venerdì 12 febbraio 2016

Classe Dirigente. I furbetti del tesserino al Senato. "Timbrano" per la diaria e se ne vanno. Così arrivano alle presenze per l'aumento di stipendio. Grasso apre un'inchiesta.

Senato, Grasso apre un'inchiesta sui furbetti del tesserino. "Timbrano" per la diaria e se ne vanno.

SENATOPalazzo Madama come il Municipio di Sanremo. Dopo il caso del vigile urbano che passava il badge in mutande, scoppia una nuova polemica attorno ai furbetti della diaria. A Palazzo Madama - scrive il Messaggero - è sempre più in voga tra i senatori l'abitudine di lasciare inserito il tesserino sul loro scranno per poi tornare a prenderlo a fine seduta. Il loro voto non risulterà ma verranno considerati presenti a tutti gli effetti. Evitando così la decurtazione della diaria, la cui indennità fissa è di 3.500 euro al mese. Sulla pratica il presidente del Senato Pietro Grasso ha aperto un'inchiesta esterna che vedrà coinvolto tutto il collegio dei questori.
Scrive il Messaggero:
Tutto nasce dalla necessità di garantire ai senatori la possibilità di essere ”presenti ma non votanti”. Necessità dettata dal fatto che in Senato, a differenza della Camera, l’astensione è considerata voto contrario. Nulla a che vedere dunque con i pianisti, vizietto non legato alla diaria. «Quando la seduta è finita noi giriamo tra i banchi ed è... una pesca miracolosa», racconta un commesso, ovviamente off the records. I tesserini “dimenticati” vengono pazientemente raccolti e riconsegnati su richiesta del legittimo proprietario alla seduta successiva.
Dal primo gennaio 2001 la diaria è stata portata a 3.503 euro mensili. Somma che viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza. Il trucco del tesserino consente ai furbetti di evitare la decurtazione di 206,58 euro prevista per chi non partecipa almeno al 30% delle votazioni effettuate nell’arco della giornata.

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