Il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti lancia l'allarme per la
prossima estate a causa delle riserve in calo. L'Italia in ritardo sulle
opere per la rete (troppe perdite) e per i depuratori che non ci sono:
"Siamo più vicini al Terzo mondo che ai paesi del nord Europa".
repubblica.it L.Pagni
MILANO - "Una situazione
drammatica, che avvicina l'Italia più ai paesi del Terzo Mondo che a
quelli dell'Europa del nord". Con un piano per l'acqua potabile,
fognature e depurazioni da almeno 5 miliardi all'anno, fino ad arrivare
almeno a 65 miliardi, per colmare i ritardi con gli altri paesi della
Ue. Con comuni - anche nelle regioni settentrionali - ai quali manca
ancora un sistema di depurazione delle acque. Una situazione che
potrebbe peggiorare nei prossimi mesi: "Abbiamo davanti una stagione
estiva dopo che un inverno in cui è piovuto poochissimo, riesploderà il
problema dell'approvvigionamento idrico, perchè la siccità porterà
un'insufficienza dell'acqua necessaria".
Se non venissero da un solitamente pacato professore della Bocconi, le
parole pronunciate Giovanni Valotti potrebbero sembrare allarmismo
esagerato per farsi ascoltare dal Governo e dall'opinione pubblica. Ma
il presidente di Utilitalia, l'associazione che raccoglie le aziende che
forniscono servizi pubblici (elettricità, gas, rifiuti a acqua
potabile) nonché presidente dell'utility lombarda A2a, non le ha mandate
a dire. Simbolico anche il luogo: la Sala Verde di Palzzo Chigi per la
presentazione del dossier sullo stato degli investimenti nei "servizi
idrici integrati". Un settore in cui l'Italia - a 20 anni di distanza
dall'approvazione della legge Galli - sconta fortissimi ritardi, dagli
investimenti alla progettazione.
A tutto ciò si aggiungono le condizioni eccezionali del clima
dell'ultimo anno, il più caldo da più di un secolo che sta prosciugando
le riserve d'acqua negli invasi (come dimostra anche il calo di
produzione di energia idroelettrica nel corso del 2015): c'è il rischio
concreto che la prossima estate si possano tornare a vedere scene di
cittadini in coda per rifornirsi d'acqua con le autobotti, come del
resto è avvenuto di recente anche a Messina.
Le perdite di rete. Valotti ha esordito nel descrivere
il "pessimo" quadro delle infrastrutture con quel che riguarda le
perdite di rete: "In Italia ne abbiamo una media del 37% con punte
regionali scandalose: ad esempio, in Sardegna sono vicine al 55%, nel
Lazio al 47%". Il presidente di Utilitalia ha anche aggiunto che "anche
quando stanziamo risorse" poi non le spendiamo, e si contano "885
interventi avviati e non conclusi, in corso, per 3 miliardi di valore, e
888 interventi finanziati e mai avviati, per 3,2 miliardi di valore", e
di questo ammontare "di mai partiti o non ancora partiti, 2,8 miliardi
sono nel sud".
Ci sono poi "tempi inaccettabili" nella realizzazione delle opere:
servono "5-6 anni in media per realizzare un investimento", e di questi
"2 anni sono per la progettazione". A questi si aggiungono "3,5 anni
medi dal momento del finanziamento all'inizio della progettazione".
Tutto ciò "in totale fa 9 anni medi", lamenta Valotti, "e c'è chi
impiega 3 o 4 anni invece di sei mesi, come si dovrebbe, e altri che ce
ne mettono 15 di anni".
Investimenti "ridotti". "Abbiamo una media di
investimenti per abitanti di 30-35 euro, contro gli 80-120 dei migliori
Paesi europei. Al Sud diventano addirittura 18 euro, cioè la metà della
media italiana. Questi numeri sono impressionanti. Anche la situazione
delle infrastrutture è penosa". Il numero uno di Utilitalia ha anche
posto l'accento su un problema estremamente urgente: "Tantissime zone
del Paese sono senza depuratori, questo non è normale in un Paese
civile.
Succede in molti casi al Sud, ma sono tanti i casi anche al Nord".
I tempi "biblici". Ci sono poi "tempi inaccettabili"
per la realizzazione delle opere. Secondo quanto riferito da Valotti,
servono "5-6 anni in media per realizzare un investimento", e di questi
"2 anni sono per la progettazione". A questi si aggiungono "3,5 anni
medi dal momento
del finanziamento all'inizio della progettazione". Tutto ciò "in totale
fa 9 anni medi", lamenta il presidente di Utilitalia "e c'è chi impiega 3
o 4 anni invece di sei mesi, come si dovrebbe, e altri che ce ne
mettono 15 di anni".
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venerdì 19 febbraio 2016
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