In un’intervista rilasciata nel 1999, poco prima di morire, alla rivista «New Internationalist», l’ex presidente della Tanzania Julius Nyerere raccontava in che modo i SAP, Structural Adjustment Programs, avevano impoverito milioni di persone e azzerato i progressi conquistati dal suo paese grazie a un autentico sviluppo umano:
Mi trovavo a Washington l’anno scorso. Alla Banca mondiale la prima domanda che mi fecero fu: «Come ha fatto a fallire?». Risposi che avevamo preso in consegna un paese con l’85 per cento della popolazione adulta analfabeta. Gli inglesi ci avevano governato per quarantatré anni. Quando sono andati via, c’erano in tutto due ingegneri specializzati e dodici medici. Questo è il paese che abbiamo ereditato.
Alla fine del mio mandato, il 91 per cento delle persone era alfabetizzato e quasi tutti i bambini andavano a scuola. Abbiamo formato migliaia di ingegneri, medici, insegnanti.
Nel 1988 il reddito pro capite della Tanzania era di 280 dollari. Ora, nel 1998, è di 140 dollari. Quindi chiesi io a quelli della Banca mondiale di spiegarmi cos’era andato storto, visto che negli ultimi dieci anni la Tanzania ha firmato qualsiasi cosa e ha fatto tutto quello che volevano l’FMI e la Banca mondiale. Le iscrizioni scolastiche sono sprofondate al 63 per cento e le condizioni dei servizi sanitari e sociali sono peggiorate.
Ho chiesto di nuovo: «Cos’è andato storto?».
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