martedì 4 ottobre 2016

Se il Financial Times riscopre il socialismo.



FINANCIAL TIMES
Presidente della Regione Toscana

Munchau a differenza di tanta stampa europea e italiana interpreta la vittoria di Corbyn non come il successo di una fronda radicale e minoritaria in un partito in crisi, ma come la rottura culturale necessaria per evitare una sconfitta storica della sinistra in Occidente. La marcia verso sinistra del Labour britannico - afferma il Financial Times - potrebbe non essere una causa persa.
L'austerità, la corsa al "centro" e la lezione di Weimar.

[...] Molti opinionisti, me compreso, si sono formati dagli anni '80 in poi. I partiti di centro-sinistra di successo hanno definito il loro ruolo durante quel periodo non fornendo un'alternativa al capitalismo globale, ma redistribuendone i profitti. I loro leader - fra cui Bill Clinton negli Stati Uniti, Tony Blair nel Regno Unito, Gerhard Schröder in Germania - erano soprattutto centristi. Quello che funzionò in quel periodo, tuttavia, non è universalmente vero. Per esempio, i governi dei socialdemocratici moderati e pro-establishment della Germania degli anni '20 e '30 fallirono in maniera orribile. Il parallelismo principale fra i giorni nostri e gli anni '30 è il modo in cui le democrazie reagiscono a periodi prolungati di austerità. I partiti estremisti guadagnano terreno se i partiti tradizionali non riescono a offrire alternative.
In una storia che dovrebbe valere come avvertimento per i partiti di centro-sinistra, l'Spd della Repubblica di Weimar vide la propria percentuale di voti diminuire dal 37,9% nel 1919 al 18,3% nel marzo 1933, le ultime elezioni libere. In quel lasso di tempo il partito diventò più centrista che mai, supportando anche politiche economiche deflazionistiche. Fu una decisione catastrofica, perché spinse gli elettori verso i nazisti e i comunisti. Da quando è iniziata la crisi finanziaria, molti partiti socialdemocratici e socialisti dell'Unione Europea hanno supportato le politiche di austerità e adesso ne stanno pagando il prezzo politico. I Democratici negli Stati Uniti, il New Labour nel Regno Unito e l'Spd tedesco erano fra quelli più entusiasti per la deregolamentazione dei mercati finanziari. L'Spd, poi, promosse il patto di stabilità nell'eurozona negli anni '90 e la regola del pareggio di bilancio in costituzione in Germania, che è in vigore dal 2011. L'incapacità del partito nell'imparare dalla propria storia toglie il fiato. Mentre l'Spd sostiene a parole l'aumento degli investimenti in infrastrutture, non può realizzare nulla di tutto ciò per via dell'impegno sul pareggio di bilancio.
La proposta keynesiana di Corbyn
[...] Non sappiamo se Corbyn può farcela. Quello che sappiamo, però, è che i suoi predecessori moderati non ci sono riusciti, almeno da quando è iniziata la crisi finanziaria. Questo è stato uno dei più importanti eventi economici dei nostri tempi, che ha, inoltre, ridefinito la politica.
Dove ci porta questo? Da un punto di vista economico non c'è nulla di estremo nel proporre grossi programmi d'investimenti, specialmente dopo anni di consolidamento fiscale. Tuttavia, l'unico partito politico tradizionale che offre questa soluzione, in Europa, è quello di Jeremy Corbyn, che promette 500 miliardi d'investimenti. In Germania, solo la Linke, erede dei comunisti della Germania dell'Est, supporta grandi aumenti negli investimenti. Nel continente devi cercare agli estremi dello spettro politico per trovare qualcuno che appoggi queste politiche.
Quindi, quando un partito già radicato, come il Labour, offre un cambiamento nelle politiche macroeconomiche che ha la possibilità di mettere fine al nostro malessere post-crisi, dovrebbe essere preso sul serio.
Contro gli estremisti: difendere l'euro e ottenere maggiori investimenti
Nell'eurozona, le scelte sono ancora più estreme. I cittadini dell'eurozona hanno solo due opzioni per ottenere maggiori investimenti. La prima è l'uscita dall'euro, l'unica via legale che un paese ha per fuggire dai vincoli fiscali che imbrigliano gli investimenti a livello nazionale. È la scelta offerta dai partiti estremisti. La seconda sarebbe un programma d'investimenti in tutta l'eurozona, amministrato centralmente, finanziato dall'emissione di titoli di debito comuni o, più rozzamente, stampando denaro.
Dopo quella liberista una rivoluzione socialista
Personalmente, auspico che le politiche si adattino ai bisogni economici, come accadde negli anni '80, ma che questa volta vadano in un'altra direzione. C'è una possibilità che possa finire come negli anni '30. È difficile da prevedere. Quello di cui sono certo è che il consenso schiacciante verso le politiche ultraliberali e centriste sta iniziando ad andare in pezzi, e questo avrà un impatto su come considereremo leader tipo Jeremy Corbyn.

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