domenica 1 febbraio 2015

Sinistra. Stefano Rodotà apre il cantiere della Cosa Rossa: "Diamoci una mossa a sinistra". Ma si deve trovare lo Tsipras italiano.

"Diamoci una mossa a sinistra. Intanto costruiamo, poi ci contiamo". Con queste parole Stefano Rodotà apre il cantiere della Cosa Rossa, una coalizione che raccolga tutte le anime della sinistra italiana, che non si riconoscono in Matteo Renzi.

STEFANO RODOT

In un'intervista al Quotidiano Nazionale, il giurista sottolinea che "ci sto già lavorando con Sel, Fiom, Cgil, don Ciotti di Libera". Serve soprattutto un progetto, ma si cerca anche un leader, ci cerca lo Tsipras italiano. "Io non ho l'età - spiega Rodotà, che ha 81 anni - E il modello greco non si basa su un consenso ideologico, ma su un legame solido tra politica e società. Rigenerare la sinistra con un trapianto è molto difficile".
Su quale ruolo avranno i ribelli del Pd, Rodotà osserva che "non si può ripartire con spezzoni di sinistra perdenti, ma dalla società". E Quanto vale la Cosa Rossa? "Intanto la costruiamo. Poi ci contiamo".

Rodotà ha ottenuto (dagli ex grillini) 17 voti al quarto scrutinio per l'elezione del presidente della Repubblica e il suo nome è stato salutato da un convinto applauso al momento della proclamazione dei risultati. Considera Sergio Mattarella "un'ottima scelta" e sottolinea che si è trovato "un modo eccellente di scegliere un presidente della Repubblica che avrà ripercussioni sulle riforme, come la legge elettorale. Ma, a parte qualche contentino sui capilista bloccati, il programma di governo non avrà una svolta a sinistra. Renzi e Vendola restano inconciliabili". Il patto del Nazareno, aggiunge, "è ferito, ma sarà rinegoziato".

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