sabato 20 febbraio 2016

Vittorio Mantelli, la sua "Città del volo" contro la speculazione e la barbarie del capitale. Ieri l'incontro per ricordarlo.

A poco più di un anno dalla scomparsa di Vittorio Mantelli, si è svolto ieri nell'aula consigliare del Comune di Fiumicino un incontro molto partecipato su uno dei lavori più preziosi che ci ha lasciato, la proposta di legge della Città del Volo (video).
 
controlacrisi.org fabrizio salvatori
Tra i promotori, l'associazione "Terre" e "Controlacrisi" che con questa conferenza hanno voluto ricordare la figura di Vittorio attraverso uno dei suoi lavori più completi. Angelo De Marco e Fabio Sebastiani hanno introdotto i lavori. Tra i relatori, Marco Trasciani e Riccardo Filesi. Sono intervenuti Ivano Peduzzi (Ex Consigliere Regionale del Lazio) Esterino Montino (Sindaco di Fiumicino) Anna Maria Anselmi (Assessore Attività Produttive del Comune di Fiumicino), Silvana de Nicolò (M5S) Eugenio Stanziale (Filt Cgil Roma e Lazio), Susi Colella (USB), Antonio Amoroso (CUB).

Il progetto preparatorio fu presentato nel 2005 e fu, sotto molti aspetti, decisamente profetico di quel che sarebbe accaduto con il disastro Alitalia e con la precarizzazione del lavoro nella maggioranza delle aziende che operano nel perimetro aeroportuale.
"Città del volo", come è stato detto e riconosciuto un po da tutti, è l'ultimo tentativo di salvare un "luogo di lavoro e di produzione" non tanto dalla crisi, che nel sistema aeroportuale non si è fatta sentire in modo così eclatante, quanto dalla involuzione dei diritti e della qualità del servizio. Una involuzione che di fatto sta cambiando la mission di questa realtà, declassandone profilo, sempre più preda delle scorribande delle aziende "usa e getta" e dei profitti "a tutti i costi". Un processo, insomma, che ha un nome ben preciso: liberalizzazione. Questo leit motiv ha prodotto solo macerie. Ma è evidente che quando si producono macerie chi si salva sono quelli che conoscono meglio di tutti l'instabilità del palazzo. E cioè chi l'ha costruito. Chi sa dove si trovano i difetti sa addirittura capire con largo anticipo il momento del crollo. E' questo il volto più truce del capitalismo. Mantelli aveva capito che gli scricchiolii non si potevano più ignorare. E fece qualcosa per tentare di salvare tutti.

Città del volo partiva dall'idea che l'unica speranza di salvezza dalla rincorsa verso il basso dei costi fosse la valorizzzione delle professionalità attraverso un legame più stringente con il territorio e con il sistema produttivo stesso che questo territorio ospita. L'intuizione di Vittorio Mantelli è stata quella di aver costruito "Città del volo", che due anni dopo diventerà una proposta di legge a firma del Prc in Regione, insieme ai lavoratori e dopo una precisa inchiesta dei bisogni e della condizione nel proprio posto di lavoro.

Tutti gli interventi hanno riconosciuto questi valori nell'opera di Vittorio e, soprattutto, ne hanno messo al centro l'attualità. Oggi che gli speculatori di turno stanno pensando a incredibili progetti di ampiamento dell'aeroporto di Fiumicino consumando altre migliaia di ettari, Città del volo è più che mai attuale. E se da una parte occorre disincagliare la proposta di legge dal porto delle nebbie rappresentato dalla Regione Lazio, ed M5S si è detto disposto a collaborare in questa direzione; dall'altra c'è davanti a tutti il compito di ricostruire un terreno politico, e soprattutto sindacale, adeguato a fare in modo che quel prgetto diventi patrimonio di tutti e si affermi per il suo vlore storico e sostanziale.  

Se da una parte è vero, come ha sottolineato Peduzzi, che quel quadro politico "è stato sconfitto" e che l'eccessiva frammentazione delle sigle sindacali, e dei lavoratori stessi, non promette niente di buono, dall'altra è urgente ricostruire un fronte di lotta in grado di affrontare le sfide del futuro.  La valorizzazione del capitale, infatti, non va, e non lo sarà mai, disgiunta dai danni che provoca via via lungo il suo passaggio. E se oggi le sirene "sviluppiste" additano nell'ampliamento di Fiumicino una prospettiva possibile ma vuota di senso e ancora una volta divoratrice di beni comuni, dall'altra è evidente che questo non potrà avvenire a tutti i costi perché c'è un tessuto socio-lavorativo che non è più in grado di portare pesi e reggere ulteriori prove di precarizzazione della propria condizione.

Nion è più in grado di reggere, in sostanza, un fase ulteriore di cannibalizzazione, così come propongono i nuovi speculatori che si stanno affacciando all'orizzonte. L'occasione rappresentata dalle elezioni comuncali a Roma può essere un interessante terreno di confronto. Anche perché non si può far finta che il tema appartenga alla sola amministrazione comunale di Fiumicino. In realtà le decine di migliaia di lavoratori che in qualche modo sono connessi all'aeroporto di Fiumicino vivono a Roma. Non solo, di fronte a un progressivo processo di precarizzazione non si può pensare che il peso del welfare possa essere affrontato da realtà amministrative di scarso peso.

Nessun commento:

Posta un commento