venerdì 27 febbraio 2015

La Direzione Nazionale Antimafia: cambiare la legge!

legalizziamolacanapa
Nella relazione della Dna le critiche alla legge che regolamenta in Italia le droghe leggere.
A parlarne questa volta è appunto la Direzione Nazionale Antimafia, che da anni combatte il crimine e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli uomini di Franco Roberti lo scrivono nero su bianco, evidenziando «l’oggettiva inadeguatezza di ogni sforzo repressivo» contro lo spaccio e l’uso di droghe leggere. Per questo, si legge «spetterà al legislatore valutare se, in un contesto di più ampio respiro (ipotizziamo, almeno, europeo, in quanto parliamo di un mercato oramai unitario anche nel settore degli stupefacenti) sia opportuna una depenalizzazione della materia, tenendo conto del fatto che, nel bilanciamento di contrapposti interessi, si dovranno tenere presenti, da una parte, le modalità e le misure concretamente (e non astrattamente) più idonee a garantire, anche in questo ambito, il diritto alla salute dei cittadini (specie dei minori) e, dall’altra, le ricadute che la depenalizzazione avrebbe in termini di deflazione del carico giudiziario, di liberazione di risorse disponibili delle forze dell’ordine e magistratura per il contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di appannaggio di associazioni criminali agguerrite».

Depenalizzare le droghe leggere, per svuotare le carceri, alleggerire il lavoro di forze dell’ordine e magistrati, soprattutto per colpire la criminalità organizzata che con lo spaccio continua ad arricchirsi e questa volta l’invito proviene direttamente dai magistrati della Direzione Nazionale Antimafia che ogni giorno si ritrovano a combattere nel rispetto della legge quello che è ormai in Italia una vera e propria consuetudine: il consumo e il traffico di cannabis o hashish. Eppure, trovare una posizione ufficiale del presidente del Consiglio Matteo Renzi in tema di droghe leggere è un’impresa ardua. Il segretario del Partito Democratico – pur avendo tra i suoi fedelissimi un ex Radicale come Roberto Giachetti e un senatore dentro il partito come Luigi Manconi che ha proposto innumerevoli proposte di legge – non ha mai espresso una posizione precisa sulla legalizzazione della marijuana. Anzi, quando era presidente della provincia di Firenze nel 2007 scrisse una lettera al quotidiano La Nazione dove invocava come migliore ricetta contro lo spaccio delle sostanze stupefacenti«la tolleranza zero», che «va usata sugli spacciatori intorno alle scuole e nei luoghi di ritrovo dei giovani». In un mondo occidentale che sta velocemente cambiando idea sulla questione – basti pensare all’ultimo processo di legalizzazione persino del distretto di Washington capitale degli Stati Uniti -, pare incredibile che la questione non sia del tutto affrontata in Italia, persino dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge Fini-Giovanardi: la cannabis è accettata al momento solo in campo medico.

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