Impietoso il giudizio contenuto nel rapporto "Gioventù ferita", presentato alla vigilia delle elezioni del 25 gennaio: "Le fasce socialmente più deboli e la gioventù sono le vittime principali". Un quadro a tinte tragiche tra famiglie che rinunciano a riscaldamento e cure mediche e l'aumento dei figli abbandonati. Neanche chi ha un lavoro full time riesce a vivere dignitosamente
La crisi greca ha prodotto gli stessi danni di una guerra, abbattendosi soprattutto su bambini e ragazzi. E la stabilità economica altro non è che un’irraggiungibile terra promessa. Lo scrive chiaramente la Caritas Italiana nel dossier “Gioventù ferita”, presentato alla vigilia delle elezioni che mettono la Grecia davanti a un bivio con Tsipras che continua a ripetere: “Non rispetteremo gli accordi presi dai nostri predecessori”. Numeri, dati e testimonianze raccolte dall’organismo pastorale della Cei – impegnato dal 2011 nella penisola ellenica con svariati progetti di supporto per la popolazione – scattano una fotografia impietosa dello stato di salute delle fasce più giovani della popolazione dopo sei anni di crisi e cure imposte dalla Troika. Nel rapporto non mancano infatti passaggi duri nei confronti dell’Europa: “I nuovi dati provenienti dalla rete dei centri di ascolto e di aiuto delle Caritas locali confermano che le politiche internazionali ed europee adottate in Grecia sono sostanzialmente fallimentari. Le fasce socialmente più deboli e la gioventù in particolare sono le vittime principali: ferite, deluse, arrabbiate, che però non hanno perso la speranza”, si legge nel dossier.
“Neanche chi ha il lavoro vive dignitosamente”
Anche il quotidiano si è fatto pesante, a partire dai bisogni elementari. Le famiglie che si rivolgono alla Caritas richiedono soprattutto alimenti(55%), lamentano l’impossibilità di pagare le utenze (40%). Non mancano anche necessità legate all’educazione dei figli (18%) e genitori in cerca di assistenza psicologica (8%). E, sottolinea l’organismo pastorale, “la metà dei nuovi poveri che assistiamo hanno un lavoro full time, ma nonostante ciò non hanno un reddito sufficiente per vivere” a riprova che il dato sulla disoccupazione nazionale, seppur altissimo, “mostra solo parzialmente la reale portata del problema, perché anche tra gli occupati c’è chi non ha denaro a sufficienza per vivere dignitosamente”. Molti sono dipendenti con stipendi inferiori ai mille euro ma, evidenzia la Caritas, non mancano liberi professionisti, piccoli imprenditori o commercianti.
Anche il quotidiano si è fatto pesante, a partire dai bisogni elementari. Le famiglie che si rivolgono alla Caritas richiedono soprattutto alimenti(55%), lamentano l’impossibilità di pagare le utenze (40%). Non mancano anche necessità legate all’educazione dei figli (18%) e genitori in cerca di assistenza psicologica (8%). E, sottolinea l’organismo pastorale, “la metà dei nuovi poveri che assistiamo hanno un lavoro full time, ma nonostante ciò non hanno un reddito sufficiente per vivere” a riprova che il dato sulla disoccupazione nazionale, seppur altissimo, “mostra solo parzialmente la reale portata del problema, perché anche tra gli occupati c’è chi non ha denaro a sufficienza per vivere dignitosamente”. Molti sono dipendenti con stipendi inferiori ai mille euro ma, evidenzia la Caritas, non mancano liberi professionisti, piccoli imprenditori o commercianti.
No al riscaldamento e alle cure mediche
Una situazione tanto difficile, spiega il presidente della Caritas greca padre Antonio Voutsinos, da obbligare sempre più i genitori, per dare qualcosa da mangiare ai loro figli a cucinare “solo pasta o riso tutti i giorni perché sono gli unici alimenti che possono permettersi” e a tagliare sul “riscaldamento domestico, che sembra essere un privilegio in tempi di crisi” mettendo così “a rischio la salute dei bambini durante il periodo invernale”. Senza considerare come la crisi incida sulle cure e l’uso dei medicinali.Xenia Apostoloi, assistente sociale presso l’ospedale pediatricoAgia Sofia Pedon di Atene spiega: “Sempre più di frequente abbiamo bambini che, pur non avendo una grave patologia, sviluppano malattie croniche dovute alle cattive condizioni igienico-sanitarie in cui vivono. In forte aumento sono i casi di bambini che nascono con patologie che possono essere evitate se le madri effettuassero i normali controlli di routine in gravidanza e seguissero le cure mediche adeguate”.
Una situazione tanto difficile, spiega il presidente della Caritas greca padre Antonio Voutsinos, da obbligare sempre più i genitori, per dare qualcosa da mangiare ai loro figli a cucinare “solo pasta o riso tutti i giorni perché sono gli unici alimenti che possono permettersi” e a tagliare sul “riscaldamento domestico, che sembra essere un privilegio in tempi di crisi” mettendo così “a rischio la salute dei bambini durante il periodo invernale”. Senza considerare come la crisi incida sulle cure e l’uso dei medicinali.Xenia Apostoloi, assistente sociale presso l’ospedale pediatricoAgia Sofia Pedon di Atene spiega: “Sempre più di frequente abbiamo bambini che, pur non avendo una grave patologia, sviluppano malattie croniche dovute alle cattive condizioni igienico-sanitarie in cui vivono. In forte aumento sono i casi di bambini che nascono con patologie che possono essere evitate se le madri effettuassero i normali controlli di routine in gravidanza e seguissero le cure mediche adeguate”.
Aumentano abbandoni e mortalità infantile
L’impossibilità di garantire un futuro adeguato ai propri figli è la causa principale dell’esplosione degli abbandoni, aumentati del336% negli ultimi cinque anni. “Si tratta spesso di bambini con gravi patologie i cui genitori firmano un documento in cui dichiarano di non poter prendersi cura del figlio, e lo lasciano a carico dello Stato. Esistono molte associazioni e fondazioni che si interessano dei problemi relativi all’infanzia – continua Apostoloi – il punto è che nonostante la buona volontà di queste organizzazioni, troppo spesso mancano i fondi”. Preoccupanti ‘segni più’ vengono fatti segnare anche dalla mortalità infantile (+43%) e dal tasso di deprivazione materiale dei minori, passato dal 18,7% registrato nel 2008 al 39,9% del gennaio 2013, ancora in crescita rispetto al 2012 fa quando si assestava al 34,8%.
L’impossibilità di garantire un futuro adeguato ai propri figli è la causa principale dell’esplosione degli abbandoni, aumentati del336% negli ultimi cinque anni. “Si tratta spesso di bambini con gravi patologie i cui genitori firmano un documento in cui dichiarano di non poter prendersi cura del figlio, e lo lasciano a carico dello Stato. Esistono molte associazioni e fondazioni che si interessano dei problemi relativi all’infanzia – continua Apostoloi – il punto è che nonostante la buona volontà di queste organizzazioni, troppo spesso mancano i fondi”. Preoccupanti ‘segni più’ vengono fatti segnare anche dalla mortalità infantile (+43%) e dal tasso di deprivazione materiale dei minori, passato dal 18,7% registrato nel 2008 al 39,9% del gennaio 2013, ancora in crescita rispetto al 2012 fa quando si assestava al 34,8%.
Disoccupazione giovanile ed emigrazione
“L’analisi delle conseguenze delle politiche di austerity promosse dall’Unione Europea che questo rapporto rileva a partire dall’esperienza della Grecia – scrive la Caritas – evidenzia l’incoerenza delle politiche adottate a livello europeo, in particolare per i giovani”. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 27% e si assesta ben oltre il 50% tra i giovani secondo i dati Eurostat dello scorso giugno. Si legge nel dossier che i giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano, non studiano e non seguono corsi di formazione professionale sono passati in quattro anni (2009-2013) dal 19,9% al 33,7%, oltre 13 punti percentuali in più della media Ue a 28 Paesi e il 2,7% in più rispetto all’Italia. “La Grecia, al pari dell’Italia, è priva di un reddito di inclusione sociale in grado di inserire nella società anche i cittadini più poveri – è il duro commento della Caritas – a questo si somma la trappola generazionale costruita ad hoc dalla crisi economica, in cui giovani formati e istruiti vivono una realtà potenziale fatta di “non ancora” e di aspettative frustrate; dove la speranza di una vita produttiva da adulti appare una chimera lontana, un’irraggiungibile terra promessa”.
“L’analisi delle conseguenze delle politiche di austerity promosse dall’Unione Europea che questo rapporto rileva a partire dall’esperienza della Grecia – scrive la Caritas – evidenzia l’incoerenza delle politiche adottate a livello europeo, in particolare per i giovani”. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 27% e si assesta ben oltre il 50% tra i giovani secondo i dati Eurostat dello scorso giugno. Si legge nel dossier che i giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano, non studiano e non seguono corsi di formazione professionale sono passati in quattro anni (2009-2013) dal 19,9% al 33,7%, oltre 13 punti percentuali in più della media Ue a 28 Paesi e il 2,7% in più rispetto all’Italia. “La Grecia, al pari dell’Italia, è priva di un reddito di inclusione sociale in grado di inserire nella società anche i cittadini più poveri – è il duro commento della Caritas – a questo si somma la trappola generazionale costruita ad hoc dalla crisi economica, in cui giovani formati e istruiti vivono una realtà potenziale fatta di “non ancora” e di aspettative frustrate; dove la speranza di una vita produttiva da adulti appare una chimera lontana, un’irraggiungibile terra promessa”.
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