“La
censura di Facebook continua: dopo la denuncia che abbiamo fatto nei
giorni scorsi dell’oscuramento di decine pagine che si esprimevano in
solidarietà al popolo curdo, oggi anche la pagina dell’Ex Opg Je So’
Pazzo è stata oscurata dalla multinazionale americana. I motivi sono gli
stessi: sotto “l’imparziale” giudizio di Facebook sono caduti numerosi
post in cui la nostra Casa del Popolo napoletana esprimeva solidarietà
al popolo curdo, diffondeva le immagini e le notizie del conflitto,
raccontava il modello di integrazione e cooperazione portato avanti dal
Confederalismo Democratico Kurdo, denunciava la pulizia etnica messa in
atto dal regime di Erdogan.
Ma secondo la gestione privatistica di
Facebook, tutto questo non è ammesso: nessuno può prendere posizione,
soprattutto contro Erdogan. Nessuno può informare liberamente del
massacro che sta avvenendo nel Nord della Siria. Nessuno devono avere
un’idea schierata, tutti devono essere politically correct”.Questa la denuncia di Potere al Popolo espressa in una nota dove si sottolinea come “i social network sono ormai l’infrastruttura dell’informazione del XXI secolo, e per questo come Potere al Popolo riteniamo inammissibile che un algoritmo deciso arbitrariamente da una multinazionale privata possa decidere cosa è giusto o meno difendere e supportare”.
“Non
è politicamente corretto – si chiedono i militanti di Pap – durante una
guerra di aggressione, diffondere contenuti che informano sullo stato
di salute del popolo aggredito? Perché si decide di classificare come
“odio” contenuti e immagini che condannano una potenza che vuole attuare
una vera e propria pulizia etnica nei confronti di un altro popolo?
Perché si può scegliere arbitrariamente che supportare il popolo kurdo
vuol dire supportare terroristi?”.
E
ancora: “La potenza turca, che sta ridando forza e vitalità all’Isis,
non deve essere censurata? Perché censurare la pagina di un centro
sociale, politico, culturale che ogni giorno porta avanti attività
mutualistiche, assiste centinaia di persone attraverso l’ambulatorio
popolare, il doposcuola sociale, gli sportelli legali, crea comunità e
aggregazione?”La censura verso le pagine pro-kurdi “fa schifo”, sostengono gli attivisti che come Potere al Popolo annunciano che continueranno a diffondere le notizie relative al conflitto e “a supportare la resistenza delle popolazioni del Rojava, nonostante il forte di rischio di vedere anche la nostra pagina oscurata dal – per niente imparziale – algoritmo del social network”.
“La guerra – conclude Pap – oggi si combatte anche attraverso i media e i social network, e noi non siamo disposti a tirarci indietro”.
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