Mercoledì 3 novembre ho avuto la possibilità di partecipare al crash course di Natural step Italia. Una giornata dedicata alla sostenibilità e all'innovazione, dove si ragiona di principi, framework e si analizzano casi concreti.
1. Scarpe e sostenibilità. Un bel problema, perché le scarpe sono un rifiuto speciale. Esistono però software per i progettisti che permettono di vedere in tempo reale l'impatto dei materiali utilizzati. E se non totalizzano determinati punteggi di sostenibilità, di modificare i materiali. Un bel tool, non c'è che dire.
2. Se un'azienda organizza la propria produzione, la propria distribuzione e ripensa i propri prodotti in modo sostenibile, fa una cosa positiva da tanti punti vista. Ad esempio dal punto di vista etico, dell'impatto sull'ecosistema ecc... Ma queste sono cose di cui ero già convinto prima, altrimenti non avrei partecipato a un workshop sulla sostenibilità. Quello che ho scoperto è che conviene anche economicamente. E non è teoria. Come si dice, dati alla mano.
3. Si può costruire un edificio con il 99% dei consumi in meno a 2000 metri e a meno 30 gradi. Non solo, utilizzando solo l'energia solare si può mettere in piedi una serra dove fa più caldo della riviera ligure in estate. E coltivarci banane. E non è fantascienza. Succedeva già negli anni '80. È dalle parti di Old Snowmass (nomen omen) in Colorado.
4. La scala di Maslow che ordina i bisogni fondamentali secondo priorità e gerarchie, non trova spazio nel modello di Natural Step. Qui i bisogni fondamentali sono 9 (sussistenza, protezione, partecipazione, ozio, affetto, comprensione, creatività, identità e libertà) e sono tutti sullo stesso piano. Se nel lungo periodo un bisogno non viene soddisfatto, ci troviamo di fronte a una situazione di squilibrio. È fondamentale trovare dei "soddisfattori" che soddisfino i bisogni senza violare i principi di sostenibilità. Il problema è che i "soddisfattori", a differenza dei bisogni, cambiano continuamente...
5. Un'azienda può raccontarsi (e raccontare, soprattutto) di essere sostenibile quanto vuole, ma se non si preoccupa della sostenibilità e del rispetto di determinati requisiti dei suoi fornitori, non sarà davvero sostenibile. È importante quindi che faccia un percorso di sostenibilità coinvolgendo i fornitori. Anche perché ragionando insieme, azienda e fornitori, e tenendo presenti gli obiettivi di sostenibilità si possono trovare soluzioni innovative e con un alto livello di sostenibilità.
6. Esistono le B Corporation. Cosa sono? Copio e incollo: "la certificazione B Corporation è uno standard riconosciuto da una terza parte che richiede alle aziende di rispettare determinate performance di sostenibilità sociale e ambientale". In alcuni Stati degli Usa è uno status giuridico, altrove è una certificazione. Qui in Italia le B Corporation sono solo 7. C'è però Fratelli Carli, quella dell'olio, non proprio un'azienda piccina.
7. In Cina la Broad Group ha costruito un grattacielo di 30 piani, con standard di sostenibilità elevati. La notizia è che è stato costruito in 360 ore, 15 giorni. Googlate 't30'. E mentre lo fate pensate ai lavori per Italia '90...
8. Prima di comprare un cosmetico (per voi o per qualcun altro) fate un salto su EWG Skin Deep, un motore di ricerca che cataloga il "rischio" di ogni prodotto in una scala da 0 a 10. Quelli che totalizzano 10 forse andrebbero evitati. Anche se il "rischio" è alto anche per i prodotti quotati 9, 8, 7. Si viene ad esempio a scoprire che anni fa erano in circolazione prodotti ad alto rischio e potenzialmente cancerogeni. Per anni fa si intende, ad esempio, nel 2009.
9. Se le automobili Tesla vi sembrano anni avanti, un po' perché sono elettriche, un po' perché sono open source, sappiate che adesso hanno anche la modalità "pilota automatico". Adesso non significa "chi le compra da oggi in poi", ma che chi ha la fortuna di avere una Tesla può aggiornare il firmware e trovarsi la nuova funzione. Come se fosse uno smartphone, per dire.
10. 23andme.com è un sito che offre un servizio di mappatura del dna per 100 dollari. Può essere utile per ragioni mediche e per ritrovare parenti alla lontana sparsi per il globo. In realtà al momento non è più possibile richiedere la mappatura medica perché sembra che la U.S. Food and drug administration si sia opposta. Peccato. Non mi regalerò il loro kit per Natale. Ero soprattutto interessato alla mappatura medica (avendo visto come funziona il report di un fortunato che ha ordinato il servizio prima dell'alt alla parte medica, sembra fatta davvero bene).
Bonus: Il canadese Chris Austin Hadfield a 9 anni voleva fare l'astronauta. Poi l'ha fatto davvero. E non si è limitato a questo, ha inciso una versione di Space Oddity nello spazio ed è bellissima. È il primo videoclip girato nello spazio.Ground control to major Tom...
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