Così il parroco e il "gabibbo" sfruttavano i 100milioni dello Stato destinati ai profughi per comprarsi villa e beni
"Con i milioni di euro elargiti dal Viminale per gestire l'accoglienza dei migranti aveva comprato case, macchine, barche, persino un cinema. Perché Leonardo Sacco, governatore da oltre 15 anni della Fraternita di Misericordia di Isola Capo Rizzuto, amministrava il centro come se fosse un'azienda privata. E lo faceva sotto la direzione di don Edoardo Scordio, il parroco che in realtà per i magistrati è il vero «dominus» della struttura. E secondo un «pentito» sarebbe addirittura «il padre biologico di Sacco»".Il Corriere spiega come i due fossero collegati con la cosca Arena "alla quale assicuravano un'ampia fetta dei guadagni attraverso i contratti di appalto intestati a prestanome, ma anche l'assunzione di parenti e amici"
Secondo il pentito Oliverio "Sacco, per il tramite della Misericordia, garantiva alla famiglia Arena moltissimi posti di lavoro cioè faceva lavorare le persone segnalate dagli Arena", fatto confermato dai controlli degli inquirenti.
Con il denaro pubblico sono finiti sotto sequestro "15 società attive nel settore agricolo, della ristorazione, del turismo, dell'edilizia, della prestazione di servizi, 129 immobili (tra cui 46 abitazioni, 1 residence, 4 ville, 9 garage, 6 depositi, 6 negozi e 38 ettari di terreno), 81 autovetture, 27 ambulanze e 5 imbarcazioni, nonché 90 rapporti bancari e 3 polizze assicurative, per un valore complessivo di circa 70 milioni di euro", riconducibili alla Confraternita e ai boss.
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