Il Niger e il concetto di ‘democrazia alimentare’: bisogna pur dare da mangiare alla famiglia Sindaci e capi tradizionali, uomini politici, partiti e distinti attori della società civile, venduti e comprati dal potere. Anche i deputati del Parlamento dell’opposizione non sfuggono alla legge dominante: sono acquistati prima, durante e dopo le votazioni. Quanto agli intellettuali e ai principali leader dei pochi movimenti sociali che ancora sopravvivono, si inventa a misura per loro una nomina a consiglieri presidenziali o incaricati di non meglio specificate missioni. I ministeri sono affidati a chi offre le migliori garanzie di fedeltà al regime. Lo ricordava l’amico in un modo che non lasciava spazio alla contestazione: bisogna pur dare da mangiare alla famiglia.
Ed ecco che il concetto di ‘Democrazia Alimentare’ trova il senso, la spiegazione e la giustificazione. Il potere del popolo e per il popolo si coniuga con la ‘politica del ventre’ che François Bayard aveva descritto con acuta perizia gli anni scorsi. La democrazia alimentare è una forma di distribuzione riservata ai membri o simpatizzanti di chi, per un tempo indefinito, si ostina a rimanere al potere.