Dopo le proteste, il governo in extremis scioglie i dubbi e corregge i criteri altimetrici
Il governo, con un Consiglio dei ministri straordinario, ha corretto in extremis il pasticcio dell’Imu agricola montana, riscrivendo i criteri per il pagamento e prevedendo l’esenzione totale per 3.456 comuni (prima erano 1.498) e l’esenzione parziale per altri 655. La decisione è maturata dopo che questa mattina il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina si era incontrati nuovamente per affrontare la questione della nuova tassa, contesta da più parti, ed il cui pagamento dallo scorso 12 dicembre era stato fatto slittare al 26 gennaio. In pratica, con questa decisione, tutti i comuni montani non dovranno pagare l’Imu sui terreni agricoli. Per tutti gli altri è stato deciso un ulteriore slittamento dei pagamenti, questa volta l’ultimo, al 10 febbraio.
“Abbiamo lavorato per una soluzione definitiva e strutturale della vicenda Imu sui terreni montani – ha dichiarato il ministro Martina . Con il decreto di oggi abbiamo risolto i problemi amministrativi sopravvenuti e tutelato ancora di più coloro che vivono di agricoltura nei territori rurali”.
I vecchi criteri
Sotto accusa, fin dal suo debutto avvenuto molto a ridosso della prima scadenza di pagamento poi fatta slittare, è il parametro altimetrico adottato per l’imposta 2014 che non tiene conto delle peculiarità territoriali (il riferimento altimetrico era infatti quello della sede del municipio) e delle coltivazioni. L’applicazione del tributo prevedeva, infatti, un’esenzione in modo indifferenziato solo per i terreni montani al di sopra di 600 metri d’altitudine; esenti invece quelli coltivati da imprenditori agricoli professionisti e coltivatori diretti tra i 600 metri e i 281 metri d’altitudine, mentre al di sotto erano tutti tenuti all’intero versamento.
I nuovi criteri adottati ieri si rifanno all’elenco dei comuni della cosiddetta “montagna legale” elaborato dall’Istat, che fissa tra i suoi parametri che almeno l’80% del territorio comunale sia posto sopra i 600 metri di altitudine, e da più parti indicato come il criterio più corretto da applicare. Questi terreni saranno completamente esentati. Come pure saranno esentati i terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella previdenza agricola, e ubicati nei comuni classificati come parzialmente montani dagli elenchi Istat. Tutti gli altri dovranno invece pagare. Anche se la nota di palazzo Chigi precisa che “per l’anno 2014 non è comunque dovuta l’Imu per quei terreni che erano esenti in virtù del decreto del Mef del 28 novembre 2014 e che invece risultano imponibili per effetto dei criteri sopra elencati”.
Una settimana di proteste
L’ultimo affondo, dopo giorni di polemiche e prese di posizione da parte delle associazioni del mondo agricolo, comuni e forze politiche, era arrivato giovedì sera con una lettera firmata da ben 196 deputati del Pd e indirizzata a Renzi e Padoan. A promuovere l’iniziativa due deputati della Commissione finanze, Marco Causi e Gian Mario Fragomeli, che puntavano esplicitamente a scongiurare, in tempi così stretti e con così alti margini di incertezza, il pagamento dell’Imu per i terreni agricoli.
I ricorsi al Tar
Martedì invece il Tar del Lazio aveva deciso di non confermare la sospensiva del regolamento, disposta subito dopo Natale su istanza di diverse Anci regionali, rinviando ogni altra decisione all’udienza di merito fissata per il 17 giugno. Ma poi era spuntata un’altra sospensiva, sino al 4 febbraio, scattata in seguito ad un ricorso di comuni siciliani. In questo modo, a fronte della scadenza del 26, la situazione si era fatta sempre più confusa. Sino all’intervento di oggi che, in extremis, ha sciolto ogni dubbio azzerando di fatto i precedenti due decreti.
Il plauso dell’Anci
Bene ha fatto il Governo a rivedere e correggere il regime fiscale sui terreni agricoli, accogliendo le richieste di tanti sindaci e dell’Anci” ha commentato a caldo il presidente dell’Anci, Piero Fassino.
«I nuovi criteri adottati e le molte esenzioni previste - ha spiegato il numero uno dell’Anci - vengono infatti incontro all’esigenza di non penalizzare i terreni montani e le loro attività agricole, e determinano una significativa riduzione della platea dei Comuni e dei contribuenti interessati».
«Auspichiamo che dopo la scadenza del pagamento si verifichi con attenzione il gettito effettivo, e in conseguenza si riequilibri la riduzione di risorse già operata sui Comuni’’, ha concluso Fassino. Soddisfatta anche Coldiretti: «Sono stati mantenuti gli impegni assunti a rivedere anche per il 2014 i criteri individuati per la delimitazione dei terreni - afferma il presidente Roberto Moncalvo - . Il premier Matteo Renzi e il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina hanno dimostrato grande sensibilità nei confronti di quanti vivono e lavorano nelle aree di montagna, dove svolgono un ruolo di presidio del territorio insostituibile per l’intera collettività”.
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