Crescono
le tasse per lavoratori, famiglie e piccole imprese ma diminuiscono
quelle per le multinazionali. Un paradosso? No è la realtà.
Un
rapporto del centro ricerche Kpmg, rivela che nei Paesi Ocse il livello
di tassazione sulle persone fisiche dal 2008 a oggi è aumentato in
media del 6%, mentre la pressione fiscale sulle imprese è scesa del 5%.
E’ lo stesso Sole 24 Ore ad ammettere che: “Quello
che però fa impressione è come le grandi multinazionali riescano a
“tagliarsi” le tasse a una velocità quasi doppia rispetto alla media
delle imprese”.
A
supporto di questa inquietante constatazione segnala uno studio del
Financial Times, secondo cui dal 2008 a oggi le big corporation sono
riuscite a diminuire di ben il 9% la tassazione sui profitti rispetto al
periodo pre-crisi, soprattutto con le note tecniche di elusione
legalizzata effettuate parcheggiando montagne di denaro in sofisticate
scatole societarie all’estero.
Ma
le grandi multinazionali, elusione fiscale a parte, hanno anche
raccolto i frutti della corsa mondiale ad abbassare la corporate tax,
con diversi stati in competizione tra loro per attrarre le grandi
società attraverso il dumping fiscale.
L’aliquota
media per le imprese nei Paesi Ocse, che superava quota 32% nel 2000, è
progressivamente calata al 26% nel 2008 e al 25% nel 2015, come attesta
lo studio “Tax Policy Reforms in Oecd”.
I Paesi che hanno tagliato di più nel periodo 2000-2015 risultano
essere Germania, Canada, Grecia e Turchia, con le soltanto Ungheria e
Cile che hanno ritoccato verso l’alto le aliquote.
Ma
anche l’Italia, dal 1° gennaio 2017, ha ridotto dal 27,5% al 24%
l’Ires, l’imposta sul reddito delle imprese, mentre negli Usa da
quest’anno la riforma fiscale voluta da Donald Trump ha quasi dimezzato
la corporate tax statunitense, passata dal 35% al 21% con un risparmio
stimato per le società di circa 500 miliardi di dollari.
Il
risultato di questa competizione globale tesa ad attrarre le grandi
corporation, è che dal 2000 a oggi, stando allo studio del Financial
Times, le maggiori multinazionali mondiali sono riuscite a “tagliarsi”
le tasse di un terzo del totale. Ma le tasse che non pagano o meno le
grandi corporation, dove vengono recuperate? Il gettito fiscale perduto
con la riduzione delle tasse alle multinazionali è stato compensato
dall’aumento di altre imposte? L’analisi dell’Ocse, ci dice che in
particolare è stato compensato con l’aumento dell’Iva, che nei Paesi
Ocse è passata da un’aliquota media del 17,6% nel 2008 al 19,2% nel
2015.
In
molti si attendono un ulteriore aumento dell’Iva, in modo particolare
per il prossimi autunno in Italia, dove oggi le aliquote Iva sono di
poco sopra la media europea. Dunque un nuovo gigantesco trasferimento di
risorse e ricchezza dalla società alle multinazionali.
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