giovedì 18 maggio 2017

Prima parlare, poi fare

 
dinamopress
Matteo Renzi e le sue magliette gialle cercano altra pubblicità nelle zone del terremoto. La risposta di chi da mesi, subito il sisma, si è attivato per offrire una risposta dal basso e autogestita. Senza tanta pubblicità.
Il segretario del PD, ex presidente del Consiglio e leader del partito che più di tutti gli altri determina le azioni del governo ha annunciato di volersi recare nelle zone colpite dal terremoto per, armato di pala, "dare una mano" , contro una burocrazia che - citiamo testualmente - "è sempre in agguato per bloccare, fermare, rimandare, rallentare".
La burocrazia è un falso bersaglio per nascondere le responsabilità tutte politiche dell'inconsistenza dell'intervento governativo. L'ennesima presa per i fondelli verso i terremotati.
Vogliamo dire alcune cose all'ex premier e alle altre "magliette gialle". Il cratere non è il palcoscenico della Leopolda, non è un teatro in cui recitare. Da nove mesi i terremotati attendono risposte, risposte che non sono arrivate per responsabilità diretta dei governi. Si potevano consegnare i container, si potevano rimuovere le macerie, si potevano realizzare i Sae, si potevano aiutare davvero gli allevatori. Nulla di tutto ciò è stato fatto per scelta anche di Renzi.
Ora ci risparmi questa sceneggiata. Vuole scendere nel cratere? Lo faccia, ma lontano dalle telecamere e per una volta lontano dai social network. Lo faccia umilmente, ascoltando in silenzio quello che amministratori e cittadini terremotati hanno da dirgli. Poi vada a Roma e in tempi rapidi trasformi quelle indicazioni in leggi. I terremotati non accetteranno mai che il luogo di un disastro diventi il set per gli spot di chicchessia.
Prima fare, poi parlare. Più case, meno selfie.
Fonte: BSA

Nessun commento:

Posta un commento