Il libro di Massimo Arcangeli e Edoardo Boncinelli è una galleria di
vocaboli, quelli necessari come l'aria. E che dovremmo riportare alla
loro condizione di un tempo, quella di rappresentare la realtà.
repubblica.it silvana mazzocchi
Duttili, magiche o concrete, crudeli o
salvifiche, dolci o amare, imbonitrici o sferzanti. Sono le parole
"indispensabili", quelle che tutto possono. Quelle che hanno infinite
personalità, capaci di mischiare i sensi di ogni narrazione,
individuale o mediatica.
Sono molte le parole che popolano la nostra vita quotidiana, e tante
sono così importanti da essere fondamentali. Eccone alcune: bene e male,
amore e odio, religione e destino, caso e caos, tempo e spazio, queste e
molte altre evocano temi universali. E aiutano ciascuno di noi a vivere
e a comunicare con gli altri. Sono tutte descritte, sezionate e
celebrate in Le magnifiche 100 (Bollati Boringhieri),
un'originale galleria di parole "immateriali" che Massimo Arcangeli e
Edoardo Boncinelli, docente di linguistica ed esperto di scienza il
primo e biologo e divulgatore il secondo, hanno scelto per raccontare
tra letteratura e scienza, cultura popolare e arte, le cento parole,
universali e pervasive, che sono necessarie come l'aria ad ogni essere
umano. Perché noi non le tocchiamo, ma l'essere immateriali non
impedisce loro di "fabbricare il mondo". Sono antiche e insieme moderne
perché si rinnovano e si mischiano continuamente, quelle antiche e
quelle rese ibride dalla continua evoluzione del linguaggio. Parole solo
apparentemente immobili nel loro significato e invece dotate di mille
sfumature e significati che spariscono nell'uso quotidiano. Parole
irrinunciabili quelle della "galleria", parole che, se sparissero,
renderebbero il mondo un luogo opaco e senza luce. Futuro, libertà,
dolore, ignoranza, progresso, giovinezza, come potremmo vivere senza?
Una dopo l'altra, per cento volte, gli autori scavano in ogni parola e,
creando un ponte tra cultura umanistica e scientifica, ci regalano un
catalogo colto e sapiente sui temi universali dell'umanità. Lettura
corroborante e preziosa, proprio come Le magnifiche 100.
L'importanza delle parole...
"Le parole posseggono una straordinaria capacità evocativa sul piano
personale e capace di schiudere orizzonti sul piano collettivo. Con il
loro valore magico, le loro infinite personalità, il loro ruolo
salvifico aprono strade, segnano destini, disegnano confini. Oggi però,
soprattutto, li abbattono. Basterebbe pensare alle tantissime "parole
macedonia" coniate in tempi recenti o recentissimi, testimoni di un
mondo che da una parte continua a erigere muri, dall'altra contribuisce a
farne crollare uno dietro l'altro. La mescolanza, l'ibridazione, la
negoziazione toccano ormai un po' tutto, dai generi televisivi e
letterari alle scuole di pensiero, dai movimenti religiosi agli
schieramenti politici, dai costumi sessuali alla pratiche alimentari:
chi manifesta una mascolinità contaminata da tratti tipicamente
femminili, truccandosi e smaltandosi le unghie come David Beckham, è un metrosessuale (dall'ingl. metrosexual, incrocio di metropolitan ed heterosexual); un flexitariano (dall'ingl. flexitarian),
che non è né vegetariano né vegano, mangia carne o pesce al massimo
due, tre volte alla settimana. A favorire tutto questo è stato anche
Internet: navigando in rete proviamo la netta sensazione di poter
attingere alle varie forme di conoscenza senza che si frappongano
barriere fra un settore e l'altro, fra un campo esperienziale e l'altro.
A proposito, quanti sanno veramente che cosa vuol dire algoritmo,
biodiversità o intelligenza artificiale?".
Avete scritto delle "magnifiche 100", quelle che "aiutano a vivere", proviamo a elencare le 10 più importanti.
"Quelle che tentano di dare una risposta ai temi di sempre. Innanzitutto vita e morte, e religione e destino. Quindi caos e caso,
che sembrerebbero riferirsi a concetti incompatibili con la scienza,
quando è proprio in ambito scientifico, teorico o applicato, che trovano
invece usi e riscontri di primaria importanza; bene e male,
che riesce sempre più difficile mettere a fuoco per ricavare almeno
un'idea dei loro contenuti semantici (soprattutto nel difficile momento
che stiamo vivendo, in cui il linguaggio sembra essersi in gran parte
svuotato di significato); tempo e spazio, affascinanti
per la loro polisemia e indissolubilmente legati l'uno all'altro a
partire dalla rivoluzione prodotta dalla teoria della relatività di
Einstein; infine amore e odio, la cui sostanza
sentimentale, secondo alcuni scienziati di un centro di ricerca
londinese, il Wellcome Laboratory of Neurobiology, stazionerebbe nella
stessa area della corteccia frontale (e viene allora in mente il
catulliano "odi et amo", 'odio e amo'). Secondo alcuni maligni, fra cui
Boncinelli, esiste ovunque l'odio, ma non necessariamente l'amore:
"L'uomo cresce a pane e odio"".
Cultura umanistica e scienza, le parole le fanno incontrare?
"Richard Dawkins, nel rimproverare alla letteratura la sua incapacità di
riconoscere i debiti accumulati nei confronti della scienza, ha
scritto: "Se Keats e Newton si incontrassero,
sentirebbero le galassie cantare". A scanso di equivoci, occorre
ricordare che gli scienziati hanno fatto cantare le galassie e pure il
vuoto cosmico anche senza ricorrere a poeti, che abbelliscono la torta,
ma non la costituiscono. Le parole avrebbero la stessa funzione
unificante, potrebbero riprendersi il potere aggregante di un tempo, se
non versassero in una condizione di sostanziale abbandono: se non
avessero in parte abdicato al loro ruolo di rappresentazione del reale,
se non avessero per certi versi rinunciato a un'ipotesi di costruzione
del futuro in grado di farsi interprete di sguardi indagatori o
visionari, se non si fossero lasciate intimorire dalle minacce
dell'omologazione e dalle pretese di chi vorrebbe rendere incolore il
mondo, metterebbero senz'altro d'accordo umanisti e scienziati. Per
svolgere al meglio il loro compito, per dimostrarsi realmente al
servizio degli uni e degli altri, dovrebbero però ergersi a tutela, più
che delle semplici differenze, delle caleidoscopiche sfumature del
dubbio e dell'incertezza. La colpa in ogni caso non è delle parole ma degli utenti, cioè noi. Cerchiamo tutti di essere più seri!".
Massimo Arcangeli, Edoardo Boncinelli
Le magnifiche 100
Bollati Boringhieri
Pagg 356, euro 20
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sabato 9 dicembre 2017
Libro. "Le magnifiche 100", ovvero le parole "immateriali" che danno senso alla vita.
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