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giovedì 30 aprile 2015
Blocco delle pensioni? Incostituzionale e arbitrario
http://contropiano.org/
Governi della Troika, governi incostituzionali. Non solo o non tanto nel meccanismo formale della loro formazione, quanto proprio nella “testa”. Ovvero nel modo di concepire l'azione di governo come finalizzata al raggiungimento di obiettivi estranei e “nemici” del patto costituzionale vigente dentro un paese.
La sentenza con cui oggi la Corte Costituzionale ha bocciato il blocco della “perequazione delle pensioni” - deciso dal governo Monti-Fornero pochi giorni dopo il proprio insediamento, a dicembre 2011, con il famoso “decreto Salva-Italia – è una plastica dimostrazione di questa estraneità.
La storia aveva suscitato opposizione sociale ma, com'è ormai regola dei governi decisi a Bruxelles e imposti da Giorgio Napolitano, se ne sono fottuti allegramente. In pratica, tutti coloro che ricevono un assegno pensionistico di un importo “tre volte superiore al minimo” (da 1.217 euro netti in su) si sono visti fermare per un periodo indefinito l'adeguamento all'inflazione. Le esigenze del bilancio pubblico, di fatto, sono state considerate in quel caso prevalenti su ogni diritti acquisito, ovvero su ogni altra legge dello Stato.
Il Vaffanculicum di Renzi e la robbbetta di opposizione
http://temi.repubblica.it/micromega-online/
di Paolo Flores d'Arcais
Sulla legge elettorale “Italicum” (che la Boschi della vignetta del geniale Mannelli suFatto quotidiano ribattezza “Vaffanculicum”) Matteo Renzi va allo scontro frontale.
Quando stampa e tv non siano totalmente plaudenti, due tamburellanti interrogativi caratterizzano i commenti: perché il Premier cerca questo “scontro finale” su un tema che interessa poco e niente alla stragrande maggioranza degli italiani? E fare dell’Italicum/Vaffanculicum una sorta di piccolo armageddon della politica nostrana è segno di forza o di debolezza?
Sul primo punto la risposta è facilissima: Renzi cerca la battaglia campale su un tema i cui contenuti non interessano, e quindi sfuggono ai più, proprio per questo: che sarà vissuta come una battaglia in cui i contenuti contano pressoché zero, e dunque per i cittadini conteranno solo le “posture” e le “virtù” che in tale battaglia si manifesteranno: la coerenza dei propositi contro la tradizione delle lungaggini, l’energia contro la palude, il nuovo contro il vecchio, la riforma contro la conservazione, il coraggio di rischiare contro la vocazione a rassicuranti compromessi, ecc. Insomma la durlindana rottamatrice contro la melmosità delle nomenklature.
Sulla legge elettorale “Italicum” (che la Boschi della vignetta del geniale Mannelli suFatto quotidiano ribattezza “Vaffanculicum”) Matteo Renzi va allo scontro frontale.
Quando stampa e tv non siano totalmente plaudenti, due tamburellanti interrogativi caratterizzano i commenti: perché il Premier cerca questo “scontro finale” su un tema che interessa poco e niente alla stragrande maggioranza degli italiani? E fare dell’Italicum/Vaffanculicum una sorta di piccolo armageddon della politica nostrana è segno di forza o di debolezza?
Sul primo punto la risposta è facilissima: Renzi cerca la battaglia campale su un tema i cui contenuti non interessano, e quindi sfuggono ai più, proprio per questo: che sarà vissuta come una battaglia in cui i contenuti contano pressoché zero, e dunque per i cittadini conteranno solo le “posture” e le “virtù” che in tale battaglia si manifesteranno: la coerenza dei propositi contro la tradizione delle lungaggini, l’energia contro la palude, il nuovo contro il vecchio, la riforma contro la conservazione, il coraggio di rischiare contro la vocazione a rassicuranti compromessi, ecc. Insomma la durlindana rottamatrice contro la melmosità delle nomenklature.
Dieci bugie nella “verità” di Renzi
www.controlacrisi.org
« La verità, solo la verità, sull’Italicum», scrive Renzi nella lettera pubblicata da La Stampa , dalla quale riprendiamo i passaggi fondamentali per sottoporli a verifica dei fatti.
«Questa legge elettorale prevede un ballottaggio come per i sindaci»…
Nel caso dei comuni si tratta di un ballottaggio tra due soli candidati a sindaco. L’elettore può conoscerli e può scegliere. Nel caso dell’Italicum ci sarà un ballottaggio tra liste con in palio i 93 seggi del premio di maggioranza. L’elettore voterà 93 aspiranti deputati che non può conoscere.
…«Consentendo un piccolo margine di sicurezza»…
L’Italicum garantisce almeno 340 seggi al primo partito. Le simulazioni sulla base dei sondaggi più recenti assegnano 344 seggi al Pd, 101 al M5S, 68 alla Lega, 64 a Forza Italia e molti meno a tutti gli altri.
…«Più o meno la metà degli eletti sarà espressione di un collegio grande poco meno di una provincia media»…
Si tratta dei capilista bl
Si tratta dei capilista bl
Expo, Farinetti: “In 5 anni boom di export e turisti”. Agnoletto: “Rischio Atene”.
Confronto tra il numero uno di Eataly e il critico della globalizzazione sull'evento al via a Milano. L'imprenditore: "Con i soldi di McDonald's e Coca Cola sono stati costruiti padiglioni dedicati ai prodotti dei Paesi poveri. Vogliamo aiutare i Paesi in difficoltà a seminare la propria biodiversità, insomma a costruirsi da soli il cibo". Il docente: "Se avessero voluto 'nutrire il pianeta' come recita lo slogan, dovevano affidarsi a piccoli agricoltori e organizzazioni contadine".
di F. Q.
Come si coniuga la filosofia alla base di Expo (“Nutrire il pianeta”) con le metodologie scelte: ha suscitato grande clamore mediatico la presenza di sponsor come McDonald’s e Coca Cola.
La Consulta boccia il blocco delle pensioni della Fornero: lo stop pesa 5 miliardi
La norma del Salva Italia ha congelato l'adeguamento degli assegni al
costo della vita per i trattamenti superiori di tre volte il minimo.
Inps: 64 pensioni su 100 sono inferiori a 750 euro. In media, cresce
l'importo medio erogato a 825,06 euro.
repubblica.it
MILANO - La Corte Costituzionale boccia la norma Fornero del 2011, contenuta nel Salva Italia del governo Monti, che bloccava l'adeguamento delle pensioni al costo della vita per gli assegni superiori a tre volte il minimo Inps (1.443 euro). E' una decisione pesante che, per l'Avvocatura dello Stato, ha un impatto sui conti pubblici di circa 1,8 miliardi per il 2012 e altri 3 miliardi per il 2013. Il blocco della perequazione per le pensioni oltre tre volte il minimo "non fu scelta mia", dice oggi Elsa Fornero ricordando che fu una decisione "di tutto il Governo" presa per fare risparmi in tempi brevi. "Vengo rimproverata per molte cose - dice ma quella non fu una scelta mia, fu la cosa che mi costò di più".
repubblica.it
MILANO - La Corte Costituzionale boccia la norma Fornero del 2011, contenuta nel Salva Italia del governo Monti, che bloccava l'adeguamento delle pensioni al costo della vita per gli assegni superiori a tre volte il minimo Inps (1.443 euro). E' una decisione pesante che, per l'Avvocatura dello Stato, ha un impatto sui conti pubblici di circa 1,8 miliardi per il 2012 e altri 3 miliardi per il 2013. Il blocco della perequazione per le pensioni oltre tre volte il minimo "non fu scelta mia", dice oggi Elsa Fornero ricordando che fu una decisione "di tutto il Governo" presa per fare risparmi in tempi brevi. "Vengo rimproverata per molte cose - dice ma quella non fu una scelta mia, fu la cosa che mi costò di più".
Libertà di informazione: Italia 65′ su 199′, restiamo la pecora nera d’Europa.
Freedom House, l’organizzazione non governativa statunitense che dal 1980 mappa e monitora lo stato della libertà di informazione nel mondo, ha appena pubblicato il rapporto 2015, relativo allo scorso anno.
Guido Scorza Docente, avvocato e giornalista
Cannabis terapeutica, assurda condanna a Roma.
Vi racconto una storia.Vera.
Susanna Marietti Coordinatrice associazione Antigone
Un giovane di venticinque anni
ha avuto modo di incontrare uno dei nostri avvocati durante una
pubblica manifestazione. Gli si è avvicinato, ha chiesto di potergli
parlare e gli ha raccontato quanto gli era da poco accaduto. L’avvocato,
mio collega da tanto tempo e dunque anche mio amico personale, me lo
descrive come un bravo ragazzo, un lavoratore, un tantino timido, una
persona responsabile.
Il ragazzo ha perso il papà
quando aveva dodici anni. La mamma ha una salute assai minata. Tra
varie altre patologie, ha un problema di epilessia. Il figlio si prende
cura di lei con affetto. Tempo fa il medico prescrive alla donna derivati della cannabis.
Se si può soffrire di meno, perché non farlo? Ma in Italia non è certo
facile comprare cannabinoidi alla luce del sole e nel rispetto delle
leggi. Il giovane, sapendo di averne un bisogno continuato e non
sporadico, decide di coltivare quattro piantine.
Questa storia finisce con un anno di galera.
Brasile: polizia contro insegnanti in sciopero, centinaia di arresti e feriti.
La situazione sociale in Brasile si fa sempre più incandescente.
contropiano .org Marco Santopadre
A Curitiba, nello stato del Paranà, migliaia di professori manifestavano davanti al parlamento regionale contro la legge – in esame proprio in queste ore – che autorizza il governatore ad utilizzare i fondi pensione della categoria per fare cassa in un momento in cui la pubblica amministrazione si è vista sottrarre ingenti finanziamenti e non è quindi in grado di far fronte agli investimenti e spesso neanche alle spese correnti.
Tap, la Puglia contro il governo. Vendola annuncia battaglia: “Reagiremo”.
Il contestatissimo gasdotto ha ricevuto ieri l’ok dal Consiglio dei ministri. L’atto destinato ad essere impugnato è l’autorizzazione unica che il ministero dello Sviluppo Economico ha in grembo e probabilmente varerà la prossima settimana. Il cantiere dovrà partire entro e non oltre il 16 maggio 2016.
Expo 2015, corteo studenti e antagonisti: striscioni, vernice e fumogeni. Alfano: “Diritto manifestare, non rovinare festa”.
Il giorno prima dell'inaugurazione dell'esposizione i "No Expo" sfilano
per le strade del centro di Milano: "Un altro mondo è possibile",
recitano le scritte. Imbrattate le sedi di Enel e Unicredit. Il
presidente della Lombardia Maroni in seguito ai blitz della Digos nel
quartiere Giambellino: "Sono violenti e devono essere fermati".
F.Q.
Striscioni con le scritte “No Expo”, “Expo=mafia”, ma anche “Un altro mondo è possibile” o “Grande evento uguale grande bufala”. Poi lanci di vernice colorata e fumogeni. Studenti e antagonisti hanno sfilato in corteo per le strade di Milano il giorno prima dell’inaugurazione dell’esposizione. Due manifestanti sono saliti sulla struttura di “Expo Gate” e hanno srotolato uno striscione. Poco dopo è stata imbrattata la sede dell’Enel in via Broletto e due grosse scritte con vernice rossa sono state tracciate in piazza Duomo e davanti alla sede di Unicredit in piazza Cordusio.
F.Q.
Striscioni con le scritte “No Expo”, “Expo=mafia”, ma anche “Un altro mondo è possibile” o “Grande evento uguale grande bufala”. Poi lanci di vernice colorata e fumogeni. Studenti e antagonisti hanno sfilato in corteo per le strade di Milano il giorno prima dell’inaugurazione dell’esposizione. Due manifestanti sono saliti sulla struttura di “Expo Gate” e hanno srotolato uno striscione. Poco dopo è stata imbrattata la sede dell’Enel in via Broletto e due grosse scritte con vernice rossa sono state tracciate in piazza Duomo e davanti alla sede di Unicredit in piazza Cordusio.
L'Istat sbugiarda ancora Renzi. La disoccupazione in Italia aumenta mentre in Europa è stabile.
Mentre
in Europa la disoccupazione resta stabile in Italia aumenta. L'Italia
vede un rialzo, dal 12,7% di febbraio al 13% di marzo. Una perdita di
più di cinquantamila posti di lavoro, un’altra tessera che si aggiunge
al puzzle del disastro.
A poco serve quel lievissimo incremento dei
contratti a tempo indeterminato, tanto sbandierata dal ministro Poletti,
effetto sicuro del Jobs act che in realtà sta trasformando le varie
tipologie di precariato in una occupazione “instabile della durata di
tre anni”. Insomma, Renzi ne esce con le ossa rotte. E proprio nel
momento di maggiore esposizione mediatica tra Expo e Italicum. Tutte le
fandonie sulla ripresa del lavoro vengono allo scoperto. "In realtà non
c'è nessuna notizia - taglia corto l'economista Roberto Romano -- Che la
situazione reale del paese fosse questa lo sapevavamo. Anzi, è pure
peggio perché se si va a dare una occhiata ai numeri si scopre che
nell'incremento di Pil previsto dal Governo (0,7%) lo 0,5 è in relazione
al QE, come sottolinea Bankitalia. E quindi ci si chiede dove è
l'effetto positivo indotto dai provvedimenti del Governo tra Jobs act e
"80 euro". E stiamo parlando del 2015".
Expo, il Governo manda l'esercito. Da ieri in piazza per le "Cinque giornate di Milano".
Renzi
va a Milano con l’elmetto. Il Consiglio dei ministri ieri sera ha
autorizzato, con due distinti provvedimenti, "l'utilizzazione delle
organizzazioni di volontariato della protezione civile e di personale
militare per il supporto operativo necessario allo svolgimento
dell'Esposizione universale".
Che vuol dire? Vuol dire che più che una
esposizione universale sarà una trincea. Da ieri si respira aria
pesante. La polizia si è lanciata in una cosiddetta “azione preventiva”
con arresti, fermi e perquisizioni. Al suo fianco avrà il sistema mass
mediatico che non vede l’ora di “mettere l’obiettivo” sopra qualche
vetrina infranta. Cosa ci sarà mai da raccontare, infatti, di questa
kermesse targata Mc Donald’s tra una pastasciutta aglio pomodoro e
basilico e un ovetto Kinder?
Stamattina la polizia ha scoperto, pensate un po’, un “covo freddo”. Proprio così, una casa popolare abbandonata dove non è stato trovato manco un coltello da cucina. Eppure il mass media system parla proprio di “covo freddo”. Chi lo dice, la questura? No, le immancabili e preziose “indiscrezioni”.
Stamattina la polizia ha scoperto, pensate un po’, un “covo freddo”. Proprio così, una casa popolare abbandonata dove non è stato trovato manco un coltello da cucina. Eppure il mass media system parla proprio di “covo freddo”. Chi lo dice, la questura? No, le immancabili e preziose “indiscrezioni”.
mercoledì 29 aprile 2015
"Expò, la fiera della schiavitù che si inaugura il Primo Maggio!". Intervento di Giorgio Cremaschi
www.controlacrisi.org
Questo Primo Maggio sarà senza l'articolo 18. Basterebbe questa constatazione per sottolineare che ogni vuota e retorica celebrazione della ricorrenza, ogni sanremese Concertone, sono oramai totalmente fuori contesto . Il Primo Maggio è nato come data di lotta e ora torna ad esserlo. Giornata di lotta per i tanti lavoratori che rischiano i diritti, il salario o il proprio lavoro, ultimi quelli della Whirpool e dell'Auchan, che il Primo Maggio saranno costretti a lavorare in attesa di essere licenziati.
Questo Primo Maggio sarà prima di tutto una giornata di lotta contro il governo. Renzi ha dimostrato quanto fosse vera l'affermazione di Giuseppe DiVittorio che la Costituzione doveva entrare nelle fabbriche per realizzarsi davvero. Completando l'opera avviata dal suo grande sponsor Marchionne e dai suoi predecessori, l'attuale presidente del consiglio con il Jobsact ha definitivamente abolito ogni libertà di chi lavora e garantito all'impresa un potere assoluto di stampo medievale. Reduce da questo successo, il governo ha quindi iniziato a procedere allo smantellamento anche della costituzione formale, dopo aver cancellato quella reale. L'Italicum e le altre riforme cancellano l'equilibrio tra i poteri previsto dalla nostra Carta e creano la figura di un capo del governo padrone assoluto delle istituzioni del paese. Si chiude così il cerchio, dalla fabbrica, alla società, alle istituzioni.
Questo Primo Maggio sarà senza l'articolo 18. Basterebbe questa constatazione per sottolineare che ogni vuota e retorica celebrazione della ricorrenza, ogni sanremese Concertone, sono oramai totalmente fuori contesto . Il Primo Maggio è nato come data di lotta e ora torna ad esserlo. Giornata di lotta per i tanti lavoratori che rischiano i diritti, il salario o il proprio lavoro, ultimi quelli della Whirpool e dell'Auchan, che il Primo Maggio saranno costretti a lavorare in attesa di essere licenziati.
Questo Primo Maggio sarà prima di tutto una giornata di lotta contro il governo. Renzi ha dimostrato quanto fosse vera l'affermazione di Giuseppe DiVittorio che la Costituzione doveva entrare nelle fabbriche per realizzarsi davvero. Completando l'opera avviata dal suo grande sponsor Marchionne e dai suoi predecessori, l'attuale presidente del consiglio con il Jobsact ha definitivamente abolito ogni libertà di chi lavora e garantito all'impresa un potere assoluto di stampo medievale. Reduce da questo successo, il governo ha quindi iniziato a procedere allo smantellamento anche della costituzione formale, dopo aver cancellato quella reale. L'Italicum e le altre riforme cancellano l'equilibrio tra i poteri previsto dalla nostra Carta e creano la figura di un capo del governo padrone assoluto delle istituzioni del paese. Si chiude così il cerchio, dalla fabbrica, alla società, alle istituzioni.
Media world chiude sette punti vendita. Usb: "Ecco gli effetti del Jobs act"
www.controlacrisi.org
Media World, catena di elettronica di consumo leader del mercato europeo, annuncia la chiusura di 7 punti vendita sul territorio nazionale. Le chiusure previste sono a Nola, Napoli, Roma, Genova, Milano, Beinasco e Settimo Milanese.
Media World, catena di elettronica di consumo leader del mercato europeo, annuncia la chiusura di 7 punti vendita sul territorio nazionale. Le chiusure previste sono a Nola, Napoli, Roma, Genova, Milano, Beinasco e Settimo Milanese.
Mentre da un lato progetta nuove aperture in Italia, dall'altro Media World dichiara chiusure ed esuberi che impatteranno sulle condizioni materiali di circa 700 donne e uomini, a cui si prospetta un futuro di disoccupazione.
“Ecco gli effetti delle liberalizzazioni e del Jobs Act - attacca Francesco Iacovone, dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato - la politica degli annunci è un grande bluff, la realtà la vediamo tutti i giorni con le grandi crisi occupazionali di questo Paese, dalla Indesit all'Auchan, dalle grandi Coop fino ad arrivare all'elettronica di consumo e a Mediamarket”.
“Non è accettabile - sottolinea il rappresentante USB – che in territori dove l'occupazione è preziosa, e a volte sottrae manovalanza alla criminalità organizzata, queste multinazionali drenino risorse, sfruttino la manodopera per poi dileguarsi al primo accenno di difficoltà”.
«Poletti a lavorare gratis vacci tu». Nuova contestazione alla festa dell’Unità
www.controlacrisi.org
Bologna. Manganellate contro il collettivo Hobo che intendeva contestare il ministro del lavoro per le sue affermazioni sul lavoro gratuito ai mercati generali degli studenti
Nuova contestazione ad un rappresentante del governo Renzi alla festa dell’Unità di Bologna. Dopo il ministro dell’Istruzione Giannini, lunedì sera è toccato al ministro del lavoro Poletti impegnato in un dibattito, senza contraddittorio, con il responsabile economia del Pd Filippo Taddei. Un gruppo di attivisti del collettivo Hobo ha esposto all’ingresso del parco della Montagnola in via Irnerio lo striscione: «Festa dell’unità chiusa per mafia. Poletti a lavorare gratis vacci tu. Noexpo». Allusione polemica alle dichiarazioni di Poletti che si è detto favorevole al lavoro «estivo» e a vacanze più brevi per gli studenti delle scuole. Gli attivisti hanno lanciato ortaggi su un cordone di agenti di polizia delle cassette di verdura. Sono stati caricati. «Un compagno — si legge in un comunicato del collettivo — è stato violentemente manganellato alla testa, riportando un taglio profondo e perdendo abbondamente sangue». «Le cariche e le minacce (al grido «vi ammazziamo» e «froci di merda» sono contenutate per tutto il parco e sulle scale, mentre le forze dell’ordine cercavano di allontanare i giornalisti».
Ttip e piccole e medie imprese: diamo i numeri?
La Commissione europea ha lanciato una nuova campagna di comunicazione per convincerci che il Trattato transatlantico di liberalizzazione di regole e mercati tra Usa e Ue è decisamente conveniente per la nostra economia stagnante.
Stop TTIP Campagna Stop TTIP Italia
Italicum e fiducia, Faq
Come sempre, le Faq di questo blog non hanno pretesa di oggettività: sono una proposta di interpretazione, un punto di vista. Spero tuttavia che siano utili al confronto e anche a capire qualche pezzo in più di quello che sta succedendo.
blog di alessandro gilioli
Perché Renzi ieri ha messo la fiducia sull'Italicum, nonostante i voti sulle pregiudiziali avessero mostrato che aveva già una maggioranza tranquilla? Non ne aveva bisogno.
Per due motivi, uno mediatico e uno di strategia politica. Quello mediatico è la prova di forza: ha voluto dare, come sempre, l'impressione di un leader determinato, che ama le sfide e le vince; tra l'altro fra poche settimane in diverse regioni si vota e Renzi sa quanto agli italiani piacciano gli uomini forti. Quello di strategia politica è polverizzare la minoranza interna.
Come polverizzare? Si sono tutti compattati contro.
Sì, nelle dichiarazioni di fuoco all'Ansa o su Twitter. In realtà sono completamente divisi tra loro su cosa fare oggi stesso e soprattutto nel futuro a breve. C'è chi vota no alla fiducia mettendosi di fatto all'opposizione, chi a favore nonostante tutto, chi esce dall'aula, chi è per il sì nei voti di fiducia e per il no al voto finale sull'Italicum etc. Soprattutto, c'è chi pensa alla scissione e chi la esclude categoricamente. Un casino totale. La mossa di Renzi - mettere la fiducia - li ha fatti esplodere, altro che ricompattarli.
Qualche esempio?
Francesco Boccia: «Sto riflettendo se votare la fiducia o no». Cesare Damiano: «Voterò la fiducia ma questa forzatura non era necessaria». Pippo Civati: «Se non vado via io mi cacceranno loro». Roberto Speranza: «Non uscirò mai ma questo strappo tradisce valori fondanti». Nico Stumpo: «Non tolgo la fiducia al governo ma non so se voterò la legge». Rosy Bindi, con doppia litote: «Non si può non prendere in considerazione un voto contro una legge resa immodificabile». E così via.
Perché Renzi ieri ha messo la fiducia sull'Italicum, nonostante i voti sulle pregiudiziali avessero mostrato che aveva già una maggioranza tranquilla? Non ne aveva bisogno.
Per due motivi, uno mediatico e uno di strategia politica. Quello mediatico è la prova di forza: ha voluto dare, come sempre, l'impressione di un leader determinato, che ama le sfide e le vince; tra l'altro fra poche settimane in diverse regioni si vota e Renzi sa quanto agli italiani piacciano gli uomini forti. Quello di strategia politica è polverizzare la minoranza interna.
Come polverizzare? Si sono tutti compattati contro.
Sì, nelle dichiarazioni di fuoco all'Ansa o su Twitter. In realtà sono completamente divisi tra loro su cosa fare oggi stesso e soprattutto nel futuro a breve. C'è chi vota no alla fiducia mettendosi di fatto all'opposizione, chi a favore nonostante tutto, chi esce dall'aula, chi è per il sì nei voti di fiducia e per il no al voto finale sull'Italicum etc. Soprattutto, c'è chi pensa alla scissione e chi la esclude categoricamente. Un casino totale. La mossa di Renzi - mettere la fiducia - li ha fatti esplodere, altro che ricompattarli.
Qualche esempio?
Francesco Boccia: «Sto riflettendo se votare la fiducia o no». Cesare Damiano: «Voterò la fiducia ma questa forzatura non era necessaria». Pippo Civati: «Se non vado via io mi cacceranno loro». Roberto Speranza: «Non uscirò mai ma questo strappo tradisce valori fondanti». Nico Stumpo: «Non tolgo la fiducia al governo ma non so se voterò la legge». Rosy Bindi, con doppia litote: «Non si può non prendere in considerazione un voto contro una legge resa immodificabile». E così via.
Così l’umano può difendersi dal postumano.
Verrà il giorno, si dice, in cui ci libereremo del corpo e saremo tutt’uno con il computer. Perché, allora, molti scienziati chiedono di valutare criticamente tecnoscienza e robotica? Pubblichiamo una sintesi della lezione tenuta il 23 aprile da Stefano Rodotà all’università di Perugia.
Nel 1950 Norbert Wiener pubblica le sue riflessioni su cibernetica, scienza e società, e sceglie come titolo L’uso umano degli esseri umani. Parole in cui si coglie l’eco di un tempo cambiato dalla bomba atomica, che indurrà nel 1956 Guenther Ander a dire che L’uomo è antiquato, e a scrivere: «Come un pioniere, l’uomo sposta i propri confini sempre più in là, si allontana sempre più da se stesso; si “trascende” sempre di più — e anche se non s’invola in una regione sovrannaturale, tuttavia, poiché varca i limiti congeniti della sua natura, passa in una sfera che non è più naturale, nel regno dell’ibrido e dell’artificiale». Questo congedo dall’umano era cominciato almeno un quarto di secolo prima.
Guerre nel Mondo. Kiev: "Usa verso intervento militare diretto". I minatori ancora in piazza
Mentre il Presidente ucraino Petro Poroshenko dichiara che la guerra nel Donbass potrebbe esplodere da un momento all'altro con rinnovata intensità, dagli Stati Uniti i mezzi di informazione scrivono che, se e quando ciò avverrà, gli attuali seicento “consiglieri militari” americani, canadesi e britannici oggi già al lavoro in Ucraina per addestrare la Guardia nazionale potrebbero essere raggiunti da interi reparti di truppe regolari.
Secondo quanto riportato dalla
agenzia Tass, l'esperto internazionale e giornalista Finian Cunningham
osserva che Washington, con una ben orchestrata campagna di
disinformazione da parte del Dipartimento di Stato e nei più diversi
modi sta tentando di provocare Mosca ad azioni a cui gli Stati Uniti
dovrebbero dare una risposta immediata, tale da comportare l'intervento
diretto statunitense in Ucraina. Un esempio è quello della recente
pubblicazione su twitter, da parte dell'ambasciatore USA a Kiev, Jeffrey
Pajetta, di una foto del complesso missilistico “Buk-M2”, accompagnata
dal commento su una presunta “alta concentrazione di sistemi antiaerei
russi in Ucraina”. Ma la foto, a quanto sembra, risalirebbe a due anni
fa, scattata al salone avio-cosmo internazionale “Maks” a Mosca.
Intanto a Kiev si attendono nuove proteste da parte dei minatori, dopo quelle della scorsa settimana. Il Sindacato indipendente dei minatori ucraini (NPGU) sta organizzando assemblee fuori dell'edificio del Ministero per l'energia, dopo che gli è stato rifiutato il permesso di riunione all'interno del palazzo, anche se l'assemblea riguardava solo i rappresentanti del sindacato e non la massa degli iscritti, che erano confluiti a Kiev la settimana scorsa e che poi si erano allontanati dalla capitale. Non sembra infondato il sospetto che si vogliano trattenere i sindacalisti all'esterno del palazzo, per consentire un più agevole intervento della polizia – che intanto ha già iniziato i primi arresti di minatori in sciopero per “attentato all'integrità territoriale dell'Ucraina”! – quando non direttamente dei battaglioni nazionalisti che venerdì scorso, alla maniera fascista, avevano aggredito i singoli minatori quando già le assemblee si erano sciolte e i lavoratori si stavano allontanando individualmente dalla piazza di Kiev antistante la Rada.
Intanto a Kiev si attendono nuove proteste da parte dei minatori, dopo quelle della scorsa settimana. Il Sindacato indipendente dei minatori ucraini (NPGU) sta organizzando assemblee fuori dell'edificio del Ministero per l'energia, dopo che gli è stato rifiutato il permesso di riunione all'interno del palazzo, anche se l'assemblea riguardava solo i rappresentanti del sindacato e non la massa degli iscritti, che erano confluiti a Kiev la settimana scorsa e che poi si erano allontanati dalla capitale. Non sembra infondato il sospetto che si vogliano trattenere i sindacalisti all'esterno del palazzo, per consentire un più agevole intervento della polizia – che intanto ha già iniziato i primi arresti di minatori in sciopero per “attentato all'integrità territoriale dell'Ucraina”! – quando non direttamente dei battaglioni nazionalisti che venerdì scorso, alla maniera fascista, avevano aggredito i singoli minatori quando già le assemblee si erano sciolte e i lavoratori si stavano allontanando individualmente dalla piazza di Kiev antistante la Rada.
Roma. Contestati i “paraculi” del lavoro gratuito all'Expo.
La vergogna e l'illegalità del lavoro gratuito messo in campo per gestire la grande truffa dell'Expo a Milano, viene ormai contestata su più fronti. Tre settimane fa è stato consegnato un esposto del Forum Diritti Lavoro all'ufficio milanese del Ministero del Lavoro. Questa mattina invece attivisti e sindacalisti del Forum Diritti Lavoro hanno contestato la conferenza stampa alla Camera dei deputati della nomenklatura del terzo settore, che proprio sull'ambiguità tra lavoro gratuito e volontariato intende ampliare le proprie fortune.
Redazione Contropiano
Alla sala stampa della Camera infatti,
grandi organizzazioni del No profit (?) come Ciessevi, Csvnet e Cnv,
vere e proprie holding del volontariato, avevano organizzato una
conferenza per raccontare “come il volontariato sarà protagonista di
Expo Milano 2015” ma soprattutto di presentare “le differenti forme con
le quali circa 20.000 volontari saranno presenti e declineranno il tema
guida di Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Il laboratorio Expo si sta concretizzando
come un micidiale laboratorio di sperimentazione e legittimazione del
lavoro gratuito, ormai spesso mascherato da volontariato. Un mix
perverso di motivazione e sfruttamento messo a disposizione non più di
azioni solidali e caritatevoli ma dei centri del big business, una
differenza di sostanza.
Carpi in Serie A: la favola diventa modello low cost. Ma non ditelo a Claudio Lotito.
Sei anni fa era in quinta serie, da oggi è nell'olimpo del pallone italiano. Grazie a un'organizzazione societaria esemplare (rispetto all'anno scorso budget ridotto del 40%), a un gruppo di imprenditori che fanno calcio per passione e divertimento e a una squadra con soli quattro stranieri. Dall'eden emiliano possono dare lezioni: "Il vero problema del sistema è chi non paga gli stipendi o ha un bilancio in rosso. Ecco perché ci siamo sentiti offesi dalle parole del presidente della Lazio".
di Andrea Tundo
Lista Falciani, la Cassazione: “Utilizzabile come prova contro i presunti evasori”.
La Suprema corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro la commissione tributaria di Milano che aveva deciso per il no all'utilizzo dell'elenco che prende il nome da Hervè Falciani, il dipendente infedele della banca svizzera che consegnò al fisco francese 81.458 identità in totale. Tra questi anche 7.499 italiani.
di F. Q.
"E' l'ora per i nuovi partigiani di salvare questo paese". Intervento di Paolo Andreozzi.
Ancora
ieri quel pericoloso cialtrone di Salvini, in tour pre-elettorale
stavolta nelle Marche, ha fatto in modo di essere bersaglio – davanti a
cronisti, microfoni e telecamere – di lanci di pomodori e uova. Sembra
ormai questo il suo solo cliché, come quello di vecchie e bollite band
di heavy metal che non credendo più in niente – se non nella saccoccia –
esagerano col satanismo (pagliaccesco, beninteso) e sbarcano il lunario
offrendosi a spettatori in vena di tirar mondezza sul palcoscenico.
Con
la differenza, però, sostanzialissima, che mentre tutto il pubblico di
quei tristi buffoni si esaurisce nelle piccole platee dei
c'era-una-volta tour, quello dei guitti politici sulla breccia come
Salvini è esteso quanto l'intero bacino mediatico nazionale ed è
continuamente alimentato dalla rincorsa all'audience tra canali e tra
testate (per far salire il prezzo da richiedersi ai rispettivi
inserzionisti pubblicitari, ovviamente).
Inoltre, considerate questa differenza ulteriore – ancor più
importante, decisiva: a differenza del povero chitarrista imbolsito
davvero e dannato per finta, che gli spettatori alla fine non prendono
sul serio (stanno lì solo per divertirsi un po', e dopo si torna alla
vita vera), nel caso del cialtrone leghista i destinatari di tutto quel
suo marketing razzista e inumano (i destinatari del marketing, non i
bersagli degli slogan: cioè gli italiani-medi, non i migranti o i rom o
in generale i povericristi) sono davvero dannati alla stupidità da un
paio di generazioni di decerebrazione indotta, tanto che gli è ormai
estraneo il principio di realtà (quello con cui un adulto sa separare la
verità dalla finzione), e per di più si ritrovano l'anima bolsa e priva
di quei nervi basici che chiamiamo empatia, dignità, coraggio, civiltà.
"Se pensate che la scuola sia costosa provate con l'ignoranza". Cresce il fronte di lotta del #5M. Anche la Fiom in piazza
La
giornata del 5 maggio si appresta a diventare la più classica delle
battaglie campali per il governo Renzi. E così tra uno strappo
sull’Italicum, interno al Pd, e un redde rationem sulla scuola, ecco che
il Vietnam della crisi politica di maggioranza ed esecutivo non sembra
più essere una ipotesi così strampalata.
Intanto il cosiddetto ddl di
riforma rischia seriamente di non stare nei tempi preventivati, con il
risultato che il punto più delicato, l’assunzione dei precari, torni ad
essere soltanto una delle tante promesse dell’ex sindaco di Firenze.
Ieri la segreteria nazionale della Fiom-Cgil ha deciso di sostenere l’iniziativa di lotta per fermare la riforma della scuola invitando tutte le strutture della Fiom “a promuovere la partecipazione assieme a tutti i lavoratori della scuola, agli studenti, ai lavoratori e ai cittadini alle manifestazioni di Milano, Roma, Bari, Cagliari, Palermo e Catania".
Il 5 maggio il sindacato di Maurizio Landini partecipera' alle manifestazioni "per rivendicare una scuola che sia pubblica, gratuita, non precaria, sicura, autogovernata, democratica, formativa, laica e libera”.
Sempre in vista del 5 maggio, l'Unione degli universitari ha organizzato per oggi 29 aprile un flash mob in tutta Italia. “Faremo un flash mob in tutte le università italiane per ribadire al Governo lo stato disastroso delle nostre università, per ribadire che se si pensa di affrontare i temi dell'Università come si è fatto per la buona scuola il 5 maggio sarà solo la prima di tante date di mobilitazione", dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell'Unione degli Universitari. Il percorso sulla Buona Università che ha preso forma a partire dal 26 Febbraio allo 'YouniversityLab' e che doveva coinvolgere i diversi soggetti protagonisti quali gli studenti non è il percorso che ci prefiguriamo considerato che si è risolto in un documento esclusivo delle parti sociali e che in pochi hanno avuto la possibilità di leggere.
Ieri la segreteria nazionale della Fiom-Cgil ha deciso di sostenere l’iniziativa di lotta per fermare la riforma della scuola invitando tutte le strutture della Fiom “a promuovere la partecipazione assieme a tutti i lavoratori della scuola, agli studenti, ai lavoratori e ai cittadini alle manifestazioni di Milano, Roma, Bari, Cagliari, Palermo e Catania".
Il 5 maggio il sindacato di Maurizio Landini partecipera' alle manifestazioni "per rivendicare una scuola che sia pubblica, gratuita, non precaria, sicura, autogovernata, democratica, formativa, laica e libera”.
Sempre in vista del 5 maggio, l'Unione degli universitari ha organizzato per oggi 29 aprile un flash mob in tutta Italia. “Faremo un flash mob in tutte le università italiane per ribadire al Governo lo stato disastroso delle nostre università, per ribadire che se si pensa di affrontare i temi dell'Università come si è fatto per la buona scuola il 5 maggio sarà solo la prima di tante date di mobilitazione", dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell'Unione degli Universitari. Il percorso sulla Buona Università che ha preso forma a partire dal 26 Febbraio allo 'YouniversityLab' e che doveva coinvolgere i diversi soggetti protagonisti quali gli studenti non è il percorso che ci prefiguriamo considerato che si è risolto in un documento esclusivo delle parti sociali e che in pochi hanno avuto la possibilità di leggere.
martedì 28 aprile 2015
Italicum, il governo pone la fiducia. Rabbia delle opposizioni. Renzi: “Se la Camera vuole, mi può mandare a casa”.
di F. Q.
Non è bastato a Renzi. Ha voluto evitare rischi e ha voluto fare presto. Aveva promesso di chiudere la partita senza ferite entro le elezioni regionali, piccolo crinale della storia sia del Pd con il nuovo dna renziano sia del governo stesso. Così l’esecutivo ha impiegato pochi minuti per riunirsi e dare il via libera alla fiducia. La Boschi è uscita dalla riunione e ha preso la porta dell’Aula di Montecitorio per blindare il testo della riforma elettorale. Fin lì l’Italicum aveva superato tutte le prime prove (tra le quali le pregiudiziali di costituzionalità), alcune delle quali con il voto segreto. Aspetti tecnici che però avevano mostrato una certa solidità della maggioranza.
Italicum, ma che paura avete?
I deputati chiamati a votare Sì o No all’Italicum dovrebbero portarsi in aula due libriccini. Uno, piuttosto noto, s’intitola Costituzione della Repubblica Italiana ed è stato scritto fra il 1946 e il 1947 da un’Assemblea costituente appositamente eletta dai cittadini con il sistema elettorale più democratico che esista: il proporzionale. Il secondo, piuttosto ignoto, è il Discorso sulla servitù volontaria dello scrittore francese Etienne de la Boétie, che lo ultimò intorno al 1549 ma poté pubblicarlo clandestinamente, solo nel 1576, e con un altro titolo, Il Contra uno.
Marco Travaglio Direttore de Il Fatto Quotidiano e scrittore
Il pensatore francese, che è un po’ il papà di tutti gli anarchici, sosteneva che il potere diventa tirannide non tanto per la prava volontà dei dittatori, quanto piuttosto per la supina condiscendenza dei cittadini che diventano sudditi senza neppure accorgersene. E incoraggiava tutti gli spiriti liberi alla resistenza passiva contro i regimi autoritari che li opprimevano, rassicurandoli sul fatto che non avrebbero dovuto versare neppure una goccia di sangue: bastava che non collaborassero. “Non c’è bisogno di combattere questo tiranno, né di toglierlo di mezzo; si sconfigge da solo, a patto che il popolo non acconsenta alla propria servitù. Non occorre sottrargli qualcosa, basta non dargli nulla”. E tutto il suo enorme potere verrebbe giù come un castello di carte al primo soffio di vento. “Sono dunque i popoli stessi che si lasciano incatenare, perché se smettessero di servire, sarebbero liberi. È il popolo che si fa servo, si taglia la gola da solo e, potendo scegliere tra servitù e libertà, rifiuta la sua indipendenza e si sottomette al giogo: acconsente al proprio male, anzi lo persegue”.
Dis-coll 2015, nuovi ammortizzatori sociali per i co.co.co e co.co.pro
Hanno diritto all'assegno di disoccupazione gli iscritti alla gestione separata Inps che abbiano perso il lavoro quest'anno e versato almeno tre mesi di contributi. L'importo è pari al 75% del reddito medio mensile nel caso la cifra non superi i 1.195 euro. Sale (ma fino a un tetto massimo di 1.300 euro) se gli introiti erano superiori. La domanda va inoltrata per via telematica o cartacea, scaricando il modulo dal sito dell'istituto.
A chi spetta - La Dis-coll intende assicurare un sostegno a co.co.co. e co.co.pro., esclusi amministratori e sindaci, che hanno perso il lavoro tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2015. Per comprovare il proprio status di disoccupato, il richiedente deve prima presentarsi al centro per l’impiego, dichiarare l’attività lavorativa appena cessata e l’immediata disponibilità a trovare lavoro. I beneficiari devono essere iscritti solo alla gestione separata dell’Inps, non possono essere pensionati né avere partita Iva. Inoltre, devono avere versato almeno tre mesi di contributi a partire dal 1 gennaio 2014, di cui una mensilità nel 2015. Quest’ultimo requisito sarà soddisfatto anche con un mese di lavoro che abbia generato un reddito pari ad almeno 647,83 euro. Bisogna poi considerare che la Dis-coll sostituisce l’indennità una tantum prevista dalla legge Fornero. Pertanto le domande di questo ammortizzatore presentate tra l’1 gennaio e il 27 aprile 2015, che facciano riferimento a una perdita di lavoro avvenuta quest’anno, saranno gestite come richieste di Dis-coll.
Giornata mondiale vittime dell’amianto 2015. In Italia ancora 4mila morti l’anno.
Più di vent'anni dopo il bando, la "fibra killer" continua a mietere vittime. 15mila i casi di mesotelioma pleurico diagnosticati nel nostro Paese dal '93 al 2008. E resta aperto il problema delle bonifiche.
Roberto Romano: Spending review, detrazioni fiscali nel mirino.
Il governo nasconde la polvere sotto il tappeto. Tesoretto? La
realtà è durissima: se non tagliamo 16 miliardi di spesa pubblica per
il 2016, scatterà la clausola di salvaguardia, con un aumento di
tasse equivalente (Iva e accise). Yoram Gutgeld e Roberto Perotti
stanno lavorando con dedizione al taglio della spesa pubblica. Sono
molte le voci interessate. La più delicata è la revisione delle
agevolazioni fiscali, ovvero il taglio di deduzioni, detrazioni ed
esenzioni che riducono il carico fiscale per un contro valore di 253
miliardi (Commissione Vieri Ceriani). Sono almeno 10 i miliardi da
trovare.
il manifesto
Roberto Romano
Sono in cantiere non meno di 52 voci di agevolazioni fiscali da
colpire, ma il governo si affretta a dire che per ora sono solo
simulazioni. Tra i temi più delicati, oltre al bonus edilizio, ci
sono le detrazioni per spese mediche e per le badanti. Dovrebbe
progressivamente scomparire, all’aumento del reddito, la
detrazioni (attualmente al 19% per tutti) per le spese mediche, così
come quella dei contributi previdenziali per l’assistenza
personale e familiare. Nel mirino tornano altre voci più volte
chiamate in causa negli anni scorsi: spese funebri a veterinarie.
Sono ipotesi che si scontrano con l’indicazione del Parlamento che ha chiesto, esplicitamente, che l’intervento sulle tax expenditures sia rivolto a eliminare doppioni e agevolazioni non giustificate dal punto di vista economico o sociale, salvaguardando però le voci più sensibili, in particolare quelle per i redditi da lavoro dipendente, i redditi di imprese minori e quelli da pensione.
Sono ipotesi che si scontrano con l’indicazione del Parlamento che ha chiesto, esplicitamente, che l’intervento sulle tax expenditures sia rivolto a eliminare doppioni e agevolazioni non giustificate dal punto di vista economico o sociale, salvaguardando però le voci più sensibili, in particolare quelle per i redditi da lavoro dipendente, i redditi di imprese minori e quelli da pensione.
Due professori al fianco (e non al posto) di Varoufakis.
La sua mossa per sbloccare i negoziati Tsipras l’ha fatta.
Potrebbe essere l’ultima nella direzione di un “onorevole
compromesso”. Se i creditori non coglieranno l’occasione, allora
Atene sarà costretta dai fatti a esaminare attentamente
l’eventualità di fare scelte drammatiche. Lo ha ripetuto l’altro
ieri il vice presidente del consiglio Yannis Dragasakis.
il manifesto
Dimitri Deliolanes
La prima iniziativa è stata quella di rafforzare il gruppo di
negoziatori. Accanto a Yanis Varoufakis viene rivalutata la figura
dell’economista Euclide Tsakalotos (università di Kent), che ne
assume il coordinamento, mentre a capo del gruppo che tratterà con
i controllori del Brussels Group (ex troika) è stato posto
l’economista Giorgos Houliarakis (università di Manchester), che
dirigerà anche il consiglio degli esperti del ministero delle
Finanze.
Se quindi Varoufakis è stato accusato di essere un «accademico inconcludente», ecco altri due professori di prima grandezza a confutare i deliri neoliberisti di Wolfgang Schauble. Al suo fianco e non al suo posto. Non si potrà più agitare lo spettro del ministro rock per bloccare le trattative e il governo greco dimostra di non permettere a Berlino di scegliere i suoi ministri: «Le posizioni sostenute da Varoufakis non sono personali ma rispettano in tutto gli orientamenti del governo», ha precisato il portavoce dell’esecutivo Sakellaridis.
Se quindi Varoufakis è stato accusato di essere un «accademico inconcludente», ecco altri due professori di prima grandezza a confutare i deliri neoliberisti di Wolfgang Schauble. Al suo fianco e non al suo posto. Non si potrà più agitare lo spettro del ministro rock per bloccare le trattative e il governo greco dimostra di non permettere a Berlino di scegliere i suoi ministri: «Le posizioni sostenute da Varoufakis non sono personali ma rispettano in tutto gli orientamenti del governo», ha precisato il portavoce dell’esecutivo Sakellaridis.
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