scelte sbagliate, negli ultimi anni. La crisi avrebbe dovuto rappresentare l'occasione per ridurre finalmente e definitivamente le tasse sia quelle a carico delle famiglie sia quelle a carico delle imprese" commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci. "Purtroppo - continua Pucci - tutti i governi che si sono succeduti hanno preferito insistere e spingere sulla leva fiscale, aumentando anche le voci di spesa". Le tasse continueranno a crescere anche nei prossimi anni. le entrate pubbliche sfonderanno il muro degli 800 miliardi nel 2018. Si va incontro, infatti, a una stangata fiscale da quasi 80 miliardi di euro tra il 2017 e il 2020. Nei prossimi quattro anni le tasse saliranno di 77,3 miliardi: dai 788 miliardi del 2016, quest'anno si arrivera' a 799 miliardi per poi salire progressivamente fino agli 865 miliardi del 2020, con una impennata complessiva del 9,81%. "I numeri dicono sempre la verita' e smascherano le prese in giro del governo, delle quali siamo ormai stufi" conclude Pucci.

Nessun commento:

Posta un commento