Al vaglio della commissione aggiudicatrice c’è anche la posizione di un’altra candidatura, quella della Moreno Estate di Ostia, che potrebbe mettere sul piatto un’altra sessantina di alloggi sul litorale, ma il Dipartimento ha chiesto ulteriori approfondimenti sull’agibilità dello stabile proposto. In totale, dunque, al massimo un centinaio di appartamenti non certo sufficienti a coprire l’esodo delle famiglie che usciranno dai residence il prossimo 28 febbraio.
Che fare allora? Fonti informali del Campidoglio confermano che l’assessore Rosalba Castiglione sta studiando una soluzione per evitare l’ennesima proroga alle strutture private. Sul piatto ci sarebbero “trattative ben avviate con enti pubblici”, fra cui alcuni istituti previdenziali, per ottenere degli alloggi a prezzi calmierati e chiudere definitivamente la stagione dei residence. E’ probabile che questa soluzione possa essere complementare all’assegnazione del bando e che alla Ten Immobiliare vadano comunque garantiti i 510.000 euro l’anno previsti per i 34 alloggi messi a disposizione, più i soldi relativi ai servizi che saranno messi a disposizione, come ad esempio la guardiania.
Le trattative in essere con gli enti pubblici restano dunque l’ultima spiaggia per evitare l’ennesimo flop. L’uscita dai residence, voluta da Ignazio Marino e iniziata dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, in realtà si è concretizzata solo in minima parte. In principio, infatti, fu il buono casa, un contributo sull’affitto di 700 euro per 3 anni accolto con grande diffidenza dai proprietari di abitazioni sfitte, che temevano di non avere gli strumenti per rientrare in possesso del proprio immobile una volta terminato l’assegno comunale: su 1400 contributi “potenzialmente erogabili” nel 2015 ne sono stati assegnati 25 e nel 2016 circa 100. Completamente deserta anche la gara – molto simile a quella firmata da questa Giunta – voluta dall’ex assessora Francesca Danese, la quale poco prima della sfiducia a Marino era alla ricerca di 1020 alloggi.
Una svolta poteva darla la delibera 50/2016 approvata dal commissario Tronca, il quale prevedeva di destinare un terzo del piano della Regione Lazio (65 milioni sui 197 milioni inizialmente stanziati) all’uscita dai Caat, ma dalla Pisana finora sono arrivati solo 40 milioni, complessivi, evidentemente insufficienti allo scopo. Così la delibera commissariale è rimasta inapplicata. “Se il bando non fosse andato deserto, solo 800 famiglie sulle 1.400 attualmente ospitate dai residence avrebbero trovato posto nei nuovi alloggi”, spiega a IlFattoQuotidiano.it la signora Elisa Ferri, del coordinamento dei residence. Secondo Ferri – che fra l’altro vive in uno degli immobili della Ten – attualmente “non si conoscono i criteri con cui verranno accettate alcune famiglie piuttosto di altre. Si continua a sprecare denaro pubblico per farci vivere in dei tuguri, quando l’accesso alla casa popolare sarebbe la cosa più sensata per tutti”.
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