giovedì 23 maggio 2019

Meno tasse alle multinazionali, più tasse a famiglie e lavoratori. Funziona così.

Crescono le tasse per lavoratori, famiglie e piccole imprese ma diminuiscono quelle per le multinazionali. Un paradosso? No è la realtà.
 
Un rapporto del centro ricerche Kpmg, rivela che nei Paesi Ocse il livello di tassazione sulle persone fisiche dal 2008 a oggi è aumentato in media del 6%, mentre la pressione fiscale sulle imprese è scesa del 5%.

E’ lo stesso Sole 24 Ore ad ammettere che: “Quello che però fa impressione è come le grandi multinazionali riescano a “tagliarsi” le tasse a una velocità quasi doppia rispetto alla media delle imprese”.


A supporto di questa inquietante constatazione segnala uno studio del Financial Times, secondo cui dal 2008 a oggi le big corporation sono riuscite a diminuire di ben il 9% la tassazione sui profitti rispetto al periodo pre-crisi, soprattutto con le note tecniche di elusione legalizzata effettuate parcheggiando montagne di denaro in sofisticate scatole societarie all’estero.  
Ma le grandi multinazionali, elusione fiscale a parte, hanno anche raccolto i frutti della corsa mondiale ad abbassare la corporate tax, con diversi stati in competizione tra loro per attrarre le grandi società attraverso il dumping fiscale.

L’aliquota media per le imprese nei Paesi Ocse, che superava quota 32% nel 2000, è progressivamente calata al 26% nel 2008 e al 25% nel 2015, come attesta lo studio “Tax Policy Reforms in Oecd”. I Paesi che hanno tagliato di più nel periodo 2000-2015 risultano essere Germania, Canada, Grecia e Turchia, con le soltanto Ungheria e Cile che hanno ritoccato verso l’alto le aliquote.
Ma anche l’Italia, dal 1° gennaio 2017, ha ridotto dal 27,5% al 24% l’Ires, l’imposta sul reddito delle imprese, mentre negli Usa da quest’anno la riforma fiscale voluta da Donald Trump ha quasi dimezzato la corporate tax statunitense, passata dal 35% al 21% con un risparmio stimato per le società di circa 500 miliardi di dollari.
Il risultato di questa competizione globale tesa ad attrarre le grandi corporation, è che dal 2000 a oggi, stando allo studio del Financial Times, le maggiori multinazionali mondiali sono riuscite a “tagliarsi” le tasse di un terzo del totale. Ma le tasse che non pagano o meno le grandi corporation, dove vengono recuperate? Il gettito fiscale perduto con la riduzione delle tasse alle multinazionali è stato compensato dall’aumento di altre imposte? L’analisi dell’Ocse, ci dice che in particolare è stato compensato con l’aumento dell’Iva, che nei Paesi Ocse è passata da un’aliquota media del 17,6% nel 2008 al 19,2% nel 2015.
In molti si attendono un ulteriore aumento dell’Iva, in modo particolare per il prossimi autunno in Italia, dove oggi le aliquote Iva sono di poco sopra la media europea. Dunque un nuovo gigantesco trasferimento di risorse e ricchezza dalla società alle multinazionali.

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