Il progetto è al vaglio
delle circoscrizioni, che hanno un mese di tempo per dare il loro parere
in vista della discussione in consiglio comunale. Se approvato, tutti i
residenti maggiori di 16 anni, eccetto gli eletti e quelli con “cariche
negli organi esecutivi di livello nazionale, regionale e locale”,
potranno presentare ogni anno fino a quattro “interpellanze".
La delibera, se approvata, prevede l’aggiunta dell’articolo al “Testo Unico delle norme regolamentari sulla partecipazione, il referendum, l’accesso, il procedimento, la documentazione amministrativa e il difensore civico”, dando uno strumento che si aggiunge alle petizioni, alle proposte di deliberazione di iniziativa popolare e al diritto di tribuna. Tutti i residenti maggiori di 16 anni, eccetto gli eletti e quelli con “cariche negli organi esecutivi di livello nazionale, regionale e locale”, potranno presentare ogni anno fino a quattro “interpellanze volte a conoscere le motivazioni dell’azione dell’Amministrazione o i suoi intendimenti su questioni di interesse generale o collettivo”. Dovranno essere inviate – tramite Pec o in forma cartacea – alla presidenza del consiglio comunale, che farà un vaglio di quelle ricevibili. Poi, una volta al mese, verrà dedicata circa un’ora del consiglio comunale per rispondere ai quesiti dei cittadini.
La proposta, però, potrebbe andare a indebolire il ruolo di chi è stato votato per rappresentare gli elettori? “Non penso che questo strumento possa andare a svilire il ruolo del consiglieri. È soltanto un’arma in più – afferma il presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci, sempre del M5s -. Ricordiamo che il 40 per cento dei torinesi non ha votato alle ultime elezioni e forse non si sentono rappresentati dalle forze politiche. In questo modo, invece, possono trovare il loro spazio”.
Dal canto suo la sindaca Chiara Appendino è entusiasta: “Avevamo detto che avremmo aperto le porte della Sala Rossa ai cittadini e ora possiamo dire che lo abbiamo fatto. Letteralmente. Con una piccola rivoluzione”. Le interpellanze dei cittadini e quelle di iniziativa popolare sono sempre più diffuse, così come i “question time” aperti alla cittadinanza, adottate nei comuni amministrati dal M5s o da liste civiche.
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