“Lo
Stato, inteso come Governo, si è comportato in maniera assurda e
truffaldina nei confronti delle vittime. E dire truffaldina forse è dire
anche poco. Legge 206, digitalizzazione delle carte e direttiva Renzi
non funzionano, non vanno avanti. Quindi, i rappresentanti del Governo
in piazza erano e restano sgraditi.
Rete per l'Autorganizzazione Popolare - http://campagnano-rap.blogspot.it
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lunedì 31 luglio 2017
Lavoro. Cala la disoccupazione, ma solo per la statistica.
L’ottimismo
della propaganda deve sempre addolcire la disperazione della realtà.
Compito improbo, ma c’è sempre chi si adegua e ci prova…
...Il
criterio statistico – deciso dall’Eurostat, ovvero dall’Unione Europea,
è lo stesso vigente negli Stati Uniti, ed è altamente truffaldino.
Citiamo dal glossario Istat:
“Occupati: comprendono le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento: `
hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;
hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;
sono
assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti
assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre
mesi, oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50%
della retribuzione.
Gli indipendenti assenti dal lavoro, ad eccezione
dei coadiuvanti familiari, sono considerati occupati se, durante il
periodo di assenza, mantengono l’attività. I coadiuvanti familiari sono
considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.”...
contropiano.org Claudio Conti
I
media italioti danno con grande enfasi il dato Istat sull’occupazione
reso noto stamattina. A un profano, infatti, quei numeri sembrano
davvero molto positivi, almeno sul tendenziale…
A
giugno 2017, infatti, la stima degli occupati cresce dello 0,1%
rispetto a maggio (+23 mila), recuperando parzialmente il calo
registrato nel mese precedente (-53 mila).
Il
tasso di occupazione si attesta così al 57,8%, in aumento di 0,1 punti
percentuali. Spiega l’Istat che la lieve crescita congiunturale (ossia
mensile) dell’occupazione è interamente dovuta alla componente
femminile, mentre per gli uomini si registra un modesto calo, e
interessa i 15-24enni e i 35-49enni.
domenica 30 luglio 2017
Leggi online l'ebook "La leggenda del lago di Martignano" di Dionisio Moretti dalla Rocca
sabato 29 luglio 2017
Legalizzazione cannabis, il Parlamento non ci prova neppure e affossa la legge. Un anno fa la sostenevano in 300.
Economia Circolare. Una strada per essere leader in Europa grazie all'economia circolare.
La strategia si chiama "Verso un modello di economia circolare per l'Italia", il documento ha un'importante doppia firma: Ministero dell'Ambiente (Mattm) e Ministero dello Sviluppo Economico (Mise). Avviato il 12 luglio scorso alla consultazione pubblica – aperta fino al 18 settembre – rappresenta una buona premessa per parlare di economia circolare, tema per definizione a cavallo fra politiche ambientali e industriali.
Alfredo De Girolamo
Esperto ambientale, giornalista
Finalmente prende corpo nel dibattito pubblico un dato di solito poco noto: in Italia ogni persona consuma annualmente circa 10 tonnellate di materia, di cui circa 600 kg diventano rifiuti urbani e 2800 rifiuti speciali. Un terzo dei materiali che consumiamo finisce nei rifiuti. Un valore importante anche se l'Italia presenta un consumo di materia pro capite fra i più bassi d'Europa e del mondo.
"Settantasette. Quarant'anni fa, la rivoluzione qui ed ora" a Sherwood 2017
global project
Giovedì 13 luglio, sul palco del second stage dello
Sheroow
Festival, si è tenuto il dibattito “Settantasette. Quarant’anni fa, la
rivoluzione qui ed ora”, nel quale sono intervenuti alcuni dei
protagonisti di
quell’anno che racchiude in sé un intero decennio. Tra narrazione ed
analisi,
gli interventi di Toni Negri, Oreste Scalzone, Vincenzo Miliucci, Franco
Piperno e Cristina Morini si sono succeduti suscitando emozioni ed
interesse tra il pubblico, che era quello delle grandi occasioni.
Sfruttamento sessuale e sul lavoro, aumenta la quota dei minori nel mondo. Save the children: "Incremento preoccupante in Italia"
Il
dossier “Piccoli Schiavi Invisibili – 2017”. Diffuso da Save the
Children in vista della Giornata Internazionale contro la tratta di
esseri umani, ci parla, attraverso le voci e le storie raccontate dai
ragazzi e dalle ragazze sfruttati sessualmente e lavorativamente, di un
mondo ingiusto e terribile dove ai più giovani viene sottratto il futuro
da criminali che lucrano su di loro.
Il dossier ricorda che «fenomeno della tratta e dello sfruttamento di
minori nel mondo è per sua natura largamente sommerso, ma i dati
disponibili sui casi emersi in 106 paesi indicano chiaramente una
proporzione allarmante. Su 63.251 casi rilevati a livello globale,
infatti, ben 17.710 (pari ad 1 un caso su 4) riguardano bambini o
adolescenti, con una larga prevalenza di genere femminile (12.650), e i
minori rappresentano il secondo gruppo più numeroso tra le vittime di
tratta dopo le donne».
A SINISTRA: UNA PROPOSTA DIRETTA
Definire “spettacolo” ciò che si sta verificando “ a sinistra” in questi giorni è già un complimento.
Tralascio giudizi e valutazioni così come tralascio la storia, più recente e più antica, delle vicende che si sono succedute a partire dallo scioglimento del PCI e dall’implosione dei grandi partiti di massa.
Tralascio giudizi e valutazioni così come tralascio la storia, più recente e più antica, delle vicende che si sono succedute a partire dallo scioglimento del PCI e dall’implosione dei grandi partiti di massa.
pane-rose.it Franco Astengo
Da oltre vent’anni ne abbiamo scritto in tanti, ci si è riflettuto sopra, si sono sviluppate iniziative politiche la maggior parte contraddittorie e fallimentari.
Principalmente ha fallito la sinistra di governo.
Un’affermazione che si può ben sostenere con evidenti pezze d’appoggio: il risultato finale di questa stagione è la consegna del sistema politico italiano a più di una destra dalla quale affiora semplicemente una lotta per il potere sulla base di opzioni davvero pericolose di tipo bellico, razzista, di sopraffazione, di riaffermazione del dominio capitalistico nella peggior dimensione.
Sono state sbagliate tutte le previsioni sulla base delle quali era stato accettato, proprio al momento dello scioglimento del PCI, l’orizzonte della “fine della storia” quale diretta conseguenza della conclusione storica della vicenda del comunismo reale in Unione Sovietica (tralascio soltanto per economia del discorso anche l’esame di ciò che è andato avanti da questo punto di vista).
Si è rinunciato a portare avanti ciò che in Occidente era stato costruito sulla base di esperienze diverse a sinistra, sia dal punto di vista socialdemocratico sia dal punto di vista dell’originalità dell’esperienza comunista in particolare in Italia.
Inutile però rievocare tutta questa storia, il punto sta da un’altra parte : quello del recupero di un dato sufficiente di rappresentatività politica e di aggregazione sociale da parte di un soggetto organizzato sulla base dell’idea di fornire una risposta a tutte le domande rimaste inevase nel corso di questo spazio temporale.
Un soggetto politico che prima di tutto non consideri la storia finita e il capitalismo (nelle sue varie declinazioni) il solo orizzonte possibile.
Un soggetto politico che non può essere definito altrimenti che “partito”, la cui realtà teorica, politica, organizzativa debba essere imperniata su due principi fondamentali:
Da oltre vent’anni ne abbiamo scritto in tanti, ci si è riflettuto sopra, si sono sviluppate iniziative politiche la maggior parte contraddittorie e fallimentari.
Principalmente ha fallito la sinistra di governo.
Un’affermazione che si può ben sostenere con evidenti pezze d’appoggio: il risultato finale di questa stagione è la consegna del sistema politico italiano a più di una destra dalla quale affiora semplicemente una lotta per il potere sulla base di opzioni davvero pericolose di tipo bellico, razzista, di sopraffazione, di riaffermazione del dominio capitalistico nella peggior dimensione.
Sono state sbagliate tutte le previsioni sulla base delle quali era stato accettato, proprio al momento dello scioglimento del PCI, l’orizzonte della “fine della storia” quale diretta conseguenza della conclusione storica della vicenda del comunismo reale in Unione Sovietica (tralascio soltanto per economia del discorso anche l’esame di ciò che è andato avanti da questo punto di vista).
Si è rinunciato a portare avanti ciò che in Occidente era stato costruito sulla base di esperienze diverse a sinistra, sia dal punto di vista socialdemocratico sia dal punto di vista dell’originalità dell’esperienza comunista in particolare in Italia.
Inutile però rievocare tutta questa storia, il punto sta da un’altra parte : quello del recupero di un dato sufficiente di rappresentatività politica e di aggregazione sociale da parte di un soggetto organizzato sulla base dell’idea di fornire una risposta a tutte le domande rimaste inevase nel corso di questo spazio temporale.
Un soggetto politico che prima di tutto non consideri la storia finita e il capitalismo (nelle sue varie declinazioni) il solo orizzonte possibile.
Un soggetto politico che non può essere definito altrimenti che “partito”, la cui realtà teorica, politica, organizzativa debba essere imperniata su due principi fondamentali:
Qualcosa a sinistra. Una casa per la sinistra sommersa, ma senza Pd.
L’analisi di Massimo Giannini sulla sinistra divisa e minoritaria è, come sempre, impietosamente lucida. Eppure credo che non sia l’unica lettura possibile.
Essa appare, ed è, realistica, se diamo per scontato, come sempre si fa, un dato di fondo: e cioè che i rapporti di forza tra destra, sinistra e pentastellati siano, sul breve periodo, stabili. Ma se proviamo a pensare che cambi la base elettorale attiva, anche questo scenario può cambiare. In altre parole, Giannini fa quello che fanno i leaders di tutti i partiti: dà per scontato che continuerà a votare circa la metà del Paese. E che l’altra metà sia sostanzialmente perduta alla vita della democrazia italiana.
Quello che Anna Falcone ed io abbiamo provato a proporre è di cambiare occhiali: e di provare a svegliare quest’altra metà del Paese. Perché noi due, che non siamo politici, né tantomeno leaders? Perché durante la campagna referendaria del No abbiamo visto con i nostri occhi questa altra Italia, quella che non vota: l’abbiamo vista partecipare a riunioni e assemblee. E poi il 4 dicembre l’abbiamo ritrovata nelle urne.
Ovviamente non tutta la valanga dei No era di sinistra: ma una parte lo era, eccome. Voti di giovani senza più fiducia. Voti di sommersi che sentono di non avere alcun interesse a sommarsi a quelli, ben più pesanti, dei salvati. Un elettorato potenzialmente di sinistra comprese allora che si combatteva una battaglia decisiva per la partecipazione e la rappresentanza degli ultimi: un elettorato che, se tornasse a votare, potrebbe sconvolgere gli equilibri. E, allora, perché non pensare che accanto al realismo dello stato delle cose possa esserci anche un altro realismo, quello di chi vuole provare a modificarla, la realtà? Antonio Gramsci ha scritto che l’idolo più difficile da abbattere è la credenza che tutto ciò che esiste, sia naturale che esista così.
Acqua Bene Comune. Crisi idrica a Roma: fra lacrime di coccodrillo e interessi finanziari.
Mentre scrivo questo pezzo, gli abitanti di Roma e dei comuni del lago di Bracciano non sanno ancora cosa succederà nei prossimi giorni: si inseguono tavoli e cabine di regia fra la Regione Lazio, che con decreto ha deciso di bloccare i prelievi di acqua dal lago di Bracciano per scongiurare un disastro ambientale, Acea, che ha conseguentemente deciso il razionamento dell’acqua per un milione e mezzo di abitanti di Roma, il Comune di Roma, che assiste imbarazzato, e il Governo, che potrebbe dichiarare lo stato di calamità.
|
In nessun caso, ai cittadini e alle comunità locali viene data voce. Al contrario, sembrano essere utilizzati come scudi umani dentro un conflitto di interessi particolaristici che va dagli interessi finanziari di Acea, che non possono tener conto dei vincoli ambientali, al conflitto tutto “politicista” fra Regione Pd e la grillina Roma Capitale.
Che i cittadini siano ostaggi di altri interessi è reso del tutto evidente dal comportamento di Acea, perché delle due l’una: come fa Acea a dichiarare di prelevare dal lago di Bracciano una quantità irrisoria di acqua e nello stesso tempo a minacciare, se quel prelievo viene bloccato, il razionamento per un milione e mezzo di abitanti? Le due cose non stanno insieme, e tanto meno la strumentalizzazione sottesa alla privazione di un diritto fondamentale come l’acqua.
Dietro queste drammatiche schermaglie, si avverte tutto il pressappochismo delle classi dirigenti politiche e tecniche, le quali, sapientemente, continuano a rimuovere una consapevolezza che, se assunta, manderebbe all’aria l’intera dottrina liberista del mercato come unico regolatore sociale.
Siamo nel pieno di cambiamenti climatici in corso e tuttavia si continua a fingere che le stagioni siano quelle di una volta e ci si stupisce della frequenza del binomio siccità/alluvione, quando è ormai divenuto la nuova normalità metereologica.
Nord di Roma. Lago di Bracciano. Scongiurato il razionamento dell'acqua a Roma e prolungati i prelievi dal Lago di Bracciano. I comitati insorgono: "La Regione smentisce se stessa".
Il Campidoglio aveva chiesto lo stato d'emergenza, il Governo valuterà nei prossimi giorni.
Claudio Paudice
Giornalista, L'Huffington Post
venerdì 28 luglio 2017
Tim, il giudice del lavoro stronca la manovra dell'azienda che voleva sostituire il contratto integrativo con un regolamento unilaterale: "Comportamento antisindacale"
controlacrisi
Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Roma ha accolto il ricorso per condotta antisindacale ex art.28 (L.300/70) avanzato da SLC CGIL contro la decisione di TIM di sostituire il contratto integrativo con un regolamento unilaterale aziendale e di trattare solo con alcune sigle sindacali, escludendo la SLC CGIL e il Coordinamento Nazionale RSU.
Rai Due, il giornalista Nello Trocchia e il film-maker aggrediti a Vieste mentre realizzavano una inchiesta
controlacrisi
La Federazione nazionale della stampa italiana esprime solidarietà e vicinanza al giornalista Nello Trocchia, aggredito mentre si trovava a Vieste per un’inchiesta per la trasmissione di Rai Due “Nemo – Nessuno escluso” insieme con il suo film-maker Riccardo Cremona.
I due sono in Puglia per realizzare un servizio sulle infiltrazioni mafiose nell’area del Gargano. Ignoti hanno prima intimato loro di andarsene. Poi uno dei presenti ha assalito Trocchia a calci e gli ha sbattuto la testa contro il muro. Il collega è stato costretto a recarsi al pronto soccorso per farsi medicare.
Ma la Terra era felice, quando ancora non esisteva il lavoro
http://www.libreidee.org
Contrariamente a una idea diffusa ad arte dai centri di condizionamento dello spettacolo moderno, il lavoro non è una catastrofe naturale. È un male sociale, il cui falso rimedio, la disoccupazione, fa peggiorare il cattivo stato del paziente e talvolta lo finisce. Consideriamo per prima cosa le origini del lavoro. Si sa che in tutte le lingue il termine deriva da strumenti di tortura o che è sinonimo di sofferenza, sforzo estenuante, pena e afflizione. La Bibbia ne fa la punizione divina e i miti universali parlano di una età dell’oro originale, indenne dall’obbligo del lavoro. È proprio ciò che hanno confermato le serie ricerche sulla preistoria condotte da Marshall Sahlins. Il cacciatore-raccoglitore, prima dell’invenzione dell’agricoltura, delle classi e dello Stato, non lavorava; si dedicava alle libere attività dell’essere umano, che consistevano nel cacciare e raccogliere, mangiare, dormire, godere e viaggiare. Il lavoro inizia storicamente con il dominio di un uomo sul suo simile, di una classe su un’altra. Si tratta sempre di una classe improduttiva (preti e possidenti) che condanna al lavoro una classe produttrice e ne accaparra la produzione…
Dominio e sfruttamento sono una sola ed unica cosa. Ciò che separa la libera attività dal massacrante lavoro consiste quindi nella accumulazione di frutti dell’attività di un individuo che si trova costretto a produrre per qualcuno estraneo alla suaproduzione e che se ne appropria. Il lavoro crea ricchezza, ma quella altrui. Così il lavoro sanziona il passaggio della libertà originale alla schiavitù, che solo di recente ha fatto posto, per soddisfare le esigenze del commercio mondale (ormai chiamato globalizzazione), alla sua versione aggravata: il salario generalizzato. Già Nicolas Linguet, filosofo dei Lumi, vedeva nella schiavitù salariata un peggioramento dell’antica schiavitù. Il lavoro non è solo l’insicurezza sociale; è soprattutto il supplizio quotidiano dell’uomo abbrutito dalla ripetizione di compiti insipidi e alienanti. Lavorare è una debolezza, quando si può farne a meno e fare qualcosa di meglio: è quanto hanno sostenuto lungo tutta la storia le élite intellettuali che disprezzavano il lavoro.
Fausto Carotenuto: perché il potere ha fabbricato i 5 Stelle
http://www.libreidee.org/
Votate 5 Stelle, per ripulire la politica. Quanti italiani ci sono cascati? Tantissimi, a quanto pare: quasi un elettore su tre. «Un colossale equivoco». Le vittime? «Gli elettori stessi, ma anche moltissimi parlamentari grillini, che pure si impegnano con serietà. Senza capire che i loro vertici non gli consentiranno mai di affrontare, davvero, i problemi dell’Italia». Perché il format-Grillo non è stato creato per quello. «E’ stato fabbricato, come già la Lega di Bossi, solo per sostituire una classe dirigente corrotta con un ceto politico ancora più prono ai grandi poteri economici». E’ la ricostruzione di Fausto Carotenuto, analista internazionale di lungo corso, già consulente dell’intelligence Nato. Il suo riassunto: «Prima c’era una casta semi-ladra ma politicamente capace. Era corrotta, ma faceva anche gli interessi del paese. Quindi andava rimossa. Come? Facendo degenerare nel ridicolo il ventennio berlusconiano, fino a indurre nausea e rigetto nell’elettorato, al punto da esprimere un voto in apparenza anti-sistema». Stesso schema, ripetuto due volte: prima con Bossi, impegnato a “picconare” la Prima Repubblica, e poi con Grillo, per far piazza pulita di Berlusconi.
Un’analisi che Carotenuto ripropone ai microfoni di “Border Nights”, trasmissione web-radio condotta da Fabro Frabetti. «State certi – dice Carotenuto – che non lo vedrete mai, un “grillino” puro, al ministero dell’interno – a meno che, appunto,non sia affatto puro». Uno come Di Battista, per dire, dalla sapiente mimica mediatica? «Appunto: si vede benissimo che è manipolato. Bisognerebbe scoprire da chi». Retroscena a parte, Carotenuto si concentra sulla sostanza: finora, i 5 Stelle non hanno affrontato un solo tema centrale, per esempio di politicaeconomica: nulla, mai, che potesse anche solo lontamente impensierire il potere. «Attaccano Renzi, e certamente i parlamentari grillini sono in buona fede. Ma non capiscono – aggiunge Carotenuto – che in fondo fanno lo stesso mestiere: anziché produrre buona politica, si adoperano per togliere spazi alla politica. Chi taglia stipendi, chi Province. Cambiano i dettagli, non il succo: è il potere che ha interesse a sabotare la politica, verticalizzando i centri decisionali. E anche i 5 Stelle fanno parte di questo schema».
Attacco bipartisan alle pensioni. Quando la solidarietà tra generazioni diventa un dispositivo neoliberale
http://temi.repubblica.it/micromega-online/
di Alessandro Somma
Due proposte di legge
La Commissione Affari costituzionali della Camera ha da poco iniziato l’esame di due proposte di modifica dell’articolo 38 della Costituzione, nella parte in cui menziona il diritto alla pensione e precisa che alla sua attuazione “provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato”. Con la prima proposta, sottoscritta da parlamentari di maggioranza e opposizione, dal Pd ai Fratelli d’Italia, si vuole puntualizzare che il diritto alla pensione si attua “secondo principi di equità, ragionevolezza e non discriminazione tra le generazioni”1. La seconda proposta è stata presentata da deputati del Pd e ha un contenuto simile: vuole precisare che “il sistema previdenziale è improntato ad assicurare l’adeguatezza dei trattamenti, la solidarietà e l’equità tra le generazioni nonché la sostenibilità finanziaria”2.
Molti hanno accolto con entusiasmo il richiamo alla solidarietà tra generazioni, considerato una novità positiva per i pensionati di domani. Proprio su questo aspetto deve avere insistito una velina a cui evidentemente si deve un titolo molto gettonato dalle testate, che hanno sbrigativamente parlato di “norma salva-giovani”. Sono però mancate analisi più approfondite su una vicenda di notevole portata e impatto, tutto sommato passata sotto silenzio.
Due proposte di legge
La Commissione Affari costituzionali della Camera ha da poco iniziato l’esame di due proposte di modifica dell’articolo 38 della Costituzione, nella parte in cui menziona il diritto alla pensione e precisa che alla sua attuazione “provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato”. Con la prima proposta, sottoscritta da parlamentari di maggioranza e opposizione, dal Pd ai Fratelli d’Italia, si vuole puntualizzare che il diritto alla pensione si attua “secondo principi di equità, ragionevolezza e non discriminazione tra le generazioni”1. La seconda proposta è stata presentata da deputati del Pd e ha un contenuto simile: vuole precisare che “il sistema previdenziale è improntato ad assicurare l’adeguatezza dei trattamenti, la solidarietà e l’equità tra le generazioni nonché la sostenibilità finanziaria”2.
Molti hanno accolto con entusiasmo il richiamo alla solidarietà tra generazioni, considerato una novità positiva per i pensionati di domani. Proprio su questo aspetto deve avere insistito una velina a cui evidentemente si deve un titolo molto gettonato dalle testate, che hanno sbrigativamente parlato di “norma salva-giovani”. Sono però mancate analisi più approfondite su una vicenda di notevole portata e impatto, tutto sommato passata sotto silenzio.
Obamacare, i vescovi contro Trump: "Semmai il nodo è riuscire a migliorarla"
http://www.controlacrisi.org
Il Congresso statunitense ha votato "no" all'abolizione della riforma sanitaria nota come Obamacare poiche' non e' stato presentato un valido piano di sostituzione e si rischia di generare incertezza e caos soprattutto nelle fasce di popolazione piu' fragili. Anche la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha continuato a dichiarare "inaccettabili le attuali proposte di cambiamento, come inaccettabili restano i tentativi di abrogare l'Affordable Care Act senza un adeguato sistema sostitutivo".
I vescovi hanno affidato il loro messaggio a mons. Frank J. Dewane presidente della Commissione Giustizia e Sviluppo che in una nota ai senatori, proprio ieri, ha ribadoto che "l'assistenza sanitaria dovrebbe essere veramente universale e conveniente. Tutte le persone che hanno bisogno dovrebbero avere accesso a un'assistenza sanitaria completa e qualificata, secondo quanto possono permettersi. E il riceverla non deve dipendere dal loro stadio di vita, dal lavoro dei genitori, dal loro guadagno, da dove le persone vivono o sono nate". Pur apprezzando gli sforzi fatti per la protezione per i non nati, i vescovi sono consapevoli che la cosiddetta Obamacare necessita riforme soprattutto per eliminare le barriere di accesso alle cure, tuttora presenti e per tutelare maggiormente
l'obiezione di coscienza e la liberta' religiosa soprattutto nella difesa della vita.
Il Congresso statunitense ha votato "no" all'abolizione della riforma sanitaria nota come Obamacare poiche' non e' stato presentato un valido piano di sostituzione e si rischia di generare incertezza e caos soprattutto nelle fasce di popolazione piu' fragili. Anche la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha continuato a dichiarare "inaccettabili le attuali proposte di cambiamento, come inaccettabili restano i tentativi di abrogare l'Affordable Care Act senza un adeguato sistema sostitutivo".
I vescovi hanno affidato il loro messaggio a mons. Frank J. Dewane presidente della Commissione Giustizia e Sviluppo che in una nota ai senatori, proprio ieri, ha ribadoto che "l'assistenza sanitaria dovrebbe essere veramente universale e conveniente. Tutte le persone che hanno bisogno dovrebbero avere accesso a un'assistenza sanitaria completa e qualificata, secondo quanto possono permettersi. E il riceverla non deve dipendere dal loro stadio di vita, dal lavoro dei genitori, dal loro guadagno, da dove le persone vivono o sono nate". Pur apprezzando gli sforzi fatti per la protezione per i non nati, i vescovi sono consapevoli che la cosiddetta Obamacare necessita riforme soprattutto per eliminare le barriere di accesso alle cure, tuttora presenti e per tutelare maggiormente
l'obiezione di coscienza e la liberta' religiosa soprattutto nella difesa della vita.
Rilasciato LibreOffice 5.4
http://www.marcosbox.org/
The Document Foundation ha annunciato il rilascio di LibreOffice 5.4, l'ultima major relase di LibreOffice 5.x. Questa nuova versione è disponibile per Windows, macOS e Linux oltre che per il cloud grazie a Collabora.
Ma vediamo quali sono le novità principali di LibreOffice 5.4 (che trovate riassunte nel video in alto)
Miglioramenti generali:
The Document Foundation ha annunciato il rilascio di LibreOffice 5.4, l'ultima major relase di LibreOffice 5.x. Questa nuova versione è disponibile per Windows, macOS e Linux oltre che per il cloud grazie a Collabora.
Ma vediamo quali sono le novità principali di LibreOffice 5.4 (che trovate riassunte nel video in alto)
Miglioramenti generali:
Fascisti d'Italia. Pugni, insulti e cinghiate: i fascisti sono tornati a far paura.
Negli ultimi mesi sono aumentate esponenzialmente violenze, blitz, pestaggi. I responsabili, il più delle volte, appartengono a gruppi di estrema destra. I bersagli: migranti, Ong, militanti di sinistra. Sull'Espresso in edicola da domenica l'inchiesta sui 'neri' del 2017.
L'Espresso Federico Marconi
Pestaggi, blitz, aggressioni. La violenza è aumentata in maniera esponenziale negli ultimi mesi. E la matrice è, spesso, la stessa: l’estrema destra, che sta tornando più prepotente che mai. In alcuni casi i responsabili sono ancora ignoti, ma i bersagli no: sono gli stessi contro cui si scagliano i neofascisti.
6 dicembre 2016. San Basilio, quartiere della periferia est della capitale, si rivolta contro una famiglia marocchina. «Un episodio di profondo degrado morale e civile» commentano dal Campidoglio. Una trentina di residenti ha aggredito la famiglia, legittima assegnataria della casa popolare, in difesa degli occupanti abusivi dell’alloggio: «Non vogliamo i negri, andate via con i barconi». A supportare i riottosi Forza Nuova: «Sosterremo con forza la rivolta popolare per la difesa di Roma contro chi vuole farci diventare minoranza a casa nostra».
Le così dette Politiche Attive del Lavoro. Ma mi faccia il piacere...(cit. Totò) Ci sono 1 milione di posti di lavoro disponibili, ma agli italiani mancano voglia e competenze.
Doveva essere l’altra metà del Jobs Act: esperti che aiutano a trovare un impiego, sussidi condizionati all'impegno del disoccupato. Un progetto mai decollato. Colpa del referendum costituzionale bocciato. Dei pochi soldi a disposizione. E della paura (del Pd) di finire come i socialdemocratici tedeschi.
L'Espresso Stefano Vergine - foto di Gianluca MeduriSiamo spiacenti, il numero chiamato è inesistente». Questo si sente rispondere da un paio di settimane chi prova a contattare il centro per l’impiego di Petilia Policastro, diecimila abitanti aggrappati ai monti della Sila, in Calabria. Ci sarebbe da ridere, se la situazione non fosse tragica. Perché questo vecchio edificio grigio e squadrato, che prima fu convento monacale e poi sede del municipio, è oggi il luogo che dovrebbe aiutare gli abitanti locali a trovare impiego nella provincia (Crotone) con il più alto tasso di disoccupazione d’Italia, dove un lavoro ce l’ha ufficialmente solo un cittadino su tre. Missione impossibile da affrontare senza nemmeno un telefono. Non solo perché qui le imprese principali sono una manciata di segherie. Il problema è che a Petilia Policastro il centro per l’impiego è allo sbando. E nel resto del Paese le cose non vanno tanto meglio.
Francia. Strano, si può Nazionalizzare un Industria. Macron nazionalizza i cantieri navali, le “regole” valgono per gli altri.
In
pochi giorni l’”europeista” Emmanuel Macron ha messo a segno due colpi
molto “nazionalisti” che difficilmente Marine Le Pen avrebbe saputo o
potuto realizzare. Entrambi i colpi hanno raggiunto i cosiddetti
“interessi italiani”.
Il
primo con la convocazione a Parigi di un vertice con i due schieramenti
più forti tra le varie fazioni libiche (Al Serraj, imposto dalla Nato e
della Ue, che comanda poco più di se stesso) e l’ex gheddafiano
generale Khalifa Haftar, padrone della Cirenaica e di Bengasi, sostenuto
apertamente da Egitto, Russia e vari paesi arabi del Golfo.
Il
secondo, proprio oggi (27 luglio), con la decisione di
ri-nazionalizzare i cantieri navali di Saint Nazaire, dopo il fallimento
della coreana Stx, titolare del 66% delle azioni. Un’azienda che era
stata promessa all’italiana Fincantieri in base ad accordi diretti tra
l’ex presidente Francois Hollande e il primo ministro Gentiloni.
L’impresa italiana – una delle poche ancora in parte controllate dal
ministero del Tesoro (perché impegnata nella costruzione di navi
militari, oltre che civili) – si era impegnata a prendere il 48% e (un altro 7% sarebbe dovuto andare alla CrTrieste) contava su questo merger
per costruire un polo europeo in grado di contrastare la forza
finanziare dei potenziali clienti “civili” (Msc, Carnival. Ecc), che da
anni giocano sulla concorrenza tra cantieri spuntando prezzi sempre più
bassi e lesivi dei profitti dei costrruttori.
Entrambi
i colpi di Macron hanno però a che fare con il Medio Oriente, anzi con
il “polo imperialistico sunnita” capeggiato dall’Arabia Saudita cui
partecipano altri potenti paesi del Golfo, a cominciare dagli Emirati
Arabi Uniti.
Prima di sbeffeggiare – come
pure bisogna fare – gli “europeisti de noantri” che avevano festeggiato
la vittoria di Macron come un trionfo europeo in grado di fermare
l’”onda populista” (di destra e di sinistra, visti i successi di Corbyn
in Gran Bretagna e di Podemos in Spagna), è bene guardare un po’ più da
vicino i due affari combinati dal neopresidente francese.
"Vivere in strada non è reato". Senzatetto assolto dalla Cassazione, doveva pagare una multa di mille euro.
L'uomo era stato condannato dal Tribunale di Palermo a una multa di 1000 euro in base all'articolo 650 del codice penale.
ANSA
Non è reato e non può essere condannato chi vive
per strada, "su di un marciapiede con i cani, in una baracca precaria di
cartoni e pedane in legno". Anche se vige un'ordinanza del sindaco in
tal senso. Così la Cassazione ha assolto un uomo, condannato a pagare
mille euro a Palermo nei primi due gradi di giudizio.
Acqua semi pubblica- Roma. Siccità a Roma, bollette astronomiche, dispersione al 45% e investimenti zero. E' il capolavoro di Acea e del Comune di Roma
A Roma l'acqua non manca, quelle che mancano
sono le strutture per portarla, a cominciare da quelle che doovrebbero
attingere al Peschiera che da solo sarebbe in grado di servire tutta
Roma senza bisogno di altri prelievi. E' un po' che tra gli esperti si
discute di questo. E la Uil di Roma e Lazio ha deciso di uscire allo
scoperto segnalando a Regione e Comune di Roma che alla fine si tratta
di mettere in campo investimenti concreti.
controlacrisi.org
In occasione della conferenza stampa sono stati forniti anche i numeri di quella che sembra una vera e propria debacle: una rete, quella storica di Roma e Fiumicino, che si snoda per 7mila km ed eroga a 2,9 milioni di abitanti 264 milioni di metri cubi di acqua. Di questi, il 45% si disperde a causa di infiltrazioni ma soprattutto a causa dell'usura delle cosiddette saracinesche, i punti che fanno da cerniera tra le tubature. Il 45% di dispersione idrica fa di Roma la seconda citta' italiana per perdita d'acqua (peggio solo Bari con il 51%). Infatti, sottolinea la Uil, dal Peschiera si prelevano 9mila litri d'acqua al secondo, di cui il 45%, che sono 3.600, viene disperso: a Bracciano si prelevano 1.200 litri, questo vuol dire che il concorre solamente a ridurre di un terzo la dispersione e a mettere contro romani e braccianesi.
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In occasione della conferenza stampa sono stati forniti anche i numeri di quella che sembra una vera e propria debacle: una rete, quella storica di Roma e Fiumicino, che si snoda per 7mila km ed eroga a 2,9 milioni di abitanti 264 milioni di metri cubi di acqua. Di questi, il 45% si disperde a causa di infiltrazioni ma soprattutto a causa dell'usura delle cosiddette saracinesche, i punti che fanno da cerniera tra le tubature. Il 45% di dispersione idrica fa di Roma la seconda citta' italiana per perdita d'acqua (peggio solo Bari con il 51%). Infatti, sottolinea la Uil, dal Peschiera si prelevano 9mila litri d'acqua al secondo, di cui il 45%, che sono 3.600, viene disperso: a Bracciano si prelevano 1.200 litri, questo vuol dire che il concorre solamente a ridurre di un terzo la dispersione e a mettere contro romani e braccianesi.
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