Rajoy destituisce Puigdemont e il suo governo. Presto nuove elezioni. Mezzo milione di catalani in piazza.
huffingtonpost.it
La giornata spagnola di oggi ha portato alla luce una frattura sempre più profonda tra le posizioni del governo centrale di Madrid e quello della Catalogna, soprattutto dopo la decisione presa dal premier Mariano Rajoy di applicare l'articolo 155 della Costituzione e commissariare l'amministrazione catalana. Ma a Barcellona la rottura continua a percorrere la via della legalità, in due modi: primo, con una manifestazione che ha visto la partecipazione di quasi mezzo milione di persone e, secondo, con la richiesta del governatore al Parlamento di Barcellona di riunirsi la settimana prossima per esaminare "le misure da prendere" dopo la decisione di Madrid: "In base a cosa deciderà la plenaria del 'Parlament' decideremo di conseguenza", ha dichiarato il presidente della Generalitat catalana.
"Questo è un processo unilaterale e contrario alla legge e che ha cercato lo scontro". Queste le prime parole del premier spagnolo Mariano Rajoy al termine del consiglio dei ministri straordinario sulla Catalogna, parlando del referendum indipendentista. Da qui la riunione straordinaria durata due ore che ha deciso per l'attivazione dell'articolo 155 della costituzione: "Il governo ha dovuto applicare l'articolo 155 della Costituzionale, anche se non era un nostro desiderio", ha dichiarato Rajoy.
Mezzo milione in piazza a Barcellona
La risposta a Madrid è arrivata direttamente da Barcellona, dove quasi mezzo milione di catalani si sono riversati sul Passeig de Gracia per una grande manifestazione convocata dal Tavolo per la Democrazia contro il commissariamento della Catalogna deciso da Madrid e contro la detenzione dei due leader indipendentisti Jordi Sanchez e Jordi Cuixart. Fra i manifestanti, anche il presidente Carles Puigdemont, che è stato accolto da applausi e grida di appoggio, prendendo la testa del corteo.
La coordinatrice del partito PDeCAT del governatore catalano Carles Puigdemont, Marta Pascal, definisce "il peggior attacco da secoli" al popolo catalano il commissariamento del governo della Catalogna deciso dall'esecutivo di Madrid in applicazione dell'articolo 155 della Costituzione. "Dicono che non vogliono l'indipendenza, ma sono loro che oggi si sono resi indipendenti dal popolo della Catalogna con il peggior attacco da secoli", ha scritto Pascal su Twitter poco dopo il discorso del premier Mariano Rajoy.
"Tutto questo puzza di franchismo, siamo tornati al 1975 - ha detto il portavoce del partito nella Camera alta del Parlamento di Barcellona, Josep Lluis Cleries - hanno usurpato il potere del governo della Catalogna, coprendosi falsamente con l'articolo 155". Cleries ha anticipato che il governo non resterà "con le braccia incrociate", ma non ha precisato se Puigdemont proclamerà unilateralmente l'indipendenza.
Rajoy "ha sospeso la democrazia in Catalogna e Spagna", l'accusa mossa dal segretario di Podemos, Pablo Echenique: "Oggi è un giorno terribile per la democrazia in Spagna", ha aggiunto Echenique, secondo cui il suo partito si trova in stato di "shock" dopo le decisioni del governo di Madrid.
"Mariano Rajoy vuole creare un direttorio che governi la Catalogna". Dura la ribattuta di Puigdemont alle dichiarazioni di stamane del premier spagnolo, tanto da definire la decisione presa da Rajoy la "peggiore dai tempi di Franco": "Non è la prima volta che le istituzioni catalane, con il beneplacito del re, riceve un golpe",
Per Puigdemont, la "realtà egemonica è sempre stata al centro delle intenzioni del governo". Ma allo stesso tempo "il popolo della Catalogna non può tollerare questo attacco e il loro atteggiamento - ha proseguito il governatore catalano - come l'utilizzo di codici penali antiquati per tenere in prigione persone che non hanno fatto nulla". "Quella alla Catalogna - ha aggiunto - è un attacco alla democrazia".
Il testo dell'art.155
Questo il testo dell'articolo 155 della costituzione spagnola, finora mai applicato, attivato oggi contro la Catalogna dal governo di Madrid: "Se una Comunità Autonoma non compie gli obblighi che le impongono la Costituzione o altre leggi, o agisce in forma che attenti gravemente all'interesse generale della Spagna, il Governo dopo avere interpellato al Presidente della Comunità Autonoma e nel caso in cui non ne conseguano risultati, con l'approvazione a maggioranza assoluta del Senato, potrà adottare le misure necessarie per poterla obbligare al compimento forzoso di tali obblighi o per la protezione dell'interesse generale. Per l'esecuzione delle misure previste nel precedente capoverso il Governo potrà dare istruzioni a tutte le autorità delle Comunità Autonome".
Il 68,6% dei catalani si dice favorevole alla convocazione di elezioni per uscire dall'attuale crisi istituzionale mentre il 66,5% è contro un commissariamento della regione da parte di Madrid con l'attivazione dell'art.155, secondo un sondaggio Gesop pubblicato da El Periodico. Alla domanda su che cosa dovrebbe fare ora il presidente Carles Puigdemont, il 29,3% risponde chiedendo la proclamazione immediata dell'indipendenza, il 24,8% la rinuncia all'indipendenza e il 36,5% un ritorno alle urne per evitare il commissariamento.
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