Il
killer neonazista fermato per l’attacco di Halle è un tedesco bianco e
le indagini seguono una pista che portano al Burgenland, in Austria
scrive il sito della Frankfurter Allgemeine Zeitung. L’attentatore di
Halle è un tedesco di 27 anni, Stephan Balliet, cittadino della
Sassonia-Anhalt, nella Germania Est.
Nel video lo sparatore dice in
inglese, prima di sparare: “Voglio uccidere il maggior numero possibile
di anti-bianchi, preferibilmente ebrei”. In un passaggio del video se la
prende anche con le femministe. Una logica omicida rivela anche
qualcos’altro dall’antiebraismo e che meriterebbe maggiore attenzione.
Le
autorità tedesche ancora non rendono note le identità delle vittime
dell’attacco alla Sinagoga di Halle, ma intanto emerge che quello che
viene denunciato e stigmatizzato come attentato antisemita ha provocato
invece vittime non ascrivibili alla locale comunità ebraica, ma
“stranieri”.
La
donna uccisa di fronte alla sinagoga di Paulusviertel sarebbe infatti
la quarantenne Jana L. conosciuta da molte persone a Halle per la sua
passione per la raccolta di autografi. La seconda vittima invece è un
uomo ed è stato ucciso in un ristorante di kebab e cucina mediorientale.
Sono
dettagli passati completamente in secondo piano dentro una narrazione
dell’accaduto che ha enfatizzato l’aspetto del tentato attacco alla
Sinagoga, traendone commenti e conclusioni che sono dentro uno schema
classico – quello dell’antiebraismo sempre in agguato (ricordiamo sempre
però che “semiti” sono anche gli arabi…) – ma ignorando o sorvolando
sul fatto che il killer neonazista, quando ha visto fallire il suo
attacco, lo ha rivolto quasi naturalmente contro un ristorante arabo o
comunque “di stranieri” vicino alla Sinagoga (confermando tra l’altro
che in quel quartiere non c’erano problemi di convivenza tra ebrei ed
altre comunità).
La
gravità dell’attacco del killer nazista non sta dunque solo nel fatto
che era diretto contro gli ebrei, ma che quel killer – e la sua logica
criminale – vedeva come bersagli tutti gli stranieri. Si chiamano xenofobia e razzismo, che può essere anche impastato di antiebraismo, ma non è affatto concentrato soltanto su questo aspetto.
E,
in fondo, i campi di sterminio nazisti “ospitavano” ebrei, zingari,
comunisti, omosessuali, ecc. Tutti “meritevoli”, secondo la logica del
male assoluto, di “soluzione finale”.
Fare
informazione significa cogliere anche questi dettagli (ben rilevabili
anche dai video trasmessi dalle televisioni) e non piegare sempre i
fatti alla narrazione dominante. Per questo continuiamo a provare enorme
irritazione per come i mass media italiani ed europei – in particolare
La Repubblica – stanno trattando quanto accaduto, addirittura mettendo
in secondo piano l’aggressione della Turchia contro i kurdi nella Siria
del Nord.
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