sabato 22 ottobre 2016

Libro. Mauro Baldrati, "Avventure di un teppista" (Transeuropa, 2016, pp. 160, € 14,90). Il teppista e i capelloni.

Nel nuovo romanzo di Mauro Baldrati, "Avventure di un teppista" (Transeuropa, 2016, pp. 160, € 14,90), un bambino arrabbiato della Romagna degli anni sessanta, del boom edilizio e dell'etica lavoro, capisce che i capelloni e gli studenti ribelli sono portatori di una nuova speranza di libertà.

 

micromega di Luca Cangianti
Quando il "viaggio dell'eroe" è intrapreso da un bambino, la narrazione segue i tempi dilatati, i giochi e le esplorazioni tipiche di quell'età. Ma la leggerezza è solo apparente, perché lo sguardo dei bambini sa essere spietato, senza infingimenti.

L'eroe del nuovo romanzo di Mauro Baldrati, "Avventure di un teppista", si chiama Toni Rinaldi e vive in un piccolo centro della Bassa Romagna, in una villetta appena costruita durante il boom edilizio dei primi anni sessanta. La sua irrequietezza si contrappone a un universo provinciale connotato da scarsa mobilità sociale: i figli ereditano non soltanto il mestiere dei padri, ma perfino i loro soprannomi. Il padre di Toni è un operaio specializzato, fiero del suo sapere professionale, della conoscenza dei paesi lontani che visita durante le trasferte. Ma è anche un uomo divorato dal continuo lavoro: "Lavora tutti i momenti liberi, - nota con disappunto Toni - così non c'è più tempo per noi. Non andiamo più al mare alla domenica, né a prendere il gelato in paese."
La madre è la personificazione dell'intraprendenza e della socievolezza romagnola. Ha aperto il primo esercizio di parrucchiere del villaggio e lavora anche lei senza sosta. Poi c'è il fratello minore Pic, verso il quale Toni non nasconde gelosie e complessi di colpa, e i compagni di avventura. Prima arriva Trombetta con il quale il nostro eroe si dedica a bucar gomme di biciclette e a devastare cantieri edili: "Dopo che l'ho pestato innumerevoli volte facciamo amicizia. Scopriamo di avere gli stessi gusti, la stessa voglia di distruggere le cose e diventiamo una formidabile coppia di spaccatori." Poi arriva il figlio del maestro, che è subito soprannominato Celentano per il suo sorriso beffardo. Il nuovo amico insegna a Toni a bere alcol, a fumare, a divertirsi guardando delle cartoline porno e a giocare a poker. Fino a qui il libro è strutturato come un album, con capitoli brevi e una narrazione al presente, minimale, quasi un commento d'immagini accompagnato dalle relative riflessioni del protagonista. L'arrivo di Celentano, tuttavia, funge da evento scatenante di una trama a scoppio ritardato nella quale l'eroe partecipa ad avventure sempre più rischiose.

Il libro si chiude con l'arrivo dei capelloni e della contestazione studentesca nella remota provincia romagnola. Tutti i paesani prendono in giro questi alieni, Toni invece ne rimane affascinato. Poi, un giorno, alle soglie dell'adolescenza, sente dei ragazzi delle scuole superiori raccontare i discorsi di un'assemblea: "gli studenti chiamano la scuola, e l'organizzazione sociale in cui viviamo, 'il sistema'. Dicevano che il sistema inculca nelle menti delle persone dei falsi simboli, per cui le vittime, cioè noi, sono felici di esser tali: si convincono, collaborano con chi le sfrutta. Così il sistema cresce, si rafforza, conquista nuovi territori. Dicevano che bisogna ribellarsi, che bisogna vivere secondo un nuovo ideale di libertà." In questo modo si completa l'arco di trasformazione dell'eroe: il teppista non si è tragicamente perso, al contrario ha trovato sé stesso, si è trasformato in ribelle.

Non è casuale che Baldrati scelga di terminare questo romanzo di formazione, delicato e spietato al tempo stesso, quando il Toni si è appena affacciato alle soglie dell'adolescenza. Si tratta di un'età magica e drammatica nella quale definiamo la nostra individualità, in cui ci sentiamo chiamati a cambiare il mondo, pur fra mille incertezze e fragilità. È l'età nella quale ci si rivelano nuove realtà che fanno prendere direzioni a volte irreversibili alla nostra vita. Salutare Toni nel momento in cui si schiera contro "il sistema", canalizzando in questa opposizione tutta la sua rabbia esistenziale, è un modo di enfatizzare la potenza e la bellezza della sua scelta. Se Avventure di un teppista fosse un film a questo punto il regista avrebbe fatto un fermo immagine sul primo piano del volto di Toni e il volume della musica sarebbe aumentato. L'eroe ha preso coscienza ed è pronto ad affrontare il futuro. Possono partire i titoli di coda. Inizia la vita.

(21 ottobre 2016)

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