L'appello: "Un flop di accessi
e di incassi nei giorni di festa servirebbe alle rivendicazioni dei
lavoratori". Il 22 protestano gli addetti della grande distribuzione:
"Impossibile conciliare vita e famiglia con le aperture forzate". Nel
centro commerciale di Rozzano, raccolte 1500 firme contro la "new entry"
del 26 dicembre.
repubblica.it ALESSANDRA CORICA
Sciopero contro l'aperture forzata a Natale. Succede all'Oriocenter di Bergamo, dove i lavoratori hanno proclamato una giornata di sciopero dopo la decisione del centro commerciale che si trova di fronte l'aeroporto di Orio al Serio, di tenere aperte le sue porte anche il giorno di Natale e di Santo Stefano.
Una decisione senza precedenti, contro la quale nei giorni scorsi i lavoratori hanno indetto una raccolta firme. Che, adesso, viene seguita dalla proclamazione dello sciopero.
A incrociare le braccia saranno, lunedì 25 dicembre, i lavoratori del settore ristorazione del centro commerciale. Il giorno dopo, invece, toccherà agli addetti del commercio, che lavorano nella grande distribuzione.
"Esaurite le possibilità diplomatiche - dicono i sindacati FFilcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil- non resta altro che scendere in campo con ogni mezzo possibile, visto che le aperture sembrano ormai inevitabili, nonostante il presidio del 27 novembre. Adesso ci aspetteremmo una ferma presa di posizione anche da parte dei clienti, dato un flop di accessi e di incassi nei giorni di festa aiuterebbe le rivendicazioni dei lavoratori di servizi che, ci piace sottolineare, non sono certo essenziali.
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La decisione dei lavoratori va in parallelo allo sciopero nazionale indetto, dai sindacati di categoria, per venerdì 22 dicembre: a Milano i rappresentanti dei lavoratori saranno prima in presidio davanti la sede di Federdistribuzione, e dopo in corteo fino a piazza della Scala.
"Consegneremo al Comune un documento per chiedere il loro sostegno - spiega Marco Beretta, della Filmcams Cgil - la protesta verte sia sul mancato rinnovo del contratto collettivo, sia su queste aperture forzate nei giorni di festa. Che, di fatto, rendono impossibile per i lavoratori conciliare la vita privata e familiare, con quella lavorativa. Senza contare che molti sono precari, e quindi di fatto obbligati ad adeguarsi a queste aperture festive, pena il mancato rinnovo del loro contratto quando sarà scaduto".
Quello dell'Orio center non è un caso isolato: anche il centro commerciale Fiordaliso di Rozzano ha deciso, per la prima volta, di tenere aperti i suoi negozi martedì 26 dicembre.
Una scelta contro la quale, anche in questo caso, si sono scagliati i dipendenti della struttura, che nei giorni scorsi hanno anche loro organizzato una raccolta firme, per chiedere un passo indietro e la chiusura nel giorno di festa. In tutto, sono state raccolte 1500 firme, tra i 600 lavoratori del centro e tanti clienti che avrebbero sponsorizzato la protesta. Nonostante la quale, però, il Fiordaliso tira dritto, "perché l'apertura ormai è stata annunciata".
"Ho incontrato i rappresentanti dei lavoratori nei giorni scorsi, e capisco le difficoltà dei dipendenti: del resto anche noi che lavoriamo in amministrazione e direzione saremo qui a lavorare durante la giornata di festa - dice allora Antonello Corrado, direttore del centro commerciale il Fiordaliso - La scelta di tenere aperto è stata fatta perché considerata interessante, favorevole ai fatturati. I lavoratori che presteranno servizio lo faranno su base volontaria. Come centro commerciale, in ogni caso, noi non siamo datori di lavoro, poiché gli addetti dipendono dalle diverse aziende a cui noi affittiamo i locali per i negozi. Che, con la loro attività, mantengono vivo il territorio, portano benessere e occupazione: il centro commerciale non è necessariamente il male".
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