martedì 27 gennaio 2015

Crisi, l'esercito dei disperati. Per la Cgil sono quasi dieci milioni. Il dato più alto dal 2007

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Nove milioni e 410mila in grave difficoltà per la mancanza di lavoro o per la precarietà di una posizione lavorativa non scelta ma subita. Si tratta del dato più alto dal 2007 ad oggi riferito al terzo trimestre di ogni anno''. E' quanto emerge dal rapporto periodico ''Gli effetti della crisi sul lavoro in Italia - gennaio 2015'' a cura dell'osservatorio del mercato del lavoro dell'Associazione Bruno Trentin, relativo al terzo trimestre 2014.
''Rispetto al terzo trimestre 2013 - rileva la ricerca - l'aumento riscontrato è del 7,1% (+620mila), mentre rispetto al terzo trimestre 2007 l'aumento è del 65,1% (+3milioni e 712mila)''. Lo studio dell'associazione della Cgil, disaggregando il dato, rileva, inoltre, che ''l'area della sofferenza occupazionale (disoccupati, scoraggiati e cassaintegrati) sfiora i 5 milioni di persone, con un incremento del 101,8% (l'area è raddoppiata) rispetto allo stesso trimestre del 2007; mentre l'area del disagio (lavoro temporaneo involontario e part time involontario) è di 4milioni e 455mila unità, con un aumento del 37,4% (+1milione 212mila) rispetto allo stesso trimestre del 2007''. L'Abt Cgil sottolinea che ''le condizioni strutturali del mercato del lavoro italiano peggiorano anche in un trimestre (luglio - settembre) tradizionalmente favorevole, data la forte presenza di attività stagionali, con un ulteriore aumento di persone in grave difficoltà per la mancanza di lavoro o per la precarietà di una situazione non scelta ma subita''.

''La drammatica situazione occupazionale del nostro Paese, a parere dell'associazione è testimoniata anche dal confronto mensile con gli andamenti europei. La disoccupazione italiana continua a crescere e a novembre 2014 raggiunge il 13,4%, circa 2 punti percentuali in più rispetto all'area Euro e ben 3,4% in più rispetto all'Europa a 28 paesi'', prosegue la nota. ''Solo Grecia, Spagna, Cipro, Croazia e Portogallo hanno un tasso di disoccupazione maggiore del nostro: ma l'Italia è il paese che nel corso degli ultimi dodici mesi, e in particolare da settembre in poi, ha avuto un incremento più elevato rispetto all'andamento europeo'', conclude la nota.
E proprio per sottolineare la gravita della situazione sociale lo Spi-cgil è tornato a chiedere il ripristino del blocco degli sfratti per alcune categorie di persone particolarmente svantaggiate, come gli anziani.
“Se non si interviene – si legge nella nota della Cgil - il rischio che corriamo è quello di avere nei prossimi mesi migliaia di persone anziane in strada e senza più una casa come sta già avvenendo in molte zone d'Italia". Così lo Spi-Cgil in una nota. "Gli anziani - continua il sindacato dei pensionati della Cgil - sono i più esposti all'emergenza sfratti. In questi anni si sono impoveriti molto e molti di loro oggi non hanno più i soldi per mantenere la propria abitazione. Ci appelliamo al governo e a tutte le istituzioni locali perché‚ intervengano subito e diano risposte a queste persone".

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