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mercoledì 31 dicembre 2014
Odio il capodanno di Antonio Gramsci: una riflessione intorno alla fine dell'anno.
Questa lunga riflessione di Antonio Gramsci è molto più che un pensiero intorno al Capodanno. È un inno alla ricchezza della vita, alla sua poliedricità, all'importanza fondamentale che ogni giorno rappresenti nella via di un uomo una deadline con cui confrontarsi: perché ognuno di noi renda conto a se stesso in ogni attimo e non solo nei buoni propositi di fine e inizio anno. Vi proponiamo il testo integralmente.
Redazione, L'Huffington Post
Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno.
Perché tutti questi incidenti sulle navi
Ancora una tragedia su una nave traghetto. Su queste navi, che trasportano quotidianamente migliaia di passeggeri, l’incidentalità è la più elevata rispetto alle altre tipologie di naviglio. I progressi della tecnica di costruzione in questi ultimi anni sono stati notevoli [...] : nel risparmio di carburante, nella tenuta in mare, nella sicurezza in generale.
Diario minimo. Promemoria per l’anno che verrà.
Tra le carte sparse di casa ho trovato annotazioni e appunti, note di cronaca e politica, aforismi, detti, frammenti, citazioni, pensieri. E altro. Riporto, rispettando disordine e casualità degli accostamenti che – talvolta – risultano illuminanti. “Tutti i pensieri intelligenti sono già stati pensati, occorre solo tentare di ripensarli”.
* Renzi. “Enrico stai sereno”. “Leggere come ‘ultime notizie’, una pagina di Machiavelli” (Maccari).
* Nino Di Matteo. Indaga sulla Trattativa Stato-mafia e Totò Riina vuole ucciderlo. Lo Stato lo sottopone a indagine disciplinare. È innocente e proprio per questo solo, in pericolo. Flaiano: “Oggi sentenza del processo. Dobbiamo tentare in tutti i modi di renderci colpevoli, o almeno di apparire colpevoli. Perché, a lungo andare, la nostra innocenza non potrà che attirarci i rigori della legge. Ci si chiederà improvvisamente di dimostrarla, per esempio, la nostra innocenza. E questo è quasi impossibile. Qualcuno ci riesce; e allora è perduto.” (Dal “Diario Notturno”). Nota: Giorgio Bocca aveva appena letto Flaiano, quando parlò della solitudine del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
* “A Palermo il Procuratore Lo Voi sfugge a un attentato rivolto contro un’altra persona.”
CHIARA SARACENO – Lavoro minorile in Italia: invisibile e senza protezione
Si è a lungo discusso nei mesi scorsi sulla necessità di estendere e unificare le tutele a tutti i tipi di lavoratori. Renzi e la sua maggioranza sostengono di averlo fatto con il Jobs Act. I sindacati viceversa, con gradazioni diverse, sostengono che le tutele sono state indebolite per tutti. Staremo a vedere che cosa succederà veramente.
micromega c.saracenoAnche se mi permetto di osservare che i sindacati dovrebbero almeno apprezzare che, finalmente, in Italia chi perde il lavoro sarà tutelato nello stesso modo, con lo stesso strumento, indipendentemente dal tipo di contratto e dall’ampiezza dell’azienda. E’ un obiettivo per il quale molti si battono da tempo, innanzitutto per una questione di equità.
La Grecia fa scoppiare le contraddizioni della finanza internazionale. Ecco perché ora la partita diventa tutta politica.
Anche a livello internazionale si moltiplicano le
pressioni perché il voto politico vada ancora una volta nel senso
dell’austerità sottraendo a Syriza la possibilità di costruire una
svolta per il Paese. Nonostante il fatto che dai mercati dei titoli
arrivino segnali non così negativi c’è chi come Fitch che in una nota,
dopo aver spiegato che un compromesso potrebbe essere trovato tra un
nuovo governo greco e la Troika, sottolinea come gli eventuali negoziati
con un nuovo governo guidato da Tsipras potrebbero diventare “difficili
e prolungati”. In questo quadro, sostiene l'agenzia di rating, il
"flusso di cassa" di Atene ne soffrirebbe, considerando anche che il
Paese non avrebbe accesso al mercato e che potrebbe scattare una fuga di
capitali. La speculazione internazionale non cambia. E c'è chi è pronto
a difendere con le "armi nucleari" i suoi interessi, facendoli passare
come "intreresse comune". Ne vedremo delle belle.
Il "ritmo" degli italiani? Soffrire la fame in sei milioni. Ecco cosa ha prodotto la crisi. La faccia tosta del ministro Martina e l'elemosina di Renzi.
Ieri il ministro Martina, che Renzi ha
messo alle Politiche agricole, rendeva edotti gli italiani sul fatto che
la crisi ha prodotto sei milioni di persone che soffrono di “povertà
alimentare”. Fuori della edulcorante metafora sociologica, questo dato
vuol significare che una quantità di persone pari a due grandi città
messe insieme soffrono la fame in Italia in questo momento. Una bella
faccia tosta potrebbe osservare qualcuno. Una faccia tosta necessaria,
che è servita a Martina per fare la propaganda di un non meglio
specificato “piano alimentare” che da qui al 2020 con oltre 400 milioni
di fondi europei e 70 milioni di risorse messe dallo Stato proverà a far
fronte all’emergenza. Qui non si tratta nemmeno più dello Stato
caritatevole ma dello Stato che fa la carità. Anzi, vista l’esiguità
delle cifre si tratta di una vera e propria elemosina. Da notare che ce
ne sono tre volte tanti (poco più di 17 milioni) che secondo la Cna sono
a rischio di disagio sociale. Disagio sociale non vuol dire soffrire la
fame ma non riuscire a pagare le bollette, essere indebitati e non
poter mandare i propri figli all'università.
controlacrisi.org fabio sebastiani
Intanto, l’Unc ci fa sapere che i consumi delle famiglie dal 2008 al 2013 sono letteralmente precipitati. Secondo l’Unione nazionale consumatori a pagare il prezzo più alto sono le cosiddette famiglie numerose.
Intanto, l’Unc ci fa sapere che i consumi delle famiglie dal 2008 al 2013 sono letteralmente precipitati. Secondo l’Unione nazionale consumatori a pagare il prezzo più alto sono le cosiddette famiglie numerose.
Reddito di cittadinanza, appello del M5s a Libera: “Sostenga la nostra legge”.
Di Maio scrive a don Ciotti: "Potete avere un grande ruolo per velocizzare l'iter: provate a impegnare uno a uno tutti i parlamentari che dovranno votarla". L'associazione antimafia a ottobre aveva messo l'ok a questa proposta tra le priorità.
di F. Q.
Riforme: vota la Balla dell’Anno.
1. Mai dire 18. “L’articolo 18 è un totem ideologico, inutile discuterne” (Matteo Renzi, 12-8). “Non serve abolire l’articolo 18. Basta il contratto di inserimento” (Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, Corriere, 17-8). “Il problema non è l’articolo 18, che riguarda 3 mila persone” (Renzi, 1-9).
Marco Travaglio Condirettore de Il Fatto Quotidiano e scrittore
2. Più Pil per tutti. “Abbiamo abbassato le previsioni di crescita del Pil rispetto al governo Letta. Sono prudenti, ma saranno smentite. Lo prometto” (Renzi, 8-5). “Che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente per la vita quotidiana delle persone” (Renzi, 24-7). Letta prevedeva un +1% annuo, Renzi nel Def un +0,8, ora la Commissione Ue lo stima al -0,4%.
3. Ogni promessa è debito. “Nessuna preoccupazione sui conti pubblici” (Renzi, 2-8). Nel 2014, sotto il governo Renzi, il debito pubblico è cresciuto di 8 miliardi al mese toccando il record di 2.140 miliardi (pari al 131,6% del Pil).
4. Italicum factum. “Nonostante i gufi, la legge elettorale è passata alla Camera ed entro settembre sarà approvata: mai più larghe intese e chi vince governa cinque anni. È una rivoluzione impressionante, chi vince governa. Politica 1 – Disfattismo 0” (Renzi, 12-3). L’Italicum è arenato al Senato e il governo l’ha lardellato di emendamenti: dovrà pure tornare alla Camera.
Fine anno, sei brevi notazioni sul tema.
Nota n. 1. Le specie viventi – molte, non tutte – hanno ripetutamente mostrato le loro capacità di adattamento agli ambienti che andavano mutando.
Che fare se il quadrante dell’evoluzione cominciasse a segnare l’ora di un nuovo adattamento della nostra specie al suo ambiente? Infatti non solo pare che l’ambiente stia mutando, ma che non lo stia facendo “da solo”, bensì con il contributo attivo, perfino spasmodico, della specie umana.
Nota n. 2. Molti segni indicano che la specie umana
ha attivato processi di modificazione, di tipo tecnologico, che
influenzano l’intero pianeta, cioè tutte le altre specie, e che stanno
assumendo dinamiche di crescita sempre più veloci. Cioè
si è introdotto un fattore di accelerazione che non ha precedenti nei
processi di adattamento di tutte le epoche precedenti. Tutti i vettori
fondamentali della nostra attuale civilizzazione sono in espansione
(perché tutti sono investiti da processi tecnologici accelerati): denaro, energia, commercio, sapere.
Nota n. 3. La questione è se la specie umana sia in grado di adattare i propri apparati biologici e percettivi a un ambiente che si modifica a velocità incompatibili che con la velocità stessa dei segnali della piattaforma biologica (questo vale in primo luogo per i settori della information-communication technology).
Che fare se il quadrante dell’evoluzione cominciasse a segnare l’ora di un nuovo adattamento della nostra specie al suo ambiente? Infatti non solo pare che l’ambiente stia mutando, ma che non lo stia facendo “da solo”, bensì con il contributo attivo, perfino spasmodico, della specie umana.
Giulietto Chiesa Giornalista
Nota n. 3. La questione è se la specie umana sia in grado di adattare i propri apparati biologici e percettivi a un ambiente che si modifica a velocità incompatibili che con la velocità stessa dei segnali della piattaforma biologica (questo vale in primo luogo per i settori della information-communication technology).
Mafia Capitale, il mondo di mezzo e il mondo al contrario.
Cittadini!
Ascanio Celestini Attore, autore
Vi ricordate le parole che le intercettazioni pubblicate sui giornali attribuiscono a Salvatore Buzzi?
“Lo sai quanto ce guadagno sugli immigrati?” dice l’indagato nell’inchiesta su Mafia Capitale, “il traffico de droga rende de meno”.
Cittadini!
Il topo va dove sta il formaggio e dove c’è il denaro sarebbe strano non trovarci anche la criminalità.
Gli stranieri poveri, soprattutto quelli che scappano per salvarsi la
vita, vengono rinchiusi e ammassati come animali, schiavizzati nella
campagne, sfruttati come facchini nei magazzini della grande
distribuzione e della logistica. I più fortunati riescono a lasciare
l’Italia per raggiungere i parenti in altri Stati o semplicemente per
andare a vivere in paesi più accoglienti del nostro. A loro i soldi non
arrivano mai, ma su di loro si specula assai. La Mafia non è solo
spaccio e prostituzione.
Istat: “Stop a recessione nei prossimi mesi, ma disoccupazione aumenterà”.
Secondo l'istituto di statistica il calo del prezzo del petrolio non comporterà alcun effetto positivo sull'andamento dell'economia italiana. Smentito il ministro dell'Economia Padoan, secondo il quale il crollo del barile avrebbe garantito alla Penisola un aumento del Pil dello 0,5%.
di F. Q.
Piketty: "Ma perché l'Italia deve spendere il 6% del Pil in interessi e l'1% sulla scuola?"
Thomas Piketty difende Alexis Tsipras: "Non è il male, il vero pericolo per l'Europa è l'ipocrisia di Angela Merkel".
L'Huffington Post
Il Financial Times lo ha definito l'economista più autorevole del 2014. In un'intervista alla Repubblica, l'economista francese Thomas Piketty difende Alexis Tsipras, avverte sui rischi derivanti dal consenso di populisti e xenofobi, e attacca duramente Angela Merkel e Jean-Claude Juncker.
GRECIA. L'emergente è Alexis Tsipras, leader della sinistra anti-austerity del partito Syriza, che "ha molto ammorbidito le sue posizioni. Si è rivelato un leader fortemente europeista, una posizione che si assesterà ulteriormente se come probabile dovrà formare un governo di coalizione". Per Piketty, "Syriza farà valere le sue posizioni in Europa, ma non sarà un male, anzi".
EUROPA. L'economista francese vede una "tensione in Europa" che è "arrivata a un punto tale che in un modo o nell'altro scoppierà, entro il 2015". Tre gli scenari possibili: "una nuova crisi finanziaria sconvolgente; l'affermazione delle forze di destra che realizzano la coalizione di cui stanno mettendo le basi incentrata sul Front National in Francia e comprendente la Lega e forse M5S; oppure uno choc politico proveniente da sinistra, con Syriza, gli spagnoli di Podemos, il Pd, quel che resta dei socialisti francesi". E Piketty sceglie la terza ipotesi.
martedì 30 dicembre 2014
Abolito l’articolo 18
Me ne sono accorto dalla folla di imprenditori che mi inseguono per offrirmi un lavoro
Maestri pagati con buoni pasto: la Francia sta per fallire
www.libreidee.org
«C’è una realtà fittizia, quella dei desideri, il bel sogno. E poi c’è la triste realtà dei fatti, quella che la stragrande maggioranza delle persone non vuole vedere». Secondo Charles Sannat, il fallimento tecnico della Francia, anch’essa prostrata dal regime dell’euro, è più vicino di quanto non si creda: le casse dello Stato sono vuote. «La questione non è più sapere se lo Stato farà o non farà fallimento, ma quando sarà obbligato a riconoscerlo e quali saranno le modalità con cui rinegozierà il debito». Per Sannat «non succederà fra vent’anni, né tantomeno oggi, ma più verosimilmente nel 2015, quando probabilmente non riusciremo a far fronte al budget per il 2016» Tutto questo, aggiunge l’analista, avviene nella quasi-indifferenza generale. Lo definisce “accecamento volontario”: «Pensare che la Francia stia per fallire è talmente spaventoso che preferiamo chiudere gli occhi e fare come gli struzzi». E poi c’è il conformismo del gruppo: «Vogliamo assomigliarci tutti quanti per sentirci accettati», quindi «il nostro pensiero sarà sempre il pensiero comune del gruppo», quello che riteniamo accettabile. «È attraverso questo meccanismo che si spiegano il “consenso”, il “pensiero unico” o, ancora, le proposte tranquillizzanti che ci somministrano».
Tenendo conto di questa dimensione psicologica, aggiunge Sannat in un post tradotto da “Come Don Chisciotte”, si ottiene «una schiacciante maggioranza di persone che “creano” il consenso e che, per non dover guardare la fredda e mostruosa realtà, si accecano volontariamente e sviluppano un pensiero unico sterilizzante, che difenderanno con le unghie». E chi dice come stanno realmente le cose «diventa il nemico del gruppo, e il gruppo cercherà di eliminarlo: il suo messaggio non deve essere ascoltato». Secondo l’analista, gli indizi del collasso imminente sono già sotto i nostri occhi. E continuare a non volerli vedere significherà solo provare più sofferenza al momento dell’impatto definitivo con la realtà, nonostante la camomilla mediatica del mainstream, l’informazione «superficiale e senza analisi», che mescola «gossip ed economia in un mondo in cui tutto si eguaglia e non c’è più una gerarchia di rilevanze». Lo conferma Joëlle, maestra senza salario che tira avanti con i buoni alimentari. Segnala l’agitazione degli insegnanti della scuola superiore per il corpo docente. «Cosa chiedono? Una revisione della loro formazione, mal concepita, ma anche il saldo dei salari di alcuni colleghi che dall’inizio dell’anno scolastico non sono ancora stati pagati».
Mondiali di calcio del Qatar: “ogni giorno muore un operaio”
http://contropiano.org/
L’inchiesta realizzata nei giorni scorsi dal quotidiano britannico The Guardian è implacabile. Ogni due giorni un operaio – sarebbe meglio dire schiavo, viste le condizioni in cui è costretta la manodopera straniera nel piccolo ma ricco emirato – nepalese rimane ucciso a causa di incidenti nella costruzione delle infrastrutture per i Mondiali di Calcio previsti in Qatar nel 2022. Numeri, chiarisce il giornale di Londra, che non tengono conto dei lavoratori provenienti da altri paesi – come India, Sri Lanka, Bangladesh – tenendo conto dei quali il conteggio delle vittime raddoppierebbe portando i decessi ad una media di uno al giorno.
La denuncia non è nuova, e più volte negli ultimi due anni associazioni internazionali, federazioni sindacali e media hanno denunciato le terribili condizioni imposte agli operai che costruiscono stadi e altre strutture. Il Comitato Organizzatore del Qatar aveva solennemente garantito un rapido miglioramento degli standard di lavoro ma stando all’inchiesta realizzata dal Guardian non è cambiato proprio nulla, anzi. Gli immigrati continuano a lavorare anche per 12 ore al giorno ad una temperatura di 50 gradi, senza poter realizzare pause e senza poter contare su quei minimi standard di sicurezza in grado di poter abbassare il numero di incidenti e la mortalità.
Creare un server FTP sul Raspberry Pi
http://www.oneopensource.it/
Il successo della piccola board ARM chiamata Raspberry Pi è davvero fenomenale. In pochi anni questo tipo di mini-pc si è diffuso tantissimo e non solo tra gli appassionati del settore ma anche tra semplici utenti curiosi che sfruttano il Raspberry Pi nei modi più disparati. Visti i risultati conseguiti di recente il team degli sviluppatori ha deciso di rinnovare la lineup del Raspberry Pi presentato i modelli A+ e B+ ovvero degli upgrade hardware.
La caratteristica che ha reso il Raspberry Pi un prodotto per tutti è la facilità di utilizzo, dopo aver inserito il file ISO su una scheda SD/microSD il boot è automatico e subito si è pronti per utilizzare il sistema senza configurazioni preliminari. Ovviamente ha inciso parecchio anche il prezzo, infatti con appena 50 euro è possibile avere a casa un sistema completo.
La cannabis meglio del grafene
http://www.zeusnews.it/
Costa mille volte meno e permette di creare eccellenti supercondensatori.
Costa mille volte meno e permette di creare eccellenti supercondensatori.
C'è un pericoloso concorrente per ilgrafene, il "materiale delle meraviglie" che da qualche tempo in qua è al centro dell'attenzione: la canapa.
Un team di ricercatori dellaClarkson University di New York, guidato da David Mitlin, ha infatti scoperto come replicare alcune delle proprietà del grafene adoperando le molto più economiche fibre di canapa derivanti dagli scarti di lavorazione delle industrie tessili.
Mitlin è stato in grado di creare dei supercondensatori a partire dalla canapa, e le sue scoperte sono state pubblicate su ACS Nano Journal.
Il procedimento che permette di passare dalle fibre di canapa ai supercondensatori passa attraverso una fase «di cottura, quasi come in una pentola a pressione» spiega Mitlin.
L'economista di Tsipras: «Solo tante menzogne sulla ripresa greca»
il manifesto- thomas fazi
Dopo l’annuncio che il 25 gennaio la Grecia tornerà alle urne (fallito il terzo e decisivo voto per il nuovo presidente della Repubblica), la prospettiva di una vittoria di Syriza, la forza della sinistra radicale guidata da Alexis Tsipras e data per favorita dai sondaggi, si fa sempre più concreta.
La Grecia al voto, Syriza alla prova decisiva
collettivo militant
Non sappiamo come andranno le prossime elezioni greche. Nonostante tutti i sondaggi diano Syriza primo partito greco, oltretutto con un discreto margine, siamo abbastanza coscienti che di qui al 25 gennaio l’attacco frontale contro ipotesi di governo anti-liberista si dispiegherà con tutta la sua forza, intimorendo una parte dell’elettorato oggi a favore di Syriza. La vittoria di Tsipras non è per nulla scontata, e non è neanche detto che Syriza voglia davvero vincerle queste elezioni. Una vittoria, la responsabilità di formare un governo, renderebbero necessarie delle decisioni politiche che fino ad oggi Syriza ha sempre rimandato, consapevole del tornante storico che potrebbe determinare non solo per la Grecia ma per tutta l’Unione Europea.
lunedì 29 dicembre 2014
Buon 2015!
Possiamo chiudere quest’anno con una moderata soddisfazione poiché sicuramente la battaglia più importante è stata vinta: l’odiata legge “finigiovanardi”, che ha innescato per ben 8 anni una spirale di persecuzione contro una criminalità inesistente, è stata abrogata lo scorso febbraio e, questa volta con nostra immensa soddisfazione, abbiamo potuto verificare nei fatti quello che avevamo sempre sostenuto e cioè che, l’illustre sedicente statista Gianfranco Fini era un incompetente indegno delle cariche che ricopriva come rappresentante delle Istituzioni in quanto, due leggi aveva proposto e firmato e tutte e due si sono rivelate disastrose sia per la credibilità dello Stato e sia per i milioni di cittadini che hanno dovuto subire, come immigrati o come consumatori di canapa, le loro conseguenze nefaste.
La strada della speranza è aperta: la Sinistra Europea con il popolo greco e Syriza
controlacrisi
Le elezioni anticipate in Grecia: la strada della speranza è aperta!
La sconfitta del governo di coalizione greco nella votazione finale di oggi per l’elezione del Presidente della Repubblica porta il paese a elezioni anticipate il 25 gennaio.
Si tratta di una sconfitta delle politiche di austerità estrema imposte al popolo greco da parte della troika, in accordo con la governance autoritario del governo di Samaras.
Si tratta di una sconfitta delle politiche di austerità estrema imposte al popolo greco da parte della troika, in accordo con la governance autoritario del governo di Samaras.
Napolitano se ne va tra i fischi degli italiani. I sondaggi lo mettono ko. Repubblica fa finta di niente
controlacrisi-fabio sebastiani
Se ne va tra l’ignominia generale. Giorgio Napolitano, prossimo ad abbandonare il Quirinale – perché le sue sono formalmente delle dimissioni, non va dimenticato – subisce un vero e proprio tracollo di popolarità. Stando a quanto scrive Ilvio Damanti, a commento di un sondaggio esclusivo di Demos per Repubblica, “Re Giorgio” dal 2010 ad oggi ha lasciato sul terreno qualcosa come ventisette punti percentuali per quanto riguarda la “fiducia” degli italiani passando dal 71% al 44%. Un salasso che è in assoluto il più alto, superiore addirittura di cinque punti all’Unione europea.
Se ne va tra l’ignominia generale. Giorgio Napolitano, prossimo ad abbandonare il Quirinale – perché le sue sono formalmente delle dimissioni, non va dimenticato – subisce un vero e proprio tracollo di popolarità. Stando a quanto scrive Ilvio Damanti, a commento di un sondaggio esclusivo di Demos per Repubblica, “Re Giorgio” dal 2010 ad oggi ha lasciato sul terreno qualcosa come ventisette punti percentuali per quanto riguarda la “fiducia” degli italiani passando dal 71% al 44%. Un salasso che è in assoluto il più alto, superiore addirittura di cinque punti all’Unione europea.
Quirinale, Prodi: Fi toglie veti. Minzolini: “E l’ideale”. Santanchè: “Ci penserei”.
Il Professore, l'Imbattibile, il totem dell'anti-berlusconismo, non è più invotabile. L'ex direttore del Tg1: "Solo così si può arrivare a una pacificazione". La deputata: "Sono disposta a votare chicchessia che mettesse al centro la fine delle contrapposizioni perché hanno fatto solo male agli italiani".
F.Q. di Diego Pretini
Atene: bocciato il presidente governativo. Sciolto il parlamento, si vota.
Non ce l’ha fatta la maggioranza di governo a far eleggere dal parlamento di Atene il successore dell'attuale presidente della repubblica Karolos Papoulias il cui mandato scade a marzo.
Marco Santopadre
Per la coalizione governativa è andata anche peggio del previsto, visto che di fatto Samaras e Venizelos oggi hanno raccattato esattamente gli stessi voti della scorsa seduta, e non sono riusciti a convincere nessun altro deputato indipendente (per lo più transfughi dai partiti di governo, ma anche da Syriza e da Alba Dorata) a votare per il candidato alla presidenza della repubblica anche solo per evitare lo scioglimento anticipato dell’assemblea e quello che per l’establishment e la stampa ellenica e internazionale rappresenta una sorta di ‘salto nel buio’ del paese.
Terzo “incidente misterioso” per aereo della Malaysia. I morti sono saliti a 699.
La notizia e le coincidenze si stanno facendo pesanti, decisamente troppo pesanti.
Si tratta del terzo caso nel 2014, con la perdita di due aerei della compagnia nazionale Malaysia Airlines ed ora con l'aereo della AirAsia “scomparso” fra l'Indonesia e Singapore con 162 persone a bordo. Con questo si arriva ad un totale di 699 persone morte nei tre incidenti aerei di compagnie aeree della Malaysia.
Matteo Renzi: "Io come Al Pacino in Ogni maledetta domenica". "A casa statali fannulloni, discussione da febbraio".
"Mi sento un po' come Al Pacino in 'Ogni maledetta domenica', dove il coach dice ai suoi che ce la possono fare.
L'Huffington Post
Norman Atlantic, i soccorsi al traghetto in fiamme. Un passeggero: "Ho visto 4 morti".
A bordo del Norman Atlantic, il traghetto andato a fuoco mentre navigava nel mar Adriatico al largo dell'Albania, ormai è rimasto solo l'equipaggio, 22 persone. La Marina militare ha confermato via Twitter di aver recuperato quattro copri in mare, e dunque le vittime dell'incidente salgono a cinque. I naufraghi tratti in salvo sono in tutto 414.
Ansa
Il resoconto dell'on. Barbara Spinelli dal lager di Ponte Galeria.
Pubblichiamo il resoconto della visita
dell'on. Barbara Spinelli al "Centro di identificazione ed espulsione"
di Ponte Galeria a Roma nella certezza che tutti i parlamentari ancora
democratici sentiranno l'elementare dovere di visitarlo a loro volta e
di chiederne la chiusura. Contiamo che le autorità europee riterranno
indilazionabile aprire una procedura al riguardo, e ci domandiamo se non
ci siano tra i comportamenti delle autorità descritti dall'on. Barbara
Spinelli anche delle "notizie di reato".
19 dicembre 2014
Uno zoo per umani, ma senza erba né alberi né rocce come quelli che oggi sono concessi ai non umani. Una spianata di cemento e, anziché gli alberi, una fitta foresta di sbarre d’acciaio che delimita e suddivide gli spazi dove i detenuti dormono, escono nelle gabbie antistanti le camerate, fanno qualche passo nel corridoio centrale, anch’esso cintato da barriere. Le gabbie per animali rari che la Francia inventò in pieno Terrore, negli anni ‘90 del Settecento, erano proprio così – loculi e inferriate – solo che col tempo per le bestie andò un po’ meglio. Tutto resta invece grigio-ferro, qui a Ponte Galeria: le sbarre di recinzione, il plexiglas che impedisce ai detenuti di salire sui tetti, le graticole che fasciano le finestre dei dormitori.
Uno zoo per umani, ma senza erba né alberi né rocce come quelli che oggi sono concessi ai non umani. Una spianata di cemento e, anziché gli alberi, una fitta foresta di sbarre d’acciaio che delimita e suddivide gli spazi dove i detenuti dormono, escono nelle gabbie antistanti le camerate, fanno qualche passo nel corridoio centrale, anch’esso cintato da barriere. Le gabbie per animali rari che la Francia inventò in pieno Terrore, negli anni ‘90 del Settecento, erano proprio così – loculi e inferriate – solo che col tempo per le bestie andò un po’ meglio. Tutto resta invece grigio-ferro, qui a Ponte Galeria: le sbarre di recinzione, il plexiglas che impedisce ai detenuti di salire sui tetti, le graticole che fasciano le finestre dei dormitori.
domenica 28 dicembre 2014
Tito Boeri all'Inps, taglio alle pensioni in vista
contropiano- claudio conti
Che ci fa un professore della Bocconi (un altro...), presidente della Fondazione Debenedetti, editorialista di Repubblica, fondatore de Lavoce.info, ex senior economist dell'Ocse e tante altre cose alla presidenza dell'Inps?
A prima vista arriva a restituire normalità all'ente incaricato di ritirare i contributi previdenziali dalle imprese ed erogare le pensioni, secondo le regole stabilite in passato. Dopo la sciagurata stagione di Mastrapasqua e due commissari straordinari, un presidente autorevole potrebbe sembrare quello che ci vuole.
La sostanza del Jobs Act
collettivo militant
Il Jobs Act è la risposta politica del capitale alla crisi economica. Come già evidenziato da molti, tramite la nuova legge sul lavoro viene sancita la legalità dei licenziamenti economici. In pratica, vista la perdurante crisi alla quale le istituzioni occidentali non riescono a porre freno, si certifica la possibilità per gli imprenditori di licenziare i propri lavoratori per motivi economici. Sembra un aspetto secondario e invece costituisce il cuore del provvedimento. In sostanza, il governo prende atto dell’inevitabilità della crisi, e della sua durata ancora probabilmente lunga. Se il prossimo futuro è inserito in uno scenario di recessione, il nuovo provvedimento dispone gli strumenti utili al fronte padronale per porvi rimedio.
Taranto, "Lollo, Lollo": le mamme e i papà di Taranto ricordano a Renzi che si può morire di tumore a cinque anni
controlacrisi-fabio sebastiani“
Lollo, Lollo”. Oggi a Taranto è stata una giornata di commemorazione. Lollo è Lorenzo Zaratta, il piccolo di cinque anni morto il 31 luglio scorso per un tumore al cervello che gli fu diagnosticato a soli tre mesi dalla nascita. Centinaia bambini hanno affollato il PalaMazzola di Taranto per la manifestazione 'Insieme per Lollo: Il futuro scende in campo', una giornata-evento dedicata a Lorenzo
Lollo, Lollo”. Oggi a Taranto è stata una giornata di commemorazione. Lollo è Lorenzo Zaratta, il piccolo di cinque anni morto il 31 luglio scorso per un tumore al cervello che gli fu diagnosticato a soli tre mesi dalla nascita. Centinaia bambini hanno affollato il PalaMazzola di Taranto per la manifestazione 'Insieme per Lollo: Il futuro scende in campo', una giornata-evento dedicata a Lorenzo
sabato 27 dicembre 2014
Province, ma non si doveva sprecare meno?
Si chiameranno Consigli metropolitani, ma pare proprio che abbiano preso i peggiori vizi delle vecchie amministrazioni.
L'Espresso T. M.Dovevano essere cancellate del tutto, ma in realtà sono solo state tolte loro alcune funzioni in attesa che la riforma del Senato ridisegni assetto e competenze degli enti locali.
Dovevano portare a grandi risparmi, ma si è calcolato che continueranno a costare 4 miliardi l’anno. Non si chiameranno più Province, bensì Consigli metropolitani, ma pare proprio che abbiano preso i peggiori vizi delle vecchie amministrazioni.
A Roma, per esempio, i 40 nuovi consiglieri, non ancora insediati, hanno già provveduto a presentare al prefetto Riccardo Carpino, il commissario straordinario incaricato di accompagnare il passaggio dal vecchio al nuovo sistema, un nutrito elenco di istanze e richieste: scrivanie, computer, telefoni cellulari, segretarie, automobili, una mano di bianco... Prima di dire sì, il commissario s’è fatto due conti: 1,4 milioni di euro solo per esaudire i primi desideri.
E pensare che bisognava tagliare gli sprechi.
Tariffe pubbliche, su acqua e rifiuti l'aumento è record.
Negli ultimi 10 anni il costo è aumentato del 79,5 e del 70%: nel primo
caso i prezzi restano tra i più bassi d'Europa, ma per la spazzatura
l'incremento - secondo la Cgia - "è del tutto ingiustificato". Codacons:
"Nel 2004, stangata da 324 euro a famiglia".
repubblica.it
Tra acqua a rifiuti l'Italia batte tutti con incrementi nelle tariffe pubbliche del 79,5 e del 70% negli ultimi 10 anni. Va appena meglio a livello generale dove - tra il 2010 e il 2014, l'incremento medio è stato "solo" del 19,1% , come in Irlanda, mentre il primato spetta alla Spagna con aumenti del 23,7%. Tra i grandi Paesi d'Europa, invece, la Francia ha registrato un rincaro medio del 12,9%, mentre la Germania ha segnato un ritocco al rialzo dei prezzi solo del 4,2%. L'area dell'euro ha subito un incremento dei prezzi amministrati dell'11,8%: oltre 7 punti percentuali in meno che da noi.
repubblica.it
Tra acqua a rifiuti l'Italia batte tutti con incrementi nelle tariffe pubbliche del 79,5 e del 70% negli ultimi 10 anni. Va appena meglio a livello generale dove - tra il 2010 e il 2014, l'incremento medio è stato "solo" del 19,1% , come in Irlanda, mentre il primato spetta alla Spagna con aumenti del 23,7%. Tra i grandi Paesi d'Europa, invece, la Francia ha registrato un rincaro medio del 12,9%, mentre la Germania ha segnato un ritocco al rialzo dei prezzi solo del 4,2%. L'area dell'euro ha subito un incremento dei prezzi amministrati dell'11,8%: oltre 7 punti percentuali in meno che da noi.
Agricoltura locale: un anno a filiera corta.
Il 2014 è stato per la Fao l’anno dell’agricoltura famigliare, mentre il 2015 sarà dedicata ad una delle risorse più importante che abbiamo sul pianeta terra: il suolo.
Davide Ciccarese Agronomo e autore
L’agricoltura italiana è costituita da aziende agricole che hanno una superficie media di 7 ettari e un età media di 60 anni, e produciamo 246 prodotti a marchio di qualità. Sono in sintesi aziende piccole, che producono moli prodotti di eccellenza. Senza contare la biodiversità di prodotto che rappresenta la nostra tradizione agroalimentare.
Natale di pietra.
Chi giunge alla stazione Termini di Roma non può non vederli: una lunga fila di giacigli abbandonati sotto i portici dello scalo ferroviario simbolo della Capitale dove, ricoperti di poveri stracci, altrettanti esseri umani affrontano le notti sempre più gelide, sperando di risvegliarsi all’indomani.
Antonio Padellaro Direttore de Il Fatto Quotidiano e scrittore
E come loro, sono circa ottomila sparsi in tutta la città,
gli uomini e le donne che hanno perso tutto e che sanno di poter
perdere l’ultima cosa che gli resta, se la temperatura dovesse scendere
ancora.Ebbene, di fronte a una tragedia permanente, il Comune dice di poter mettere a disposizione poche centinaia di posti negli appositi ricoveri. Di letti al riparo ce ne sarebbero molti di più ma, questa l’incredibile risposta burocratica, appartengono a cooperative e associazioni comprese nella “lista nera” dell’indagine su Mafia Capitale e sono quindi inutilizzabili.
Maltempo, a Milano neve. Freddo e gelo: arriva Burian.
A Milano nevica. Cade qualche fiocco, per la prima volta in un inizio di inverno finora particolarmente caldo.
L'Huffington Post
Bologna, occupata ex sede Telecom: “Siamo 76 famiglie, tutte senza casa”.
Dal 4 dicembre 2014, 76 famiglie, 280 persone, in gran parte straniere e in misura minore italiane, hanno occupato una enorme palazzina in centro a Bologna, proprio davanti agli uffici del Comune.
F.Q. di David Marceddu
A organizzare il blitz è stato il gruppo Social Log che da mesi organizza occupazioni di fabbricati sfitti e si oppone agli sfratti sempre più numerosi. L’edificio in questione, anni fa sede cittadina della Telecom, oggi di proprietà di un fondo immobiliare tedesco, era vuoto da 11 anni. “Tutte le famiglie che sono qua, fino a pochi anni fa avevano un lavoro e riuscivano a pagare un affitto”, spiega Francesco Bondi di Social Log. “Poi con la crisi del 2008 e la perdita del lavoro, dopo anni che non pagavano l’affitto, per molti qui è sopraggiunto lo sfratto”. Mouna è solo una delle tante persone del Nord-Africa che ha occupato assieme alle sue tre figlie: “La mia storia è iniziata a agosto quando mi hanno sfrattata da casa”, racconta al FattoTv che per primo è entrato negli ‘appartamenti’ ricavati dei vecchi uffici occupati. “Sono andata dagli assistenti sociali, ho chiesto che mi dessero una mano perché non riuscivo a pagare l’affitto. Mi hanno detto che mi avrebbero pagato tre giorni di albergo e un biglietto per tornare al mio paese”. Infine un altro occupante spiega: “Sappiamo che stiamo facendo una cosa illegale, ma dovevamo stare al gelo?”
F.Q. di David Marceddu
A organizzare il blitz è stato il gruppo Social Log che da mesi organizza occupazioni di fabbricati sfitti e si oppone agli sfratti sempre più numerosi. L’edificio in questione, anni fa sede cittadina della Telecom, oggi di proprietà di un fondo immobiliare tedesco, era vuoto da 11 anni. “Tutte le famiglie che sono qua, fino a pochi anni fa avevano un lavoro e riuscivano a pagare un affitto”, spiega Francesco Bondi di Social Log. “Poi con la crisi del 2008 e la perdita del lavoro, dopo anni che non pagavano l’affitto, per molti qui è sopraggiunto lo sfratto”. Mouna è solo una delle tante persone del Nord-Africa che ha occupato assieme alle sue tre figlie: “La mia storia è iniziata a agosto quando mi hanno sfrattata da casa”, racconta al FattoTv che per primo è entrato negli ‘appartamenti’ ricavati dei vecchi uffici occupati. “Sono andata dagli assistenti sociali, ho chiesto che mi dessero una mano perché non riuscivo a pagare l’affitto. Mi hanno detto che mi avrebbero pagato tre giorni di albergo e un biglietto per tornare al mio paese”. Infine un altro occupante spiega: “Sappiamo che stiamo facendo una cosa illegale, ma dovevamo stare al gelo?”
Kiev verso la Nato, Mosca reagisce. Amnesty: “i nazisti bloccano gli aiuti al Donbass”.
Improvvisamente la situazione che sembrava avviata verso una relativa distensione sembra vivere una nuova escalation.
contropiano.org Marco SantopadreLa riunione prevista ieri a Minsk tra le delegazioni della Giunta ucraina e quelle delle Repubbliche Popolari per consolidare la tregua in atto dal 9 dicembre e discutere di questioni riguardanti il possibile ritorno del Donbass sotto l’autorità di Kiev nel quadro di un paese ‘federalizzato’ è stata improvvisamente cancellata.
Secondo varie fonti è stato il regime di Kiev a bloccare tutto, ma poi anche Vladislav Deinego, capo della delegazione della Repubblica Popolare di Lugansk, aveva affermato che “I rappresentanti delle Repubbliche Popolari non parteciperanno ai negoziati di venerdì”. Poco prima il capo negoziatore della Repubblica di Donetsk, Denís Pushilin, aveva informato che nonostante i suoi avessero completato attraverso l’intermediazione dell’Osce tutte le procedure previe alla riunione di Minsk, erano stati ignorati dall’Ucraina.
Pagare l’aria che respiriamo? Le imposte sul freddo e sul caldo.
Pagare l’aria che si respira? Non proprio ma quasi, soprattutto se si tratta di aria riscaldata quando fa freddo.
L’ultima in ordine di tempo
è la decisione del governo nella Legge di Stabilità di aumentare l’Iva
dal 10 al 22% sul pellet, un combustibile ecologico al quale ricorrono
circa due milioni di famiglie, soprattutto nelle zone collinari e di
montagna. I truciolati di legno avevano conosciuto in vero boom negli
ultimi anni proprio per ovviare gli alti costi degli altri combustibili
da riscaldamento domestico (gas, gasolio, etc.).
Mettendo insieme una serie di provvedimenti adottati in questi ultimi anni, emerge come lo Stato e gli enti locali abbiano introdotto tutta una serie di balzelli per rastrellare soldi su ogni apparato e sistema di climatizzazione. In pratica se ti vuoi riscaldare e non morire di freddo devi pagare, qui e là, in modo aperto e subdolo. Un breve viaggio nella giungla di balzelli sulla climatizzazione ci aiuterà a capire come funziona.
Mettendo insieme una serie di provvedimenti adottati in questi ultimi anni, emerge come lo Stato e gli enti locali abbiano introdotto tutta una serie di balzelli per rastrellare soldi su ogni apparato e sistema di climatizzazione. In pratica se ti vuoi riscaldare e non morire di freddo devi pagare, qui e là, in modo aperto e subdolo. Un breve viaggio nella giungla di balzelli sulla climatizzazione ci aiuterà a capire come funziona.
Lavoro salariato, una questione sociale ieri e oggi.
Guido Baglioni è uno dei maggiori studiosi del
lavoro e delle relazioni industriali in Italia. Dopo avere speso la vita
e la carriera accademica a occuparsi di questi temi, dedica il suo
appassionato “canto del cigno” (come egli stesso lo intende) – ( Un racconto del lavoro salariato
, Bologna, Il Mulino, 2014, pp. 252, euro 21,00 – a narrare, dalla
prospettiva ed esperienza di un sociologo cattolico, la storia del
lavoro salariato dal secondo dopoguerra ad oggi.
rassegna.it
Il volume è
un “racconto”, appunto, costruito attingendo anche ai ricordi personali,
e riflette la curiosità ma anche l’apprensione con cui Baglioni
s’interroga sul futuro del lavoro salariato, in una fase in cui non
rappresenta più una questione centrale e tuttavia non può essere ancora
del tutto accantonato. In particolare, come precisa all’inizio del
libro, “si insiste soprattutto sui significati socio-culturali del
lavoro salariato”, a cominciare dalle basi ideologiche che ne hanno
sostenuto il percorso e segnato il destino. Il contesto di riferimento è
soprattutto quello nazionale, ma è la realtà del Nord Italia che fa da
sfondo alle riflessioni e ai ricordi, legati al mondo dell’industria e
del lavoro agricolo, alle tradizioni produttive, ai mestieri e alle
attività di sussistenza, alle condizioni di vita in quella parte del
paese dai lontani anni ’50.
26D Ayotzinapa 3 mesi dopo: Corteo a Città del Messico
dinamopress-andrea cegna
“Ad Ayotzinapa non c’è natale nè anno nuovo, la lotta non ha vacanze” questo il testo di uno degli striscioni in corteo per le vie di Città del Messico. Il 26 di dicembre in Messico non è giorno di festa ma è uno dei giorni dentro alle ferie di Natale e per l’ultimo dell’anno.
Le università sono chiuse, e si sente. Il corteo è formato da diverse migliaia di persone, certamente non le stesse diverse decine di migliaia che hanno riempito lo Zocalo nelle altre mobilitazioni di questi mesi. Manca quasi del tutto la componente universitaria, vera protagonista nella capitale in questi mesi. Il corteo è comunque molto partecipato, diciamo che se in Italia nei giorni di natale si facesse un corteo con questi numeri cammineremmo a 2 metri da terra.
Piergiovanni Alleva: Jobs act, un referendum.
L’emanazione
del decreto attuativo del Jobs act, che elimina, in sostanza, la
tutela dell’articolo 18 dello Statuto per i futuri contratti a tempo
indeterminato non chiude affatto la partita, ma è solo la premessa
del confronto vero che avrà per protagonisti i lavoratori, nelle
piazze e, se necessario, alle urne in un referendum abrogativo.
Il Manifesto Piergiovanni Alleva
Non è inutile, comunque, ma anzi assai istruttivo, ripercorre
alcuni momenti salienti della vicenda e le consapevolezze che ha
consentito di acquisire. In primo luogo, infatti, nessuno si azzarda
più a definire «di sinistra» il governo Renzi-Poletti che si è
dimostrato tanto violento e prevaricatore nella sua azione contro
i diritti fondamentali dei lavoratori, quanto falso e
mistificante nell’uso del suo strapotere mediatico.
In cosa consiste, infatti, la «rivoluzione copernicana» di cui straparla Matteo Renzi a proposito dei contenuti del decreto attuativo? Puramente e semplicemente nel consentire al datore di lavoro che voglia per qualsiasi motivo (anche il più ignobile) sbarazzarsi di un lavoratore di «inventarsi» una inesistente ragione economico produttiva per procedere al licenziamento, e di farlo senza timore che il suo carattere pretestuoso venga smascherato in giudizio perché anche in tal caso gli basterebbe pagare la classica «multarella» (per ogni anno di servizio due mensilità con il massimo di 24) per lasciare comunque il lavoratore sulla strada nella condizione disperata discendente dalla disoccupazione di massa.
Tutto il resto del decreto attuativo, compresa la dibattuta questione della parziale della reintegra nel caso di licenziamenti disciplinari illegittimi, è soltanto fumo negli occhi, perché tutti i datori imboccheranno, invece, la comodissima strada del «falso» motivo economico produttivo. Il «progressista» Renzi e il «comunista» Poletti e tutti i loro accoliti dovranno spiegare un giorno che cosa vi sia di moderno, di socialmente utile, di progressivo, di «copernicano» in questa sfacciata e disgustosa ingiustizia che ripugna prima ancora che al diritto al comune senso etico.
In cosa consiste, infatti, la «rivoluzione copernicana» di cui straparla Matteo Renzi a proposito dei contenuti del decreto attuativo? Puramente e semplicemente nel consentire al datore di lavoro che voglia per qualsiasi motivo (anche il più ignobile) sbarazzarsi di un lavoratore di «inventarsi» una inesistente ragione economico produttiva per procedere al licenziamento, e di farlo senza timore che il suo carattere pretestuoso venga smascherato in giudizio perché anche in tal caso gli basterebbe pagare la classica «multarella» (per ogni anno di servizio due mensilità con il massimo di 24) per lasciare comunque il lavoratore sulla strada nella condizione disperata discendente dalla disoccupazione di massa.
Tutto il resto del decreto attuativo, compresa la dibattuta questione della parziale della reintegra nel caso di licenziamenti disciplinari illegittimi, è soltanto fumo negli occhi, perché tutti i datori imboccheranno, invece, la comodissima strada del «falso» motivo economico produttivo. Il «progressista» Renzi e il «comunista» Poletti e tutti i loro accoliti dovranno spiegare un giorno che cosa vi sia di moderno, di socialmente utile, di progressivo, di «copernicano» in questa sfacciata e disgustosa ingiustizia che ripugna prima ancora che al diritto al comune senso etico.
Come era verde la mia (Tor di ) Valle
dinamopress -Rossella Marchini e Antonello Sotgia
Il Consiglio Comunale di Roma, istruito dall’assessore Caudo, riconosce per lo stadio del patron della Roma James Pallotta, opere d’interesse pubblico. Un voto che dimostra come nella città liberista interesse pubblico e privato coincidano a danno di quello comune rappresentato da chi la città abita.
Come volevasi dimostrare. Lo Stadio di Pallotta (finanza) e Parnasi (immobiliarismo) ha ottenuto il primo via libera dal Consiglio Comunale: il riconoscimento d’interesse pubblico per le opere infrastrutturali che lo accompagneranno. Opere che, serviranno, secondo il Consiglio Comunale, anche alla città.
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