All'alba del 14° giorno
di occupazione dell'anagrafe centrale di via Petroselli da parte dei
movimenti per il diritto all'abitare, un ingente spiegamento di forze
dell'ordine ha sgomberato con decisione le famiglie presenti.
Dopo giorni di trattative e resistenza si è optato per la rimozione forzata del presidio.
Questa scelta rappresenta
la risposta più chiara alle richieste avanzate dai movimenti: nessuna
disponibilità a mettere in discussione una legge odiosa che sostiene la
speculazione e cancella il diritto alla casa in questo paese. Anche i
tentativi di mediazione del neo assessore Danese risultano inutili di
fronte a tanta protervia. Il decisionismo renziano viene adottato e
sostenuto dall'amministrazione e dalla prefettura romana. Al confronto
si preferiscono le divise e i manganelli.
Mentre tutti plaudono
alla vittoria in Grecia di Alexis Tsipras, in Italia chi si batte contro
le leggi che impongono austerity e precarietà viene aggredito piuttosto
che essere ascoltato. Che questo avvenga a Roma dopo le vicende di
“mafia capitale” è ancora più riprovevole. Si preferisce continuare a
sguazzare nell'emergenza piuttosto che affrontare le questioni sollevate
dai movimenti e mettere mano a interventi strutturali e definitivi.
La decisione di rivedere
l'articolo 3 del Piano casa di Lupi sulla vendita degli alloggi
popolari, con un tiepido riconoscimento dei diritti degli assegnatari
regolari, rappresenta un importante risultato delle mobilitazioni
diffuse ma è soltanto un piccolo tassello delle questioni sul tappeto, a
cominciare dal grande numero di sfratti previsti per febbraio, compresi
quelli che riguardano le finite locazioni e le cosiddette categorie
protette.
La mobilitazione indetta
per il 31 gennaio, dislocata sul territorio nazionale, assume un
significato superiore dopo lo sgombero degli uffici dell'Anagrafe
centrale in via Petroselli.
A Roma l'emergenza
abitativa e la precarietà diffusa si sommano con il degrado e con la
rabbia montante nelle periferie abbandonate da tempo al loro destino.
Questa situazione non è
sostenibile con le risorse e le scelte messe in campo dal sindaco
Marino, anzi si presta ancora una volta alla gestione senza progetto che
ha dato spazio ai Carminati e agli Odevaine di turno.
Il 31 gennaio la città di
sotto che è stufa di questa governance inadempiente verso i più deboli e
sempre disponibile con chi fa affari farà sentire la sua voce forte e
chiara.
Le dimissioni di questa giunta sono ormai inappellabili, il mondo di sopra va tolto di mezzo!
Ci vediamo il #31G!
Movimenti per il diritto all'abitare
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