Senato, Grasso apre un'inchiesta sui furbetti del tesserino. "Timbrano" per la diaria e se ne vanno.
Scrive il Messaggero:
Tutto nasce dalla necessità di garantire ai senatori la possibilità di essere ”presenti ma non votanti”. Necessità dettata dal fatto che in Senato, a differenza della Camera, l’astensione è considerata voto contrario. Nulla a che vedere dunque con i pianisti, vizietto non legato alla diaria. «Quando la seduta è finita noi giriamo tra i banchi ed è... una pesca miracolosa», racconta un commesso, ovviamente off the records. I tesserini “dimenticati” vengono pazientemente raccolti e riconsegnati su richiesta del legittimo proprietario alla seduta successiva.Dal primo gennaio 2001 la diaria è stata portata a 3.503 euro mensili. Somma che viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza. Il trucco del tesserino consente ai furbetti di evitare la decurtazione di 206,58 euro prevista per chi non partecipa almeno al 30% delle votazioni effettuate nell’arco della giornata.
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