Mercoledi 8 maggio 2019, presso Esc Atelier, in via dei Volsci 159 a Roma, dalle ore 18, CLAP (Camera del Lavoro Autonomo e Precario) organizza un incontro dal titolo “Non c’è più tempo – Redistribuire la ricchezza, liberare tempo e ridurre l’orario di lavoro, per un vero reddito di autodeterminazione!”
All’incontro parteciperà, tra gli altri, anche Luca Santini, Presidente del Basic Income Network Italia
Dal documento di presentazione degli organizzatori dell’incontro:
“Pensiamo che sia il momento di prendere parola in maniera forte all’interno del dibattito che si sta sviluppando in questi mesi, che vede numerosi esponenti politici parlare “per conto di” senza mai essere in grado di raccontare la realtà delle condizioni di vita di milioni di persone in Italia. La realtà ci racconta di alcuni fenomeni che, sviluppandosi parallelamente, parlano in maniera molto chiara di quale sia il disegno celato dietro una misura come il Reddito di Cittadinanza dei 5 Stelle e, a nostro avviso, di cosa avremmo invece bisogno.
Siamo convinti che le disuguaglianze crescenti, che hanno continuato ad acuirsi in questi 11 anni di crisi, i meccanismi di esclusione e il contemporaneo attacco ai salari e ai diritti sul lavoro richiedano un Reddito realmente incondizionato e non una misura di controllo e governo della forza lavoro povera e precaria, che non utilizzi la cittadinanza come meccanismo escludente e che quindi sia esteso a tutt* coloro i quali si trovano a vivere nel territorio italiano. Contemporaneamente è necessario, però, organizzarsi all’interno di questa misura per chiederne l’allargamento e permettere ai soggetti che ne avranno diritto di usufruirne e non rimanere soli all’interno dei meccanismi di condizionalità, sanzionamento e colpevolizzazione.
Come più volte ribadito non si può parlare di reddito, in questo contesto, senza affrontare la questione della fiscalità generale, che dovrebbe essere realmente progressiva (altro che flat tax) per fare in modo che ci sia un reale meccanismo redistributivo, e dei salari, lottando per un salario minimo e per la riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario. Lo slogan “lavorare meno, lavorare tutti”, rilanciato anche da alcuni esponenti di maggioranza, perde di qualsiasi significato se il campo di battaglia non si sposta immediatamente sul tipo di lavoro, sulla ricattabilità, sui diritti e sulla retribuzione.
Crediamo sia il momento di sviluppare una campagna in grado di affermare questioni semplici ma di vitale importanza e tenere insieme tutti questi elementi, che riteniamo essere diverse facce della stessa medaglia: da una parte lottare all’interno delle contraddizioni che inevitabilmente si apriranno durante il percorso del Reddito di Cittadinanza immaginato dai 5 Stelle, dall’altra andare immediatamente oltre e rivendicare un reddito che sia realmente incondizionato e per tutt*, un salario minimo e una riduzione degli orari di lavoro, la tassazione dei grandi patrimoni, del lusso e dell’alta finanza, una fiscalità progressiva, che non favorisca i soliti noti e la rottura delle discriminazioni sulla base della provenienza geografica. In questi anni di crisi, come dicevamo, qualcuno è diventato molto più ricco mentre gli altri, tutti gli altri, perdevano progressivamente tutto: i soldi ci sono, basta andarli a prendere li dove continuano, vergognosamente, a concentrarsi. Non si può sconfiggere la povertà senza attaccare la grande ricchezza.
Invitiamo tutte e tutti a discutere di questi temi a Esc Atelier, Mercoledì 8 Maggio alle ore 18:00, per iniziare un ragionamento e un percorso di mobilitazione condiviso.”
“Pensiamo che sia il momento di prendere parola in maniera forte all’interno del dibattito che si sta sviluppando in questi mesi, che vede numerosi esponenti politici parlare “per conto di” senza mai essere in grado di raccontare la realtà delle condizioni di vita di milioni di persone in Italia. La realtà ci racconta di alcuni fenomeni che, sviluppandosi parallelamente, parlano in maniera molto chiara di quale sia il disegno celato dietro una misura come il Reddito di Cittadinanza dei 5 Stelle e, a nostro avviso, di cosa avremmo invece bisogno.
Siamo convinti che le disuguaglianze crescenti, che hanno continuato ad acuirsi in questi 11 anni di crisi, i meccanismi di esclusione e il contemporaneo attacco ai salari e ai diritti sul lavoro richiedano un Reddito realmente incondizionato e non una misura di controllo e governo della forza lavoro povera e precaria, che non utilizzi la cittadinanza come meccanismo escludente e che quindi sia esteso a tutt* coloro i quali si trovano a vivere nel territorio italiano. Contemporaneamente è necessario, però, organizzarsi all’interno di questa misura per chiederne l’allargamento e permettere ai soggetti che ne avranno diritto di usufruirne e non rimanere soli all’interno dei meccanismi di condizionalità, sanzionamento e colpevolizzazione.
Come più volte ribadito non si può parlare di reddito, in questo contesto, senza affrontare la questione della fiscalità generale, che dovrebbe essere realmente progressiva (altro che flat tax) per fare in modo che ci sia un reale meccanismo redistributivo, e dei salari, lottando per un salario minimo e per la riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario. Lo slogan “lavorare meno, lavorare tutti”, rilanciato anche da alcuni esponenti di maggioranza, perde di qualsiasi significato se il campo di battaglia non si sposta immediatamente sul tipo di lavoro, sulla ricattabilità, sui diritti e sulla retribuzione.
Crediamo sia il momento di sviluppare una campagna in grado di affermare questioni semplici ma di vitale importanza e tenere insieme tutti questi elementi, che riteniamo essere diverse facce della stessa medaglia: da una parte lottare all’interno delle contraddizioni che inevitabilmente si apriranno durante il percorso del Reddito di Cittadinanza immaginato dai 5 Stelle, dall’altra andare immediatamente oltre e rivendicare un reddito che sia realmente incondizionato e per tutt*, un salario minimo e una riduzione degli orari di lavoro, la tassazione dei grandi patrimoni, del lusso e dell’alta finanza, una fiscalità progressiva, che non favorisca i soliti noti e la rottura delle discriminazioni sulla base della provenienza geografica. In questi anni di crisi, come dicevamo, qualcuno è diventato molto più ricco mentre gli altri, tutti gli altri, perdevano progressivamente tutto: i soldi ci sono, basta andarli a prendere li dove continuano, vergognosamente, a concentrarsi. Non si può sconfiggere la povertà senza attaccare la grande ricchezza.
Invitiamo tutte e tutti a discutere di questi temi a Esc Atelier, Mercoledì 8 Maggio alle ore 18:00, per iniziare un ragionamento e un percorso di mobilitazione condiviso.”
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