Mediaset vuole Rai Way e per la società delle torri tv del gruppo di viale Mazzini, portate in borsa solo tre mesi fa, mette sul piatto 1,2 miliardi. Il blitz del gruppo di Silvio Berlusconi accende la polemica politica mentre a Piazza Affari i titoli corrono. Interviene l'esecutivo e ricorda che deve rimanere in mano della Rai (oggi al 65%) almeno il 51% della controllata,ma le mire di Berlusconi sono dichiaratamente quellle di un’Opa ostile al 66%. Antitrust e Consob scendono in campo per controllare la partita che però sembra molto più ampia della semplice offerta sulle antenne Tv: in gioco c’è il controllo delle infrastrutture e della rete nazionale delle telecomunicazioni. Il futuro del sistema, infatti,è sempre di più alla proprietà fisica dei media e delle diverse piattaforme di trasmissione dei messaggi. “Per intenderci, ora che tardivamente – ma si vorrebbe agire a tappe forzate- si delinea un piano per la banda larga e ultralarga, torri e dorsali sono il vero oro nero”,s crive Vincenzo Vita sul manifesto di oggi. “Privarsene è assurdo. E’ come (s)vendere i gioielli di famiglia. Ecco perché, quando nel giugno del 2014 fu convertito in legge il decreto n.66 che all’articolo 21 permise la vendita di quote di RaiWay, si levarono voci critiche, a cominciare dalle organizzazioni sindacali”, continua.
Tra, l’altro, lo stop alle mire del Biscione a norma di legge, visto che al controllo pubblico fa riferimento il decreto della presidenza del consiglio varato lo scorso settembre in vista della quotazione, "anche considerata l'importanza strategica delle infrastrutture di rete", ma a nessuno sfugge che tra le due società (Ei Towers e Raiway) quella pubblica sembra molto più debole. Palazzo Chigi rivendica comunque ''la scelta compiuta dal governo di valorizzare la società facendola uscire dall'immobilismo nel quale era confinata". E l'offerta d'acquisto e scambio annunciata dalla controllata di Mediaset (al 40%), Ei Towers, per assurdo, “ne è una conferma”.
L'Opas non è amichevole o, quanto meno, è 'unsolicited' ossia non sollecitata, sottolineano fonti del gruppo radiotelevisivo pubblico. L'operazione con la quale Cologno Monzese punta ad arrivare a prendere almeno il 66,67% del capitale del torri Rai, sarà oggetto di una informativa da parte del direttore generale Luigi Gubitosi al Cda.
La vendita di una quota di minoranza di Raiway era prevista nel decreto Irpef approvato nel giugno scorso che sottraeva 150 milioni di euro alle casse di viale Mazzini per coprire il bonus degli 80 euro. Successivamente, il 2 settembre, il relativo decreto della presidenza del consiglio specificava «l’opportunità di mantenere, allo stato, in capo a Rai, a garanzia della continuità del servizio erogato da Rai Way a Rai medesima, una quota di partecipazione sociale nel capitale di Rai Way non inferiore al 51%»
"Continua il patto del nazareno televisivo: una risorsa pubblica messa sul mercato sta per essere fagocitata dal gruppo Mediaset", attaccano i deputati del Movimento 5 Stelle della commissione Trasporti della Camera e chiedono un intervento deciso dell' Antitrust ''per scongiurare la creazione di un monopolio in un mercato strategico''.
L'operazione ''se andasse in porto determinerebbe una concentrazione tale da mettere a rischio anche la libertà di informazione", sostiene l'Usigrai e chiede di "regolare definitivamente i conflitti di interesse". "Si ripropone il tema della concentrazione anziché‚ quello dell'investimento sull'informazione pubblica", denuncia la leader della Cgil Susanna Camusso. Al patto per le riforme tra Berlusconi e il premier Matteo Renzi fa riferimento il capogruppo Sel alla Camera Arturo Scotto: ''Lanciamo un allarme: non vorremmo che quel patto del Nazareno uscito dalla porta rientrasse dalla finestra". "Prima Mondadori-Rcs, poi Mediaset-Raiway: ora aspetto che il Milan compri l'Inter", scrive con un tweet l'ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.
Di certo l'offerta dovrà passare al vaglio dell'Antitrust, cui Ei Towers ha mandato la notifica, mentre la Consob si è già mossa con richieste di informazioni agli intermediari finanziari più attivi sui titoli delle società coinvolte. Le quali brindano in borsa. Il mercato apprezza, nel complesso, un progetto industriale capace di tenere in mani italiane un'infrastruttura importante: Rai Way balza del 9,4% a 4,05 euro verso i 4,5 euro al quale viene valorizzata nell'offerta (+52% dal prezzo della quotazione). Ei Towers chiude a +5,2%, Mediaset +1,3%.
Lo Snap, il sindacato autonomo del settore produzione Rai, ricorda come il “centrodestra” in questi anni si è "limitato" a minare l'Azienda Rai dal suo interno con le governance ed i guastatori vari. Ed ora dove non è riuscito ci pensa il “centrosinistra” con la passività del management aziendale. “Se dopo appena 3 mesi dallo sbarco in borsa del titolo Rai Way si assiste ad un evento del genere nulla ci vieta di pensare ad un'azione premeditata – si legge ancora nel comunicato Snap -. Come in tutte le privatizzazioni quello che è drammaticamente a rischio è la libertà e la democrazia mercificata in Piazza Affari. Sebbene questa OPA dovesse fallire resta comunque sul terreno una inqualificabile e spregevole speculazione finanziaria. Registriamo infine una continuità comportamentale del vertice aziendale che anziché respingere gli attacchi quotidiani portati da ogni direzione alla Rai restano prigionieri - come nella vicenda Verro - di un assordante e preoccupante silenzio”.
L'Opas non è amichevole o, quanto meno, è 'unsolicited' ossia non sollecitata, sottolineano fonti del gruppo radiotelevisivo pubblico. L'operazione con la quale Cologno Monzese punta ad arrivare a prendere almeno il 66,67% del capitale del torri Rai, sarà oggetto di una informativa da parte del direttore generale Luigi Gubitosi al Cda.
La vendita di una quota di minoranza di Raiway era prevista nel decreto Irpef approvato nel giugno scorso che sottraeva 150 milioni di euro alle casse di viale Mazzini per coprire il bonus degli 80 euro. Successivamente, il 2 settembre, il relativo decreto della presidenza del consiglio specificava «l’opportunità di mantenere, allo stato, in capo a Rai, a garanzia della continuità del servizio erogato da Rai Way a Rai medesima, una quota di partecipazione sociale nel capitale di Rai Way non inferiore al 51%»
"Continua il patto del nazareno televisivo: una risorsa pubblica messa sul mercato sta per essere fagocitata dal gruppo Mediaset", attaccano i deputati del Movimento 5 Stelle della commissione Trasporti della Camera e chiedono un intervento deciso dell' Antitrust ''per scongiurare la creazione di un monopolio in un mercato strategico''.
L'operazione ''se andasse in porto determinerebbe una concentrazione tale da mettere a rischio anche la libertà di informazione", sostiene l'Usigrai e chiede di "regolare definitivamente i conflitti di interesse". "Si ripropone il tema della concentrazione anziché‚ quello dell'investimento sull'informazione pubblica", denuncia la leader della Cgil Susanna Camusso. Al patto per le riforme tra Berlusconi e il premier Matteo Renzi fa riferimento il capogruppo Sel alla Camera Arturo Scotto: ''Lanciamo un allarme: non vorremmo che quel patto del Nazareno uscito dalla porta rientrasse dalla finestra". "Prima Mondadori-Rcs, poi Mediaset-Raiway: ora aspetto che il Milan compri l'Inter", scrive con un tweet l'ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.
Di certo l'offerta dovrà passare al vaglio dell'Antitrust, cui Ei Towers ha mandato la notifica, mentre la Consob si è già mossa con richieste di informazioni agli intermediari finanziari più attivi sui titoli delle società coinvolte. Le quali brindano in borsa. Il mercato apprezza, nel complesso, un progetto industriale capace di tenere in mani italiane un'infrastruttura importante: Rai Way balza del 9,4% a 4,05 euro verso i 4,5 euro al quale viene valorizzata nell'offerta (+52% dal prezzo della quotazione). Ei Towers chiude a +5,2%, Mediaset +1,3%.
Lo Snap, il sindacato autonomo del settore produzione Rai, ricorda come il “centrodestra” in questi anni si è "limitato" a minare l'Azienda Rai dal suo interno con le governance ed i guastatori vari. Ed ora dove non è riuscito ci pensa il “centrosinistra” con la passività del management aziendale. “Se dopo appena 3 mesi dallo sbarco in borsa del titolo Rai Way si assiste ad un evento del genere nulla ci vieta di pensare ad un'azione premeditata – si legge ancora nel comunicato Snap -. Come in tutte le privatizzazioni quello che è drammaticamente a rischio è la libertà e la democrazia mercificata in Piazza Affari. Sebbene questa OPA dovesse fallire resta comunque sul terreno una inqualificabile e spregevole speculazione finanziaria. Registriamo infine una continuità comportamentale del vertice aziendale che anziché respingere gli attacchi quotidiani portati da ogni direzione alla Rai restano prigionieri - come nella vicenda Verro - di un assordante e preoccupante silenzio”.
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