E
siamo a sei in meno di un mese. Con quella annunciata urbi et orbi
l’altroieri, le cause civili scagliate dallo stalker di Rignano
sull’Arno contro il Fatto e/o il sottoscritto dal 26 novembre a oggi
ammontano a sei. Forse ha saputo che, arrivato a quota 10, riceverà in
premio una bambolina.
infosannio.wordpress.com (pressreader.com) – di Marco Travaglio Il Fatto Quotidiano
O forse, dopo aver infranto i record
precedentemente detenuti da B. & Salvini, vuol battere anche quello
della presidentessa-avvocatessa-senatrice Maria Elisabetta Alberti
Casellati Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare che, per portarsi in
vantaggio, suole recapitare ai nostri cronisti appositi avvertimenti a
domicilio, sostenendo che lo impone il Codice civile (naturalmente non è
vero).
Fino a un mese fa, ogni volta che un pm apriva un’indagine su un
suo parente o amico, lui denunciava noi.
Ora si è aggravato: ci fa
causa non appena lo nominiamo o parliamo di lui in termini men che
lusinghieri, abituato com’è alle fellatio dei giornaloni.
Non potendoci
esimere dall’occuparci di lui per via del suo ruolo pubblico, ma volendo
evitare sovraccarichi di lavoro ai nostri avvocati, tenteremo l’impresa
di parlarne senza urtare la sua augusta suscettibilità.
Il figlio di San Tiziano e Santa Laura nasce il 25 dicembre di
pochissimi anni fa in una grotta di Rignano, sormontata da apposita
cometa, fra il bue e l’asinello. Dodici giorni dopo riceve la visita di
tre magi, provenienti dall’Arabia Saudita, dal Qatar e dal Lussemburgo,
che portano in dono Open, Eyu e Big Bang.
Il santo bambinello cresce in
sapienza, età e grazia, insegnando le grandi riforme ai sommi sacerdoti
del tempio e moltiplicando i pani e i pesci alla Ruota della Fortuna.
Poco prima dei 30 anni entra nella vita pubblica predicando il verbo
della rottamazione e facendosi nominare dirigente di un’azienda paterna
(poi inspiegabilmente fallita) pochi giorni prima di essere eletto
presidente della provincia di Firenze, mantenendo ovviamente lo stesso
stipendio e gli stessi contributi pensionistici che aveva appena
iniziato a ricevere dal babbo.
Altri pubblici amministratori, per un
simile trucco, sono stati condannati per truffa: lui però è santo e non
riceve neppure un avviso di garanzia.
Assume nella sua segreteria i suoi
primi quattro discepoli, fra cui Marco Carrai, purtroppo privi dei
requisiti previsti dalla legge (tipo la laurea) e dunque pagati con
stipendi non dovuti, creando un danno erariale che la Corte dei Conti
stima in 2 milioni condannandolo a risarcire 14 mila euro. Ma in appello
lo assolve perché è sì laureato in legge, ma è un “non addetto ai
lavori”, dunque le illegittimità sono per lui “di difficile percezione”.
In pratica: non capisce.
È il viatico per diventare sindaco di
Firenze, poi segretario del Pd e infine – previo Patto del Nazareno –
presidente del Consiglio: il più giovane premier della Repubblica.
Ma
anche l’uomo più avvenente, muscoloso, slanciato, atletico, arrapante e
irresistibile mai visto a Palazzo Chigi, come s’incarica di far sapere,
in una conferenza a Dublino, il sobrio evangelista Riotta: “Abbiamo un
giovane primo ministro fotogenico, forte, intelligente, sexy,
digitalmente esperto, con il suo meraviglioso governo”.
Le sue scelte
sono improntate alla più rigorosa meritocrazia, come dimostrano le
nomine di Alfano all’Interno, Madia alla Pubblica amministrazione,
Orlando alla Giustizia, Lorenzin alla Salute, Lotti sottosegretario alla
Presidenza e Boschi alle Riforme istituzionali.
“Maria Elena Boschi –
scrive ancora il Riotta – subisce molte, molte malignità perché è bella e
bionda, molto bella e molto bionda, ed è, allo stesso tempo, una
giovane avvocato capace di mettere in soggezione e che sa molto bene il
fatto suo: non vorrei mai essere dalla parte opposta alla sua”.
Ecco
perché, in barba ai maligni, è stata scelta: perché molto bella, molto
bionda e molto avvocata.
Intanto i miracoli di San Matteo si susseguono senza posa.
Con la
sola forza del pensiero, sostituisce i 30 denari con gli 80 euro e il
Parlamento con la Leopolda.
Resuscita Berlusconi, Verdini, Briatore,
Presta, Lele Mora e pure Craxi. Fa apparire nei cieli l’Air Force R.,
costato appena 26 volte più del suo prezzo.
E fa scomparire Ignazio
Marino, l’articolo 18 e altri diritti dei lavoratori, un buon numero di
reati fiscali, Banca Etruria, una dozzina di Rolex sauditi e un terzo
della Costituzione.
In sua vece, l’Arcangelo Gabriele appare in sogno a
Luigi Marroni, capo di Consip, e a San Tiziano, per avvertirli che sono
intercettati dal Satana togato; e a Carlo De Benedetti, per informarlo
che sta per passare il decreto sulle Banche popolari, facendogli
guadagnare 600 mila euro sull’unghia.
Così anche Repubblica ed Espresso
si aggiungono all’esercito degli evangelisti. Poi, purtroppo, dopo
l’ultima cena all’Harry’s Bar con gli open-apostoli, sale sul calvario:
il popolo, sobillato da scribi, sommi sacerdoti, costituzionalisti,
professoroni, soloni, gufi e troll russi a colpi di fake news, boccia la
sua meravigliosa riforma costituzionale, condannando l’Italia
all’inferno e l’avvenente Matteo alla crocefissione.
Lui, coerente come
non mai, avendo annunciato il ritiro dalla politica in caso di
sconfitta, resta in politica.
Ha già pronti gli ultimi cinque
mirabolanti miracoli. L’estinzione del Pd, passato in quattro anni dal
40,8 al 18,7%. Il trionfo dei 5Stelle e della Lega.
La villa da 1,3
milioni comprata col prestito di 700 mila euro della madre di un
imprenditore da lui nominato a Cdp. Il milione l’anno incassato
predicando in giro per il mondo le stesse cazzate che prima diceva
gratis.
E la Resurrezione non dopo tre giorni, ma dopo tre anni, col
nuovo partito Italia Viva, lanciatissimo verso il 4% ma purtroppo
bloccato al 3 dal Barabba togato. Ora manca l’ultimo: la fuga non in
Egitto, ma ad Hammamet.
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