Per quanto riguarda l’occupazione, l'ultima nota mensile del 2014 dell'Istat sull'andamento dell'economia italiana parla chiaro: se da una parte si arresta la caduta del Pil per quanto riguarda la disoccupazione, se possibile, c’è da attendersi un peggioramento. A parlare, del resto, sono i numeri: soltanto presso il ministero dello Sviluppo economico, a dicembre, i tavoli di crisi attivi sono 154, un numero superiore al 2013 che contava 147 dossier di crisi, con 130 mila lavoratori coinvolti. Più della metà dei tavoli è concentrata su circa una decina di settori. Ma nel 2015 a spaventare davvero ci saranno gli esuberi nella pubblica amministrazione. I primi candidati sono i lavoratori delle Province, cancellate da Renzi: si prevedono che se Regioni e Comuni non li assorbiranno rimarranno per strada più di diecimila persone. Sempre quest'anno, poi, giungeranno a maturazione decine d i migliaia di cassa integraezioni. Il Governo, in teoria, ha pronti i nuovi ammortizzatori sociali, il cui finanziamento però stenta a prendere corpo.
Il primato negativo è dell' l'Ict (13), seguito, a stretto giro, da automotive (11), edilizia (11), energia (10), chimica (9), agroalimentare (8), elettrodomestici (8), componenti elettrici (8), tessile, moda e calzaturiero (6), settore materiale ferroviario (6). La strategia di Renzi è tutta impostata sul colpo mediatico. Quindi, soluzioni per pochi casi, quelli più “visibili” e al centro di precisi interessi economici, per gli altri si preferisce calare un velo di silenzio. Grande spolvero, allora, per situazioni tipo Termini Imerese, il cui nuovo piano industriale comincia, pensate un po’, con la cassa integrazione, e l’Ast di Terni. Vertenze “positive” che non avranno alcun effetto trascinamento sul resto. Il 65% dei tavoli coinvolge aziende con più di 250 dipendenti. Da febbraio a novembre 2014, si sono conclusi con intese positive tendenzialmente positive 39 tavoli (circa il 25% del totale), 22 tavoli si sono conclusi con delle ristrutturazioni o conferme dell'attività, 16 si sono conclusi con delle cessioni a gruppi italiani o stranieri. In qualche caso ci sono state proteste eclatanti, come l’occupazione della Orte-Ravenna da parte delle tute blu della Ast di Terni. Gli stessi caricati brutalmente dalla polizia a Roma in piazza Indipendenza.
L’azienda con un fatturato di circa 2,3 miliardi nel 2013 e 2400 dipendenti apre l’anno dichiarando centinaia di esuberi e la volontà di chiusura di un forno e quindi di un serio colpo alla produzione. Si chiude a dicembre con un nuovo piano industriale per gli anni 2014.2018 che prevede 140 milioni di euro di investimento e l'obiettivo di almeno 1 milione di tonnellate di produzione e il mantenimento del secondo forno. Intanto, 310 lavoratori escono attraverso la procedura della mobilità volontaria. Altra vertenza approdata a un accordo dopo cinque anni di tribolazioni è quella dell'ex Fiat di Termini Imerese, con i suoi 760 lavoratori. L'intesa è stata firmata nella tarda serata dell'antivigilia di Natale, dopo l'operazione di capitalizzazione di Blutec, la newco che ha deciso di investire nel rilancio dell'impianto palermitano, e dopo il via libera dei lavoratori. L'accordo prevede, nei suoi punti essenziali, il progressivo rientro in fabbrica, da qui al 2018, di tutti gli addetti per la realizzazione di un piano industriale articolato in due fasi: la prima, che decollerà a gennaio prossimo, destinata alla produzione componentistica e la seconda finalizzata alla progettazione e alla realizzazione di due modelli di auto ibride (una di segmento A-B, l'altra di segmento B-C).
C'e' poi la vertenza dell'ex Irisbus, ex costola di Fiat Industrial, con il nuovo progetto, arrivato grazie alla determinazione degli operai, volto a creare un polo italiano dell'autobus. Perno dell'operazione è Industria Italiana Autobus, la newco costituita alla fine del 2014 (80% King Long Italia e 20% Finmeccanica), che sarà operativa dal primo gennaio 2015. A seguito della cessione da parte di Irisbus Italia spa del ramo d'azienda Irisbus Italia di Valle Ufita, la newco acquisirà 298 dipendenti mentre, a seguito della cessione di Bredamenarinibus del ramo d'azienda comprendente tutte le attività svolto presso lo stabilimento di Bologna, la IIA acquisirà 191 dipendenti.
Sull’Ilva, infine, la cordata costituita da Arcelor Mittal-Marcegaglia, in trattative col commissario Gnudi, potrebbe fare man bassa. Non senza un intervento preliminare da parte della mano pubblica che dovrebbe rimettere parzialmente in sesto la situazione. Quello che preoccupa di più è l’aspetto ambientale, lasciato da Renzi in oombra, visto che si va verso una modifica dei parametri previsti dall’Aia.
Sull’Ilva, infine, la cordata costituita da Arcelor Mittal-Marcegaglia, in trattative col commissario Gnudi, potrebbe fare man bassa. Non senza un intervento preliminare da parte della mano pubblica che dovrebbe rimettere parzialmente in sesto la situazione. Quello che preoccupa di più è l’aspetto ambientale, lasciato da Renzi in oombra, visto che si va verso una modifica dei parametri previsti dall’Aia.
Il 2014 vede anche il passaggio della Lucchini di Piombino agli algerini di Cevital. Gli investimenti previsti ammontano complessivamente a un miliardo.Fin da subito, Cevital assumerà alle proprie dipendenze 1.860 lavoratori. Per la Lucchini-Ferriera di Servola il tavolo si è concluso con la cessione della ferriera da parte dell'amministrazione straordinaria della Lucchini al gruppo Arvedi di Cremona, che si è impegnato alla riqualificazione delle attività industriali e portuali e al recupero ambientale dell'area di crisi di Trieste. Ha trovato poi uno sbocco la vertenza della Piaggio Aero, che aveva presentato un nuovo piano con il trasferimento di tutte le attività produttive nel nuovo impianto di Villanova d'Albenga, l'esternalizzazione di 207 addetti e 165 dipendenti in esubero. Con l'azienda che ha deciso di non procedere ai licenziamenti e di far ricorso alla cigs.
Ma sul tavolo del Mise ci sono ancora numerose vertenze ancora aperte e complesse, come quella di Accenture in Sicilia, la cartiera Burgo in Abruzzo e la raffineria dell'Eni a Livorno. Tutti dossier che ora ora slittano al 2015.
Il dicastero di Via Veneto sarà coinvolto anche nella vertenza Meridiana, con al centro un piano di 1634 esuberi. Vertenza che ha visto una prima parziale schiarita la vigilia di Natale con la firma dell'accordo sulla mobilità volontaria, che consente ai lavoratori in eccedenza di accettare l'uscita dall'azienda su base volontaria, entro il 31 dicembre con la rinuncia al preavviso e un incentivo di 15 mila euro. L'accordo arriva in extremis per poter usufruire delle regole della mobilità pre legge Fornero, che decorrono al primo gennaio prossimo. Secondo stime di fonte sindacale, l'accord dovrebbe interessare circa 400 lavoratori. La partita per gli altri 1.200 entrerà nel vivo nel 2015.
Il dicastero di Via Veneto sarà coinvolto anche nella vertenza Meridiana, con al centro un piano di 1634 esuberi. Vertenza che ha visto una prima parziale schiarita la vigilia di Natale con la firma dell'accordo sulla mobilità volontaria, che consente ai lavoratori in eccedenza di accettare l'uscita dall'azienda su base volontaria, entro il 31 dicembre con la rinuncia al preavviso e un incentivo di 15 mila euro. L'accordo arriva in extremis per poter usufruire delle regole della mobilità pre legge Fornero, che decorrono al primo gennaio prossimo. Secondo stime di fonte sindacale, l'accord dovrebbe interessare circa 400 lavoratori. La partita per gli altri 1.200 entrerà nel vivo nel 2015.
Un'altra vertenza che ha lasciato molti lavoratori a casa è stata quella di Alitalia. A fronte degli investimenti messi in campo, tra le altre condizioni, la compagnia emiratina Etihad ha chiesto tagli al costo del lavoro equivalenti a 2.251 esuberi. Per 1.300 è previsto il teorico riassorbimento.
Sempre nei trasporti, c’è poi la vertenza di Ntv, la compagnia ferroviaria di Luca Cordero di Montezemolo. Rispetto alla iniziale tabella di marcia della trattativa, cominciata nel mese di ottobre, i tempi si sono decisamente allungati. Al centro il piano di riorganizzazione dell'azienda ferroviaria e i 248 esuberi, poco meno di un quarto della forza lavoro complessiva. Un nuovo round è previsto a gennaio.
Sempre nei trasporti, c’è poi la vertenza di Ntv, la compagnia ferroviaria di Luca Cordero di Montezemolo. Rispetto alla iniziale tabella di marcia della trattativa, cominciata nel mese di ottobre, i tempi si sono decisamente allungati. Al centro il piano di riorganizzazione dell'azienda ferroviaria e i 248 esuberi, poco meno di un quarto della forza lavoro complessiva. Un nuovo round è previsto a gennaio.
Situazione particolare in Sardegna. Da nord a sud dell’isola gli operai delle industrie in crisi hanno passato il Capodanno con l'amaro in bocca. La mancanza di prospettiva per il futuro preoccupa non poco gli ormai ex lavoratori Alcoa che non hanno abbandonato le tende sotto le ciminiere neppure per la notte di San Silvestro, quelli di Ottana Polimeri, ormai da oltre due mesi in presidio permanente nella fabbrica, e quelli del polo petrolchimico di Porto Torres, che attendono di conoscere i prossimi passi per il rilancio delle produzioni della chimica verde e l'avvio delle bonifiche. Bruno Usai, delegato Rsu della
Fiom Cgil all'Alcoa di Portovesme ricorda le responsabilità dell’esecutivo: "Ci saremmo aspettati che venissero ritirare le lettere di licenziamento visto che esiste una trattativa in atto, ma anche che il Governo facesse qualcosa di più come è accaduto per altre vertenze, anche nate dopo la nostra, come quelle di Termini Imerese e dell'Ilva di Taranto. Invece non vediamo nessuna accelerazione e c'è preoccupazione perché se fallirà questa trattativa con Glencore rimarremo senza lavoro e senza prospettiva”.
Nel nord dell'Isola, dove tra gli altri ci sono anche 88 lavoratori Vinyls in mobilità, si guarda alle decisioni politiche di Governo nazionale e Regione. Massimiliano Muretti della Filctem Cgil di Sassari elenca alcuni problemi rimasti irrisolti, come la vendita della centrale elettrica di Fiumesanto o il riavvio delle riconversioni. La speranza è che queste risposte arrivino al più presto, ma c’è anche la delusione per la scarsa attenzione data dalla classe politica sarda ai problemi dei lavoratori". Nel frattempo il 12 gennaio a Cagliari Cgil, Cisl e Uil dei chimici hanno organizzato un convegno per discutere delle prospettive del
settore in Sardegna.
Fiom Cgil all'Alcoa di Portovesme ricorda le responsabilità dell’esecutivo: "Ci saremmo aspettati che venissero ritirare le lettere di licenziamento visto che esiste una trattativa in atto, ma anche che il Governo facesse qualcosa di più come è accaduto per altre vertenze, anche nate dopo la nostra, come quelle di Termini Imerese e dell'Ilva di Taranto. Invece non vediamo nessuna accelerazione e c'è preoccupazione perché se fallirà questa trattativa con Glencore rimarremo senza lavoro e senza prospettiva”.
Nel nord dell'Isola, dove tra gli altri ci sono anche 88 lavoratori Vinyls in mobilità, si guarda alle decisioni politiche di Governo nazionale e Regione. Massimiliano Muretti della Filctem Cgil di Sassari elenca alcuni problemi rimasti irrisolti, come la vendita della centrale elettrica di Fiumesanto o il riavvio delle riconversioni. La speranza è che queste risposte arrivino al più presto, ma c’è anche la delusione per la scarsa attenzione data dalla classe politica sarda ai problemi dei lavoratori". Nel frattempo il 12 gennaio a Cagliari Cgil, Cisl e Uil dei chimici hanno organizzato un convegno per discutere delle prospettive del
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