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Volevano ammazzare l’Italia? Ci hanno provato in tutti i modi. La
bella notizia? Non ci sono ancora riusciti. E non ci riusciranno: perché
il nostro paese è più forte dei suoi potentissimi, aspiranti killer. E
attenzione: c’è un’Italia che si sta risollevando. Come? Archiviando il
capitalismo: una conversione silenziosa ma vincente. E’ qualcosa che non
ha eguali, in tutto l’Occidente. Parola di Nino Galloni, economista
post-keynesiano, già allievo del professor Federico Caffè. «La società
italiana si sta già evolvendo in senso rivoluzionario», afferma Galloni,
nell’ambito di un convegno sulla Costituzione promosso dal Movimento Roosevelt,
di cui è vicepresidente. «In Italia – rivela – ci sono 4 milioni di
imprese (su 4 milioni e mezzo) che sono ormai fuori dal capitalismo: non
lavorano più per il profitto». Si tratta di aziende che «perseguono il
controllo di attività reali, che è tutta un’altra faccenda». Aziende che
«puntano alla valorizzazione del lavoro, che è esattamente l’opposto
del capitalismo: è un nuovo paradigma». E in prima linea figurano le
ultimissime generazioni: «Ci sono 2,3 milioni di giovani che sono
tornati all’agricoltura: senza che nessuno gliel’abbia chiesto, ci
stanno sostituendo, dalla bilancia commerciale, 40 miliardi di
importazioni di prodotti agricoli. Sono cose enormi, di cui nessuno
parla».
Per Galloni, sono almeno 7 milioni gli italiani che oggi stanno già
interpretando questo rivoluzionario cambio di paradigma, pur nelle
ristrettezze imposte dal regime ideologico neoliberista incarnato da
Bruxelles, che prescrive tagli senza pietà allo Stato sociale. «Dietro – sostiene – c’è il fallimento di tutte quelle forze che sono passate dal welfare universale (che riguardava tutti, e che secondo me sta nella Costituzione) al welfare
residuale, cioè solo per i poveri, che invece c’era già nella visione
bismarckiana e liberale dei secoli precedenti». Anche in passato,
infatti, «nessuno ha mai negato che i poveri dovessero essere aiutati:
ma questo non è democrazia,
al limite è buon senso. Eliminare lo Stato per metterci gli enti
filantropici e le “charity” è un progetto che fa parte della
multinazionalizzazione della questione, con sottomissione generalizzata
degli esseri umani – che è esattamente il contrario di quello che
vogliamo noi», sottolinea Galloni. «La deriva qual è stata? Difendere
principi formali per tutti, e va bene, ma poi destinare risorse per
tutelare solo le minoranze. E questo – aggiunge il professore – ha
spiazzato la sinistra dalla possibilità vera di rappresentare una
maggioranza, perché è passata a difendere le minoranze», e così «le
maggioranze poi hanno seguito la Lega, Berlusconi, i 5 Stelle».
Economista e insegnante (Sapienza, Luiss, Cattolica), oggi sindaco
dell’Inail e presidente del Centro Studi Monetari, Galloni riflette sul
cambio di paradigma silenziosamente in corso nel tessuto produttivo
italiano: «Stiamo parlando di 7 milioni di casi, per i quali l’obiettivo
non è più nemmeno la piena occupazione, o il lavoro, ma il pieno
soddisfacimento dei bisogni della società. Dentro c’è l’ambiente, c’è la
cura delle persone, c’è la cura e la valorizzazione del patrimonio
esistente. E dietro questa solida realtà si nascondono almeno 7-8
milioni di posizioni lavorative aggiuntive, che esprimono lavoro
produttivo e creativo, imprenditivo, artistico e organizzativo, in tutte
le sue forme». Questo cambio di paradigma, continua Galloni, «ci aiuta a
uscire dal capitalismo». Ed è anche «la ragione per cui poi, la gente, alla fine, si allontana dalla politica».
Un tempo, gli astensionisti potevano essere qualunquisti e distratti.
«Oggi, invece, quella che non va a votare, in gran parte è gente che “ci
capisce”, e si dà da fare, come quei 7 milioni che ho citato».
Resistono e “vincono”, quegli italiani, nell’indifferenza delle
istituzioni. La Costituzione non li tutela? «Il punto debole della
nostra Costituzione è che non si è realizzato quasi nulla, o ben poco,
della parte sostanziale. Lo Stato non deve rimanere neutro, semplice
arbitro, ma giocatore che scende in campo per attuare le
funzioni-obiettivo contenute nei principi della Carta. Funzioni che ci
portano al lavoro, alla scuola, alla sanità, alla dignità». Il Movimento
Roosevelt chiede la piena attuazione della Costituzione: anziché il
“reddito di cittadinanza”, sarebbe meglio garantire – per legge – la
possibilità di lavoro per tutti. Come? Impegnando lo Stato a esercitare
appieno la sua sovranità: «Non è vero che Maastricht l’abbia abolita»,
sottolinea Galloni: «Se volesse, lo Stato potrebbe emettere tutta la
moneta metallica che vuole, o anche “moneta fiduciaria”, non a corso
legale e non spendibile all’estero, ma valida per pagare le tasse e
coprire il disavanzo, rimediando così al pareggio di bilancio». Qualcosa
bisognerà pur fare, in ogni caso, imparando da quei 7-8 milioni di
italiani che, nel frattempo, in silenzio, si stanno risollevando: hanno
scartato il capitalismo, puntando sul lavoro anziché sul profitto.
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venerdì 1 dicembre 2017
Galloni: non è più capitalista l’Italia che sta battendo la crisi
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