sabato 28 febbraio 2015

Canapa, per bonificare i terreni inquinati, iniziativa in Sardegna

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Fonte: www.lastampa.it – Di Nicola Pinna
Può sembrare un paradosso, ma in Sardegna i terreni inquinati saranno bonificati con la cannabis. Sarà una sperimentazione e dopo le polemiche iniziali l’idea è già diventata una legge, approvata oggi dal Consiglio regionale all’interno di un articolo della finanziaria. Dalle serre clandestine si passerà a grandi coltivazioni finanziate con soldi pubblici. E – facile da immaginare – costantemente sorvegliate.
L’articolo di legge inserito nella manovra economica porta la firma dei consiglieri regionali di Sel, Partito dei sardi, Rossomori, Centro Democratico e degli indipendentisti di Irs. «È scientificamente dimostrato – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Elisabetta Falchi – che la coltura a cannabis è ideale per le bonifiche, grazie alla sua elevata capacità nell’assorbire i materiali pesanti. Si tratta tra l’altro di un’opportunità interessante e dai numerosi risvolti positivi, ambientali ed economici».
La proposta che ipotizza l’utilizzo della cannabis per la bonifica dei terreni agricoli inquinati aveva suscitato subiti dubbi e anche molte contestazioni. La Regione, comunque, ha deciso di spendere nel progetto quasi mezzo milione di euro per sfruttare la canapa indiana per dare nuova vita alle zone della Sardegna inserite nell’elenco delle aree a rischio. Il piano, studiato dall’assessorato all’Agricoltura, avrà durata triennale e sarà affidato all’agenzia regionale all’Agris, che dovrà anche individuare i terreni da sfruttare.
La cannabis, in Italia, è ancora inserita nell’elenco delle sostanze illegali e chi la coltiva rischia fino a sette anni di carcere. I consumatori sono circa quattro milioni e mezzo, ma per la vendita (anche di piccole quantità) si rischia una condanna fino a quattro anni. Le proprietà mediche della cannabis sono note, ma al momento l’uso terapeutico è limitato ad alcune tipologie di farmaci. Prodotti quasi esclusivamente con polveri di piante coltivate all’estero. Quella che crescerà nelle campagne della Sardegna – tengono a precisare dalla Regione – avrà un basso contenuto di principio attivo Thc, ma sarà in grado di intercettare e catturare le sostanze nocive presenti nei terreni.
Di Nicola Pinna

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