venerdì 27 febbraio 2015

Il crowdfunding è green: arriva la prima piattaforma dedicata all'agricoltura sostenibile

Il crowdfunding è green: arriva la prima piattaforma dedicata all'agricoltura sostenibileNasce il progetto di raccolta fondi online dedicato eslusivamente alla produzione di alimenti di qualità. Si chiama Barnraiser e mira a finanziare gli "innovatori del cibo" di domani.



ARRIVA DAGLI USA e, nelle speranze degli ideatori, dovrebbe rappresentare una delle chiavi di volta per la nuova generazione di agricoltori e allevatori interessati alla produzione di alimenti eco-sostenibili e alle diverse forme di artigianato agro-alimentare. Si chiama Barnraiser ed è il primo sito di crowdfunding dedicato al finanziamento dal basso di progetti legati alla creazione di cibo di qualità. Per partecipare sono necessarie un'idea, la capacità di saperla raccontare e la volontà di "fare gruppo", condividendo esperienze in una comunità che si prefigura di cambiare il mondo a partire da uno degli aspetti base della nostra vita: l'alimentazione.

Lanciata la scorsa primavera e operativa da settembre 2014 Barnraiser ha obiettivi decisamente delineati: promuovere la cucina locale e regionale, sostenere l'agricoltura biologica e le lavorazioni eno-gastronomiche di tipo artigianale, diffondere l'educazione ambientale e alimentare tra le nuove generazioni. Ispirato ai modelli di raccolta fondi online già esistenti, Kickstarter e Indiegogo su tutti, Barnraiser se ne discosta per una caratteristica peculiare: la creazione di una community abbastanza omogenea, improntata su una visione comune dello sviluppo basata sulla valorizzazione del piccolo artigianato e dei prodotti locali.
La creatrice del progetto, Eileen Gordon Chiarello, un passato in Apple e un presente da imprenditrice agro-alimentare, sembra essere del resto ben consapevole dei limiti del crowdfunding tradizionale: "La tendenza che prevale nei modelli già esistenti online è sostanzialmente questa: io creo la piattaforma, tu competi con gli altri per farti finanziare il tuo progetto. Ma non puoi solo mettere su un'idea e chiedere migliaia di dollari, non funziona così, almeno in questo settore", ha rivelato al magazine americano Fortune. Per questo il primo obiettivo di Barnraiser è quello di creare vere e proprie comunità virtuali dotate di obiettivi comuni e parallelamente sviluppare le capacità di marketing e comunicazione degli utenti. Fondamentali nella presentazione di ogni progetto sono i video ironici e ben curati, volti a suscitare un immediato senso di empatia con i promotori, e le accurate campagne di social media marketing sviluppate su piattaforme quali Pinterest, Facebook, Twitter e Vimeo.

Si può decidere di sostenere le fattorie e le aziende che puntano sull'agricoltura sostenibile, i progetti ambientali comunitari (come la creazione e la difesa degli orti urbani), quelli legati alla creazione e alla lavorazione di cibo e alimenti artigianali, o scegliere di promuovere l'educazione ambientale e la diffusione di una corretta cultura dell'alimentazione sui media più disparati. Una strategia a quanto pare vincente: inaugurato la scorsa primavera, e pienamente operativo dallo scorso settembre, Barnraiser vanta già l'82% di progetti finanziati con una media di 12.000 dollari a progetto, e ambisce a diventare il Kickstarter del mondo dell'alimentazione.

Tra le campagne andate a buon fine ci si imbatte così in una app sviluppata dall'organizzazione no profit fallingfruit.org con la lista dell'oltre mezzo milione di frutti, erbe, funghi e altre fonti di cibo che cresce spontaneamente nei tessuti urbani di tutto il globo. O nella raccolta fondi, organizzata dalla "Seattle Urban Farm Company", per l'acquisto di nuove serre e la diffusione dei prodotti locali; un tentativo di promuovere le colture anche all'interno delle città, perfino sui tetti di scuole e ospedali o negli orti urbani. La scommessa è duplice: aumentare la sostenibilità alimentare e creare nuovi posti di lavoro, dando sostanza alla locuzione "Green Economy".

Tra le idee vincenti c'è anche un curioso progetto basato sulla preservazione di alberi da frutto e bacche, piantati nientemeno che nei tempi della leggendaria "Corsa all'oro". Grazie ai finanziamenti dei sostenitori si sono salvaguardate varietà uniche di mandorle, noci, uve, prugne e altri frutti dalle caratteristiche molto particolari che potrebbero rivelarsi utili anche nelle colture moderne: sarebbe interessante studiare come siano riusciti a sopravvivere per tutti questi anni nonostante i parassiti e la siccità.

Partecipare non è difficile: basta registrarsi sul sito e proporre il proprio progetto compilando una scheda personale. Sulla piattaforma vengono indicati tutti i passaggi necessari per promuovere e realizzare le proprie idee. Dalla comunicazione all'attenzione verso gli utenti pronti a finanziare, dagli obiettivi che è ragionevole stabilire all'importanza del passaparola virale attraverso i social network: nessun aspetto è tralasciato su Barnraiser. Il punto forte? Una costante interazione fra tradizione e innovazione, tra le potenzialità di un mercato globale e la sfida della preservazione dei prodotti locali. L'agricoltura del futuro forse parte anche da qui.

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