Si apre con le immagini della chiusura della campagna elettorale di Alexis Tsipras ad Atene la conferenza programmatica di Sel a Milano. Nichi Vendola arriva mentre in sala risuonano le note di "Bella ciao", cantata in piazza Omonia.
A chi gli chiede se questo valga anche per i Cinque stelle, Vendola risponde che si rivolge a "tutti, a tutti coloro che vogliono giocare questa partita e non vogliono replicare il copione delle belle statuine. C'è la possibilità - conclude - che il Parlamento riguadagni sovranità rispetto ai giochini che si fanno nelle segrete stanze".
L'input arriva proprio dal democrat Civati che lancia la candidatura 'NN', non Nazareno, per il Quirinale e chiama a raccolta quanti non sono d'accordo con una candidatura decisa lungo l'asse Renzi-Berlusconi. "Tutti coloro che stanno dicendo peste e corna del patto del Nazareno e della sua estensione (e addirittura della sua finalizzazione alla creazione di un nuovo soggetto politico) dovrebbero fare una proposta sul Presidente della Repubblica perché non sia espressione del Nazareno, come ormai scrivono tutti i giornali, e quindi di quella che si può definire una mezza trattativa privata" (fino alla rottura in senato, tutti negavano che nel patto ci fosse anche il Quirinale, ma ormai tutti ammettono che non era vero)".
"Se fosse un'iniziativa che nasce in Parlamento - osserva Civati - oltre al nome della rosa (e alla rosa dei nomi), costringerebbe tutto il Pd a un dibattito vero, non al solito 'canguro' tra le dichiarazioni, al termine delle quali si arriva puntualmente all'o così, o niente. Un candidato NN, non-Nazareno, che non nasce tra quattro mura, ma all'aperto, nell'aula parlamentare e nella società italiana, perché le sappia rappresentare entrambe, con autorevolezza e autonomia (che poi sono la stessa cosa). Un candidato che possa arrivare ai voti necessari, senza essere il candidato di questo o di quello".
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